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Convention repubblicana

Convention repubblicana al via. Melanie Trump presenta Donald “copiando” Michelle Obama

(afp)
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CLEVELAND - È stato di nuovo lui, Donald Trump, a scompaginare le tradizioni coreografiche di una convention: nella serata inaugurale del grande appuntamento repubblicano di Cleveland per mostrare l'unità del partito e sconfiggere Hillary Clinton, si è già presentato ieri notte al suo pubblico, alla maggioranza di delegati che gli sono fedeli, per introdurre sua moglie Melanie, tacchi a spillo, trucco da night club, fasciata di bianco, bellissima, una vera Barbie brunetta. Trump ha resistito, non si è dilungato a parlare di se, come molti temevano. Invece, dopo poche affettuose parole di presentazione sul palco della Q Arena di Cleveland, di fianco a sua moglie, continuava a guardare il pubblico e a puntare l'indice su di lei, come dire «guardate che roba».

Usa 2016, il discorso di Melania Trump copiato da Michelle Obama

Melanie ha raccontato la sua storia, il suo tentativo di sfondare nel mondo della moda «anche a Milano», la sua infanzia in Slovenia, l'amore per le sue terre, le origini umili dei suoi genitori. Il suo discorso non è stato superlativo per interpretazione. E la sala poteva essere più piena di quello che era: interi spalti di questo palazzetto che ospita i Cleveland Cavalier, i vincitori del campionato di baseball 2016, erano vuoti. Con un problema aggiuntivo: interi stralci del discorso di Melanie erano identici a stralci del discorso che fece Michelle Obama quando presentò suo marito al grande pubblico nel 2008. Entrambe cercavano di dare un profilo privato del marito, entrambe raccontavano quanto fosse buono e gran lavoratore. E fin qui tutto bene, se non fosse che alcune frasi del discorso di Melanie erano di fatto identiche, parola per parola al discorso di Michele Obama.

Il tema della sicurezza. La slogan: «safe again»

È stato questo forse il momento più atteso di una serata caratterizzata da alcuni interventi di peso dedicati al tema centrale, un tema che oggi angustia il paese: la sicurezza, interna, per proteggere i poliziotti e per evitare il rischio di un attacco terroristico interno e il pericolo esterno, per andare alla radice del problema: l'estremismo islamico che destabilizza intere regioni. Per rimediare alle tensioni razziali ma anche per la necessità, come diceva lo slogan di giornata, di rendere l'America «safe again».

Tema forte e azzecatissimo visto il momento in cui si trova il paese. E gli organizzatori sono stati bravissimi nel mettere insieme una sfilata di testimonial efficaci. Lo sceriffo afroamericano di Milwuakee David Clarke, ad esempio che attaccava le uccisioni dei poliziotti; Rick Perry ex governatore del Texas che ha ricordato i veterani di mille battaglie e la necessità di aiutarli quando tornano a casa; Marcus Lutrell, l'eroe dell'Afghanistan, unico sopravvissuto del suo battaglione, le cui gesta di guerra hanno ispirato il film “Lone Survivor” e poi Pat Smith, madre di Sean Smith, uno dei quattro americani uccisi durante l'attacco contro il consolato americano a Bengazi. E poi Sean Duffy e la moglie Rachel, deputato del Wisconsin, lei di orgine messicana, lui americano puro, hanno insieme otto figli. «Non dobbiamo avere paura di dirlo, sono i jihadisti radicali che stanno ammazzando gli americani».

E poi Darryl Glenn commissario a El Paso, un afroamericano: dice che il partito repubblicano ha una parola d'ordine, restituire unità al paese. E dice che «oggi con Obama siamo più divisi sul piano razziale di quanto non lo fossimo con Jesse Jackson e Al Sharpton. Posso dirvi però che quei due non parlano per i neri d'America e certamente non parlano per me». Poi il gran finale con Rudy Giuliani, intervenuto subito prima di Melanie: non ci si ricordava di quanto energico e urlante nella sua retorica potesse essere il vecchio Rudy, ma così è stato: sembrava un rotolo di energia pura.

Melania Trump: mio marito pronto a guidare l'America

Un bilancio in chiaroscuro
Bilancio della prima giornata? Efficace nella narrativa, soprattutto nella parte centrale fitta di ex generali, eroi di guerra, e madri di soldati uccisi, come Pat Smith, madre di Sean Smith ammazzato durante l'attacco a Bengazi. Problemi? Gli spalti erano vuoti. Ma era anche la prima serata, per quando parlera' Trump e questa volta con Melanie al suo fianco, ci sara' una folla straripante per ascoltare le promesse ricorrente di fare «di nuovo» l'America Grande. Con quel «di nuovo» costante ed efficace, un vero slogan senza troppo significato, ma adattissimo oggi, nell'era di Twitter.

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