Mondo

Il ministro Brexit: potremmo respingere i migranti europei

  • Abbonati
  • Accedi
IL MINISTRO BREXIT

Il ministro Brexit: potremmo respingere i migranti europei

Il ministro britannico incaricato della Brexit, David Davis, ha dichiarato di non poter garantire ai migranti europei, che arriveranno sul suolo britannico da oggi fino all'uscita definitiva del Regno Unito dall'Unione europea, il diritto di restarvi. In un'intervista concessa al Mail on Sunday, Davis ha detto che negozierà con Bruxelles per “garantire un indennizzo generoso per i migranti europei presenti adesso e altrettanto per i cittadini britannici” che si trovano in un paese dell'Ue, ma che non intende garantire lo stesso trattamento agli ultimi arrivati.

Vi sono “diverse possibilità” per contenere l'aumento degli arrivi nel Regno unito subito prima della Brexit, secondo Davis: “Potremmo decretare che il permesso di soggiorno sine die si applica unicamente prima di una certa data”, ha portato ad esempio il ministro. Il Regno unito dovrà rispettare le regole dell'Ue fino alla sua uscita effettiva dall'Unione, ha continuato Davis, compresa la libertà di movimento, ma poi potrà decidere chi resta nel Paese, compresi coloro che sono arrivati prima della data di uscita.

Davis, che insieme al titolare del Foreign Office, Boris Johnson, dovrà guidare i negoziati tra il nuovo governo di Theresa May e Bruxelles, ha assicurato poi che non verranno espulsi i tre milioni di migranti europei già presenti nel Paese, ma ha spiegato che il governo interverrà se i flussi in entrata si dovessero intensificare. Il timore di Londra è che in particolare da Polonia e Romania possa esserci un boom di arrivi nei prossimi mesi.

“Potremmo decretare che il permesso di soggiorno sine die si applica unicamente prima di una certa data ”

Il ministro britannico incaricato della Brexit, David Davis 

La stessa May, peraltro, prima di approdare a Downing Street aveva affermato che la futura permanenza dei cittadini di altri Paesi Ue in Gran Bretagna sarà negoziata chiedendo analoghe garanzie e libertà di risiedere nei Paesi Ue per i cittadini britannici.

Per quanto riguarda l’uscita definitiva dall’Unione europea il ministro del Commercio internazionale britannico, Liam Fox, ha detto in un'intervista al Sunday Times, di puntare al 1 gennaio 2019 come data di uscita effettiva del Regno Unito. Questo calendario implica l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona entro la fine di quest'anno.

«La data su cui lavoro è quella del 1° gennaio 2019», ha detto Fox, euroscettico convinto, aggiungendo di aver avviato già dei colloqui informali con Australia e Canada per stipulare con questi Paesi degli accordi di libero scambio. Il ministro, che si recherà negli Stati Uniti la prossima settimana, ha detto che “sta valutando una decina di accordi di libero scambio fuori dall'Ue per essere pronto quanto ne usciremo”. E proprio l'Australia ha fatto sapere di essere pronta a stipulare un trattato di libero scambio con la Gran Bretagna una volta che questa sarà uscita dall'Unione Europea. Lo ha comunicato il nuovo primo ministro australiano Malcolm Turnbull dopo aver avuto un colloquio telefonico la collega britannica Theresa May.

Intanto un altro fedelissimo di David Cameron, Ed Vaizey, sottosegretario per le
Arti, ha lasciato il governo di Theresa May. Lo ha annunciato Downing Street secondo quanto riportato dai media britannici. Vaizey è solo l'ultimo dei fedelissimi dell'ex premier ad abbandonare il nuovo esecutivo. Fuori anche Ros Altman, sottosegretario alle Pensioni e Anna Soubry, sottosegretario agli Affari economici e grande sostenitrice di “Remain”.

© Riproduzione riservata