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Yellen a Trump: la Fed non fa politica, «nessun conflitto di…

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la polemica sulla banca centrale

Yellen a Trump: la Fed non fa politica, «nessun conflitto di interesse»

Janet Yellen prima dell’audizione alla Camera (Ap)
Janet Yellen prima dell’audizione alla Camera (Ap)

NEW YORK - La polemica sulla Federal Reserve «politicizzata» fa il suo ingresso a Capitol Hill. Le accuse mosse dal candidato repubblicano Donald Trump, secondo il quale la Banca Centrale americana «fa più politica di Hillary Clinton» mantenendo troppo bassi, ingiustificatamente, i tassi di interesse ha trovato eco alla Camera durante un'audizione del presidente della Fed Janet Yellen sulla solidità del sistema bancario: Yellen ha dovuto difendere l'indipendenza dell'istituto centrale e delle sue scelte da nuove critiche, questa volta incentrate su presunti conflitti di interesse del governatore Lael Brainard, una delle più convinte colombe di politica monetaria.

Brainard è finita nella bufera per piccole donazioni personali alla campagna di Hillary Clinton e per voci che la vorrebbero chiamata a servire in una amministrazione democatica in caso di vittoria alle urne del partito l'8 novembre. «Non credo ci sia alcun conflitto di interessi», ha risposto Yellen. «Non sono a conoscenza di alcun contatto fra il governatore Brainard e la campagna Clinton», ha continuato. E ha poi negato più in generale nuovamente che la Federal Reserve «faccia politica». Sui tassi di interesse ha tenuto ferma la cautela finora mostrata che ha legato alla necessità di sostenere la crescita economica: «Non esiste un calendario esatto per il loro rialzo», ha dichiarato.

Trump aveva rilanciato le accuse di politicizzazione alla Federal Reserve nel corso del primo dibattito presidenziale lunedì sera. Aveva affermato che la Fed è responsabile con la sua politica ultra-accomodante di aiutare Barack Obama e Clinton al prezzo di creare una «grassa e disgustosa bolla speculativa» in Borsa, che esploderà quando i tassi dovranno essere alzati. La stampa americana ha in seguito riportato che Brainard ha donato 750 dollari alla campagna di Clinton tra il novembre e il gennaio scorsi. I portavoce della Fed hanno chiarito che le donazioni non sono in violazione di alcuna regola della Banca centrale, che vieta solo ai suoi esponenti di impegnarsi in attività di partito.

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