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Così Boris Johnson tenta un debutto «più diplomatico» in Europa

Boris Johnson, neoministro degli Esteri britannico
Boris Johnson, neoministro degli Esteri britannico

Fortunatamente Boris Johnson non è superstizioso: al suo primo viaggio come ministro degli Esteri, diretto verso Bruxelles, il suo aereo ha avuto «problemi tecnici» e ha dovuto fare un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Luton, bloccando per ore tutto il traffico in entrata e in uscita dallo scalo londinese.

Sfidando i commenti sarcastici su twitter del tipo «il ministro degli Esteri non riesce neanche ad andare all’estero», Johnson è arrivato a Bruxelles ieri sera, ma in grave ritardo per la cena informale prevista con Federica Mogherini, responsabile della politica estera Ue.

Oggi invece Johnson sarà puntuale per il suo primo incontro con i 27 colleghi europei oggi, al quale parteciperà anche il segretario di Stato americano John Kerry.

L’uscita dalla Ue in seguito al referendum del mese scorso non significa che la Gran Bretagna «abbandonerà» l’Europa, ha dichiarato stamani il neoministro.
I temi in agenda per l’incontro di oggi vanno dall’allarme terrorismo alla situazione in Turchia. La questione dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue non verrà discussa, ma per gli altri ministri degli Esteri sarà un’occasione per incontrare e valutare Johnson, uno dei leader della campagna per uscire dalla Ue e da anni un feroce critico di Bruxelles.

Durante la campagna elettorale prima del referendum Johnson era stato criticato per avere paragonato la Ue alla Germania nazista per la sua ambizione di creare «un superstato a tutti i costi». Il fronte Leave aveva anche giocato sul timore dell’immigrazione dichiarando prossimo l’ingresso della Turchia nella Ue.

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Oggi, in versione diplomatica e non elettorale, Johnson ha dichiarato che l’uscita dalla Ue in seguito al referendum del mese scorso non significa che la Gran Bretagna «abbandonerà» l’Europa ma che continuerà a giocare un ruolo importante nel continente.

“Prima la Gran Bretagna inizia i negoziati con il resto della Ue meglio è per evitare un lungo periodo di incertezza”

Jean-Marc Avraul, ministro degli Esteri francese 

Il neoministro ha anche sottolineato l’importanza del coordinamento e collaborazione tra Paesi europei nella lotta contro il terrorismo alla luce dell’attentato di Nizza. Parlando della situazione in Turchia dopo il colpo di stato fallito, Johnson ha esortato entrambe le parti a mostrare «moderazione».

Le reazioni europee tra sorpresa e sconcerto
La nomina di Johnson ha causato sorpresa e sconcerto nelle capitali europee. Il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Avraul ha definito l’ex sindaco di Londra senza mezzi termini «un bugiardo». Avraul ha detto oggi che «prima la Gran Bretagna inizia i negoziati con il resto della Ue meglio è per evitare un lungo periodo di incertezza».

La stessa premier Theresa May, che ha nominato Johnson ministro degli Esteri, ha avuto diversi contrasti con lui in passato ed era schierata sul fronte opposto nella campagna elettorale per il referendum. May ha però anche nominato numero due del ministero Sir Alan Duncan, uno dei suoi più stretti collaboratori, che secondo gli analisti ha il compito di tenere d’occhio il neoministro e riferire alla May. Duncan non è un ammiratore di Johnson, che in passato a causa delle sue scappatelle extra-coniugali aveva soprannominato “Silvio Borisconi”.

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