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il vertice di bratislava

Ue più divisa che mai, i Paesi dell’Est sul piede di guerra a Bratislava

Ipresidente del Consiglio Ue Tusk, il premier slovacco Fico e il presidente Kiska, Il presidente della Commissione Juncker
Ipresidente del Consiglio Ue Tusk, il premier slovacco Fico e il presidente Kiska, Il presidente della Commissione Juncker

A tre mesi dal voto britannico con il quale il Regno Unito ha annunciato il suo desiderio di uscire dall’Unione, i 27 partner della Gran Bretagna si riuniranno oggi qui a Bratislava in un vertice informale. L’obiettivo è di fare un esame di coscienza sulle gravissime divisioni che segnano l’Unione, riportare una sembianza di unità tra i governi e concordare una tabella di marcia sulle misure da prendere nei prossimi sei mesi. Il dibattito sarà segnato dal confronto tra l’Est e l’Ovest in Europa.

«Vogliamo iniziare a Bratislava un processo di riavvicinamento e di rilancio che deve concludersi in marzo quando l’Unione si riunirà a Roma per festeggiare i suoi sessant’anni», ha detto un alto funzionario europeo. «Per avere successo dobbiamo avere una discussione onesta sulle nostre debolezze (...) Una precondizione è di riportare la fiducia tra i paesi membri. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è convinto che per farlo bisogna avere una discussione franca e aperta».

Il vertice di oggi avrà tre fasi. La prima, in mattinata, dovrà servire a fare una diagnosi della crisi in cui versa l’Unione, «drammatica», secondo l’espressione utilizzata dall’alto funzionario europeo. Non si parlerà tanto della scelta inglese di lasciare l’Unione, ma della crescente disaffezione delle pubbliche opinioni rispetto al progetto europeo, della differenze nazionali, delle spaccature tra l’Est e l’Ovest sul tema dell’immigrazione, così come tra il Sud e il Nord sulla questione dell’economia.

Proprio il Gruppo di Visegrad (V4), che raggruppa l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, appare combattivo: vogliono una Europa più intergovernativa e meno comunitaria: «I paesi del V4 avranno probabilmente una posizione comune a Bratislava (...) e dovrebbero fare proposte comuni», ha avvertito ieri a Budapest Janos Lazar, capo di gabinetto del premier ungherese Viktor Orbán. «L’obiettivo sarà di rafforzare la legittimità delle nazioni in Europa».


Fonte: elaborazione Il Sole 24 Ore

Non era chiaro ieri sera se i paesi dell’Est siano pronti a chiedere una modifica dei Tratttati, come evocato dall’agenzia di stampa Ansa. Diplomatici notano divisioni anche tra i paesi di Visegrad. La seconda fase del summit sarà invece riservata a un resoconto che il presidente Tusk farà del suo recente incontro a Londra con Theresa May, la premier britannica. Infine, la terza fase del vertice sarà dedicata ai passi concreti che l'Unione a 27 potrà fare da qui all’incontro romano del marzo 2017.

Nota un diplomatico: «Lo slogan è: promettere meno di quanto poi saremo in grado di fare». Tra le misure concrete che i 27 dovrebbero sostenere vi è il rafforzamento della frontiera bulgara con la Turchia. Un altro aspetto che potrebbe fare passi avanti – almeno da un punto di vista delle dichiarazioni politiche di principio - è quello della difesa. La Commissione europea ha proposto di attivare gli articoli dei Trattati che prevedono cooperazioni rafforzate strutturate in questo campo (si veda l’articolo sotto).

Al netto del confronto Est-Ovest, a Parigi, dove ha incontraro il presidente francese François Hollande, la cancelliera Angela Merkel ha spiegato ieri: «Vogliamo mettere la parola fine alle preoccupazioni dei nostri popoli. L’Europa deve tornare il sinonimo di speranza e futuro». Tre i settori nei quali secondo Parigi e Berlino è possibile adottare misure concrete rapidamente: il controllo delle frontiere esterne, l’investimento nell’energia e nell’economia digitale, la promozione della mobilità dei giovani.

Ad alimentare il dibattito saranno anche le recenti proposte della Commissione nel campo delle telecomunicazioni. Nota un altro diplomatico: «Le proposte hanno il merito di essere concrete e non controverse. Che vengano fatte proprie è un altro discorso». Ormai la materia prima che più manca tra i paesi membri è la fiducia. Addirittura, scherzando solo in parte, l’alto funzionario europeo ha espresso la speranza che la discussione di oggi avvenga «nei limiti della buona educazione».

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