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Dopo lo scandalo questa notte il dibattito: ultima occasione per Trump

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la SFIDA TV CON HILLARY

Dopo lo scandalo questa notte il dibattito: ultima occasione per Trump

Donald Trump (Ansa)
Donald Trump (Ansa)

NEW YORK - Il secondo dibattito presidenziale (questa notte alle 3 del mattino ora italiana) sarà drammatico e difficilissimo per Donald Trump: sappiamo che la prima domanda di Anderson Cooper, il moderatore, riguarderà il video scandalo. E per “il Donald” sarà quello il momento decisivo, l'ultima occasione per scusarsi delle volgarità sessuali di 11 anni fa e per convincere il pubblico di essere un «uomo cambiato... ha chiesto scusa, la battaglia per la presidenza è molto piu' grande di volgarità di cui si è pentito» come ha ripetuto in tutti gli show di questa mattina l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani.

Ma Giuliani è stato uno dei pochissimi irriducibili fedelissimi - con Chris Christie e Roger Ailes - a prendere le difese di un candidato che in questo momento ha davanti a se letteralmente il baratro. Secondo le più recenti analisi, se le elezioni fossero oggi Trump perderebbe quasi ogni stato, anche quelli che sembravano inclini a votare per lui come il West Virginia. Con la sua disfatta ci sarà la disfatta del partito repubblicano: si dà per certo che il Senato passerà ai democratici e che Chuck Schumer, senatore dl New York diventerà il capo della nuova maggioranza alla Camera alta. Ma per i repubblicani è a rischio anche la Camera, con una prospettiva scoraggiante per un partito che appare avvolto da una crisi irreversibile: queste elezioni del 2016 potrebbero essere la peggiori dal 1912, quando Woodrow Wilson vinse per i democratici e il candidato repubblicano, Taft, ottenne solo il terzo posto in una corsa a quattro che schierava come leader di un nuovo partito l'ex Presidente Theodore Roosevelt.

Per Trump non ci sono molte vie d'uscita, se non quella di chiedere scusa e perdono. Cercherà di contrattaccare denunciando Hillary per gli scandali sessuali del marito Bill. Ma è roba vecchia, l'ex presidente, che appare comunque molto invecchiato, non corre per la Casa Bianca ed è passato quasi 20 anni fa per un impeachment dal quale è stato assolto. Gli strateghi dunque insistono che per Trump sarebbe un errore attaccare la Clinton sul fronte degli scandali sessuali quando, a confronto, i suoi sono giganteschi. Ma visto che il tema di questa notte, in un formato Town Hall Meeting, riguarderà il carattere e la personalità dei candidati, Trump dovrà trovare il mondo per contrattaccare oltre a scusarsi.

Ed è vero che una quarantina di repubblicani che appoggiavano Trump si sono già fatti indietro, ma Paul Ryan, il Presidente della Camera che aveva cancellato sabato un comizio in Wisconsin, non ha ancora ritirato il suo appoggio al candidato ufficiale del partito. La decisione finale su come comportarsi sara' presa domani mattina in un incontro a Washington al quale parteciperà la leadership repubblicana, incluso Charles Dent, presidente della Commissione Etica alla Camera.

Dent questa mattina ha attaccato Trump, ha detto che secondo lui non rappresenta in nessun modo e quasi per nessuna tematica i valori del partito repubblicano. Ma ha rivelato che non si poteva non dargli l'ultima chance, quella di limitare il danno, nel dibattito di questa notte. Il dramma è dunque shakespeariano, la tensione alle stelle, la curiosità di seguire in diretta un pezzo di storia è incontenibile. Per questo si stima che il dibattito di questa sera alla Washington University a St Louis in Missouri, sarà ancora più seguito del precedente in un atmosfera incandescente.

Oltre all'attesa per la reazione di Trump - e per quella di Hillary, che affronterà lo scandalo - c'è il dramma per il partito repubblicano, travolto da un fungo termonucleare. Del resto il semplice fatto che ancora oggi, dopo tutto quel che à successo, il destino del Grand Old Party resti appeso alla performance di un candidato screditato fino al midollo, la dice lunga sulla crisi interna di un partito sgretolato, trascinato a destra da militanti estremisti che hanno creato l'entroterra populista e anti intellettuale in cui un personaggio controverso, superficiale, pervaso da un atteggiamento da reality show come Trump potesse addirittura aggiudicarsi la nomination.

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