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Tunisia, governo Essid in bilico: oggi il voto di fiducia

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il paese in stato di emergenza

Tunisia, governo Essid in bilico: oggi il voto di fiducia

Il primo ministro tunisino, Habib Essid (a destra) al parlamento tunisino  (AFP PHOTO / FETHI BELAID)
Il primo ministro tunisino, Habib Essid (a destra) al parlamento tunisino (AFP PHOTO / FETHI BELAID)

Il Parlamento monocamerale tunisino, in seduta plenaria, è chiamato oggi al voto di fiducia sul governo di Habib Essid. Sarà dunque il giorno della verità per il premier tunisino che ha affermato di volersi presentare in aula mosso non dall'attaccamento al potere ma dall'interesse generale del Paese e dal rispetto della Costituzione.
«Ho la coscienza a posto, ho compiuto fino in fondo il mio dovere», ha dichiarato Habib Essid, ribadendo di essere stato messo sotto pressione perché desse le dimissioni ma ha deciso di sottoporsi al voto in aula per il rispetto delle regole
democratiche e per dimostrare a tutti che la Tunisia è una democrazia.

Essid ha difeso l'operato del suo governo non nascondendo la situazione difficile del Paese.

Ora il via agli interventi dei singoli deputati e alla fine il voto che si preannuncia scontato, dunque con una fine della sua esperienza al governo. Al premier occorrono 109 voti su 217 per rimanere al potere.
Alla sessione, guidata dallo speaker Mohamed Ennaceur, partecipato 186 deputati (su 217), come ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Tap. Seppur scontato l'esito della votazione, almeno stando a quanto preannunciato dai rappresentanti dei maggiori partiti che hanno detto di non voler accordare la fiducia ad Essid, c'è molta attesa nel Paese per il discorso del capo del governo.

Sulla sua decisione di passare per il parlamento e non dare le dimissioni infatti pare si sia consumato uno strappo con il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, che sta portando avanti dal due giugno scorso l'iniziativa di formare un nuovo governo di un unità nazionale per superare il momento di stallo del Paese e velocizzare la messa in atto delle riforme economico-sociali necessarie allo sviluppo e alla crescita.

Se Essid non raggiungerà i voti necessari, il presidente della Repubblica dovrà nominare entro dieci giorni un nuovo candidato designato, ma alcuni costituzionalisti ritengono che lo stato di emergenza in vigore nel Paese fino al 21 settembre potrebbe invalidare la procedura del voto di fiducia e fare slittare i tempi.

La Tunisia, cinque anni dopo la rivoluzione dei gelsomini, è l'unico paese ad aver portato avanti la transizione democratica. Il paese è stato teatro di due gravissimi attentati, il primo al museo del Bardo, il 18 marzo 2015, nel quale sono morte 24 persone, e il sec0ndo il 26 giugno 2015 sulla spiaggia di Sousse (38 vittime).

Lo scorso 13 luglio, dopo alcuni mesi di impasse politica, nove tra partiti e organizzazioni coinvolte nella formazione di un governo di unità nazionale in Tunisia hanno firmato nel palazzo presidenziale il cosiddetto “Patto di Cartagine”, documento su cui si fonda il nuovo esecutivo che sostituirà quello di Essid e che ha tra le linee programmatiche la lotta al terrorismo, l'accelerazione del processo di crescita economica e la lotta alla corruzione.

Ma la firma dell'intesa, preludio alla nascita di un nuovo esecutivo di unità nazionale fortemente sponsorizzato dal presidente Essebsi, non aveva sciolto tutti i nodi politici sul tavolo. Essid, infatti, si era rifiutato di dimettersi, chiedendo che fosse il Parlamento eventualmente a sfiduciarlo.

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