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Nizza, il calvario dei parenti per riconoscere le vittime. Rintracciati…

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Rintracciati alcuni italiani

Nizza, il calvario dei parenti per riconoscere le vittime. Rintracciati alcuni italiani

L'ansia dei parenti dei feriti. (ANSA)
L'ansia dei parenti dei feriti. (ANSA)

Serena Lippi, da tre anni console italiano a Nizza, ha la voce adrenalinica di chi sta fronteggiando una serie infinita di emergenze. È appena uscita da una delle tante riunioni che si susseguono nella sede di Boulevard Gambetta. Due cose ci tiene a dire: “La lista degli italiani da riconoscere diminuisce di ora in ora. I tempi? Sono quelli francesi, inutile lamentarsi. Le vittime sono di tante nazionalità e i corpi erano straziati”. Altro non aggiunge il console Lippi, un diplomatico di carriera che prima di arrivare a Nizza ha lavorato nella sede diplomatica di Bruxelles ed è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica. Lei assicura che tutti gli italiani sono assistiti nel modo migliore, mentre filtra la notizia che un gruppo di psicologi piemontesi starebbe arrivando a Nizza per sostenere i parenti dei dispersi.

Il riconoscimento delle vittime si sta trasformando in un autentico calvario. Più volte al giorno gli amici degli italiani ricoverati fanno la spola tra l'ospedale Pasteur e le loro abitazioni, comprate a Nizza vent'anni fa quando i prezzi erano abbordabili che in Italia e i mutui a tassi ragionevoli.

Oreste Einaudi è un signore di Cuneo in viaggio sul tram che collega piazza Massena all'ospedale. È amico fraterno di Gaetano Moscato, il nonno che ha perso una gamba per salvare la vita ai suoi nipotini. Oreste, sua moglie Franca Vallati e Gaetano sono parte di una nutrita comunità piemontese – una ventina di persone - che ogni mese di luglio, prima che Nizza diventi infrequentabile per l'arrivo in massa dei vacanzieri d'agosto, si riunisce nella spiaggia di Magnan. Racconta: “Gaetano sta meglio, ma sembra che ancora non sia del tutto cosciente di quanto gli sia accaduto. Forse è un bene così”. Gli Einaudi hanno portato il loro conforto anche a Matilde Massardi, figlia di Carla Gaveglio, la signora 48enne di Piasco, in provincia di Cuneo, che a tre giorni dalla strage non si riesce a rintracciare. Matilde è stata operata al basso ventre per l'estrazione di una scheggia, e gli Einaudi ci tengono a rimarcare il loro pensiero sulla sanità francese: “Il Pasteur è un ospedale d'eccellenza. I medici e gli infermieri si stanno prodigando in tutti i modi per alleviare le sofferenze dei feriti”.

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