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I repubblicani in fuga da Trump: 36 parlamentari lo denunciano. E lui: «Ipocriti moralisti»

Donald Trump (Ap)
Donald Trump (Ap)

NEW YORK - Per tanti e forse troppi nel Grand Old Party, nel partito repubblicano che fu di Lincoln, Donald Trump ha passato il punto di non ritorno. Le prese di distanza dal loro candidato alla Casa Bianca si stanno trasformando in una drammatica fuga di influenti leader nazionali e locali per cercare di salvare il salvabile, per evitare di essere travolti assieme a lui alle urne dell'8 novembre perdendo oltre alla faccia e alla presidenza anche la maggioranza al Congresso. «Ipocriti moralisti», li ha definiti Trump in un tweet al veleno.

Ma il presidente della Republican Conference del Senato, l'organizzazione ufficiale che rappresenta i senatori in Congresso, ha chiesto che Trump lasci il posto al candidato alla vicepresidenza, Mike Pence. Il senatore John Thune, del South Dakota - il cui ruolo è distinto da quello del leader della maggioranza repubblicana in Senato Mitch McConnell - è il repubblicano più alto in grado nel partito a chiedere un passo indietro del candidato ufficiale.

Il conto dei “disertori” ad oggi ha raggiunto quota 36 soltanto tra i membri del Congresso, un tradimento senza precedenti durante una campagna presidenziale.

Tuttavia per i repubblicani la crisi è profonda, perché cacciare Trump dal ticket - a meno che sia lui a rinunciare e lui assicura di no «neppure tra un milione di anni» - è pressoché impossibile: a meno di un mese dalle elezioni si sono già avvalsi del voto anticipato oltre 400.000 americani in 18 stati e spesso sono passate le scadenze per ristampare le schede elettorali con qualunque cambiamento.

Altrettanto difficile è immaginare, nonostante le speranze dei suoi consiglieri, che Trump riesca a ribaltare la situazione con il dibattito di questa sera in Missouri, il secondo scontro con Hillary Clinton, dopo che ha già perso il primo. Hillary tradizionalmente fa bene in questi incontri mentre Trump, anche al meglio di sé, preferisce i comizi. Anche se ha promesso nuovi attacchi e rivelazioni su scandali a carico dell'ex presidente e marito Hillary, Bill Clinton, scelta che a sua volta minaccia di diventare un boomerang perché gli americani, se non amano Hillary, hanno finora dimostrato di non avere interesse a rivangare la presidenza di Bill Clinton perché non è lui a correre per la Casa Bianca.

Il vice di Trump, Mike Pence, ha detto in queste ore a un gruppo di grandi finanziatori repubblicani di essere ancora del tutto a fianco di Trump, ma è stato costretto a dargli lui stesso una specie di ultimatum: deve riscattarsi questa sera dalle volgarità che è stato costretto anche lui a denunciare pubblicamente - altro atto senza precedenti per un vice. E il Segretario generale del partito, Reince Priebus, se ufficialmente sostiene ancora Trump ha già ordinato all'organizzazione repubblicana di stornare i fondi disponibili a favore delle corse parlamentari e statali, immagina do di rinunciare ormai di fatto alle presidenziali.

Brucia, in particolare, il ritiro ufficiale dell'appoggio di una icona del partito quale il senatore dell'Arizona John McCain, che lascia solo l'anziano Bob Dole tra gli ex candidati alla Casa Bianca o presidenti repubblicani a fianco di Trump. Leader del partito hanno ormai paragonato la crisi a quella sofferta dai repubblicani negli anni Settanta con lo scandalo Watergate e il processo di impeachment contro Richard Nixon.

Prima ancora delle ultime rivelazioni di oscenità e abusi nei confronti delle donne registrate in video e audio nel 2005 dalla trasmissione Access Hollywood e pubblicate dal Washington Post, Trump arrancava nell'opinione pubblica: gli ultimi sondaggi lo davano indietro di 12 punti in Pennsylvania e di tre punti in Florida, stati in precedenza incerti. Ora deve fare i conti con la sconfessioni da parte dell'intero partito repubblicano dello Utah, dal governatore a senatori e deputati. Il partito del New Hampshire ha comunicato formalmente che non ci saranno ripercussioni per qualunque politico locale che scarichi Trump e così ha fatto quello dell'Ohio.

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