Mondo

Con Michelle e Sanders i democratici ritrovano l’unità

  • Abbonati
  • Accedi
L'Analisi|la convention di hillary

Con Michelle e Sanders i democratici ritrovano l’unità

FILADELFIA - Ha colpito la rapidità con cui il caos della mattinata di ieri si è riordinato in una marcia uniforme verso l’unità del partito già nella prima serata della convention di Filadelfia: le polemiche sull’ennesimo scandalo email per Hillary Clinton e per il partito, le intrusioni dei servizi russi, le proteste iniziali dei contestatori contro la ex First Lady e persino contro il loro idolo Bernie Sanders, solo perché appoggia una donna poco amata in corsa per la Casa Bianca, si sono sciolte come neve al Sole.

Ovazione per Michelle Obama

E alla fine, la serata di ieri, che pure era partita incerta - citiamo per tutti l’episodio di contestazione quando ha parlato la comica Sarah Silverman -, per schieramento di personaggi, per la qualità dei discorsi, per la rapidità coreografica e per le emozioni, forti, qui al Wells Fargo palasport di Filadelfia, ha superato ogni aspettativa.

“Hillary Clinton è il candidato giusto per fronteggiare Donald Trump, deve essere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Sono fiero di essere con lei”

Bernie Sanders 

Gran parte del merito va a Bernie, a questo 74enne che è riuscito a creare un movimento di milioni di persone conquistate dalla sua promesse rivoluzionaria. Sanders ha implorato i suoi di pensare all’unità di pensare alle conseguenze di un ingresso di un uomo come Donald Trump alla Casa Bianca, di quello che potrebbe capitare alla Corte Suprema quando Trump dovesse nominare giudici di estrema destra: «Questa elezione si confronta con la necessità di creare un futuro per i nostri figli e per i nostri nipoti, di fermare il declino della classe media e di combattere la crescente disuguaglianza sociale ed economica. Hillary Clinton è il candidato giusto per fronteggiare Donald Trump, deve essere il prossimo presidente degli Stati uniti. Sono fiero di essere con lei».

Sanders apre la convention tra i fischi

Un messaggio, quello di Sanders, e un atteggiamento, diametralmente opposti a quelli di Ted Cruz che a Cleveland ha rifiutato platealmente di appoggiare Trump rovinando la festa e confermando l’impressione che il partito resta spaccato. Ma la serata di ieri è stata soprattutto la serata di Michelle Obama: ha pronunciato un discorso magistrale, ispirato, un vero discorso politico nel quale ha attaccato Donald Trump, ha raccontato in prima persona uno spicchio di storia di questo paese e ha respinto il pessimismo di Trump quando descrive un’America in ritirata che deve «recuperare la grandezza di un tempo». «La mia stessa storia dice quanto grande sia l’America - ha detto la First Lady - le mie bambine, afroamericane, vivono e giocano con il loro cane nei prati di una casa costruita da schiavi. E avranno l’orgoglio di vedere che al nostro posto ci sarà Hillary Clinton, una donna tenace che non molla mai, che conosco a fondo e che prenderà in mano le redini di questo paese in modo perfetto».

Ieri sera è stata anche la serata di Corey Booker senatore del New Jersey, afroamericano leggendario per la sua prima battaglia (perduta anni fa) per diventare, giovanissimo, sindaco di Newark. Booker è un progressista che ha attaccato con credibilità e durezza Donald Trump, ricordando quanto abbia «rubato» ai poveri con finti corsi di studio, con promesse di stipendi mai mantenute per i suoi lavoratori. È stata anche la serata di Elizabeth Warren, senatore del Massachussets di nuovo dell’ala sinistra del partito.

Quando giorni fa ho preparato su queste pagine un confronto fra la solidità della macchina elettorale di Hillary e la fragilità di quella di Donald, intendevo proprio questo: dovendo fare un confronto ravvicinato fra le due corse sul piano organizzativo, i democratici vincono senza incertezze. Sono anche riusciti a schierare una grande star come Paul Simon, che ha cantato una sua canzone celeberrrima, con interpretazione molto personale, Bridge over Troubled Water, Un ponte su acque turbolente, canzone simbolo per il momento difficile per il paese, canzone contro il muro di Trump, canzone infine che rappresenta il ponte simbolico che hanno costruito Hillary e Bernie qui a Filadelfia. E dire che nel pomeriggio e persino nella parte iniziale della serata, quando ha parlato la comica Sarah Silverman, c’erano ancora contestazioni. Poi, gradualmente, le differenze si sono sanate. Certo oggi Sanders conterà i suoi delegati, qualcuno dirà che questo sarà equivalente a una divisione. Sarà meglio dire che si tratterà della più semplice manifestazione di democrazia.

Usa, appello di Michelle Obama per Hillary Clinton a Philadelphia


© Riproduzione riservata