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Il bilancio 2017 di Schäuble: conti in surplus, taglio al debito, aumento minimo della spesa

Wolfgang Schäuble con Angela   Merkel
Wolfgang Schäuble con Angela Merkel

Il budget 2017, anno elettorale per la Germania, punta sulla stabilità e sarà «un’àncora di salvezza in tempi di incertezza globale». Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble presentando il progetto al Parlamento. Custode del rigore dei conti, nonostante il surplus, il governo di Berlino ha ribadito l'intenzione di attuare politiche fiscali di contenimento, nonostante la necessità di aumentare la spesa soprattutto in ricerca e infrastrutture anche in seguito al massiccio afflusso di rifugiati. Ha inoltre sottolineato che la prima economia dell’Eurozona è in ottima forma.

Schäuble ha ricordato ai deputati che il tasso di disoccupazione è ai minimi da 25 anni, i salari hanno ripreso a salire dopo un lungo periodo di compressione; i prezzi sono stabili e la crescita è costante. La riduzione del debito continua, tanto che il ministro prevede quest’anno di arrivare al 67-68% ed entro il 2020 di scendere al 60% del Pil, raggiungendo l’obiettivo stabilito dall’Unione europea.
«Spenderemo soltanto quello che abbiamo, prudentemente» ha affermato il ministro, ricordando l’impegno della cancelliera Angela Merkel ad evitare nuovo indebitamento netto fino al 2020. Le politiche fiscali e di bilancio riaffermano «stabilità e affidabilità» dell’economia tedesca che dal 2014 ha i conti in pareggio e li manterrà, dice il governo, fino al 2020.

Il budget per il 2017 include un incremento della spesa pari al 3,7 per cento e qualche alleggerimento fiscale che verrà compensato dall’aumento delle entrate determinato dalla crescita economica. Schäuble ha espresso preoccupazione per la fase di tassi troppo bassi, nonostante questi abbiano fatto risparmiare parecchio alla Germania in interessi sul debito: 122 miliardi in otto anni, dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008. «Usciremo da questa fase se mettiamo in moto una crescita sostenibile in Europa» ha aggiunto il ministro. Un risultato ottenibile soltanto con «riforme strutturali» attraverso un vero cambiamento e non seguendo «il vecchio sentiero dello stimolo monetario». Berlino critica da tempo, infatti, la politica dei tassi zero della Banca centrale europea perché la ritiene responsabile di un impoverimento dei risparmiatori tedeschi e di un allontanamento delle riforme strutturali da parte dei governi della zona euro.

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