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Siria, raid su Aleppo est: morti oltre dieci civili, molti bambini

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Siria, raid su Aleppo est: morti oltre dieci civili, molti bambini

Il doppio fronte della guerra all’Isis vive ore di intensi combattimenti: in Iraq l’esercito iracheno, i peshmerga curdi e la comunità internazionale tentano la riconquista della città di Mosul, mentre in Siria continua l’assedio di Aleppo. È di almeno 12 uccisi, tra cui cinque bambini, il bilancio di raid aerei russi o governativi su Aleppo est, la zona della città controllata dagli insorti. La notizia è stata data dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), secondo cui i bombardamenti hanno colpito abitazioni civili nei quartieri orientali dove sono in corso combattimenti tra forze lealiste e insorti.

Intanto la riconquista da parte dei ribelli siriani, appoggiati dalla Turchia, del villaggio di Dabiq, nel nordovest della Siria, e di altre otto località in precedenza sotto il controllo dell’Isis, sta garantendo una maggiore sicurezza lungo la frontiera turca. Questa è l’analisi dei militari turchi all’indomani dell’annuncio dell’avanzata decisiva dei ribelli. Peraltro la minaccia di attacchi con razzi dalla Siria contro la Turchia è ridotta, almeno così afferma un comunicato dei militari turchi riportato dal portale del giornale filogovernativo Sabah. Secondo l’esercito, nelle ultime 24 ore nove ribelli dell’Esercito libero siriano (Els) e “molti” jihadisti sono morti mentre sarebbero 24 i ribelli rimasti feriti. Per i militari turchi gli ultimi sviluppi sul campo di battaglia hanno permesso di rafforzare la sicurezza nelle zone delle città frontaliere di Kilis e Karkami.

Il villaggio di Dabiq si trova a nord di Aleppo e poco distante dal confine con la Turchia. La propaganda dell’Isis ha attribuito nei mesi scorsi grande importanza alla Valle del Dabiq con un riferimento a un’antica profezia secondo cui la “battaglia finale” tra crociati e musulmani sarà combattuta in questa località. La rivista di propaganda del sedicente Stato Islamico si chiama infatti Dabiq.

Stati Uniti e Gran Bretagna nel frattempo hanno avvertito il regime siriano e l’alleato russo che le potenze occidentali stanno valutando di imporre sanzioni economiche contro Damasco e Mosca per i continui raid aerei su Aleppo. Il segretario di Stato americano John Kerry - che ieri a Losanna non è riuscito nell’incontro con l’omologo russo Serghei Lavrov e i colleghi di Arabia Saudita, Iran, Qatar, Egitto, Kuwait e Giordania a trovare un’intesa per una tregua - ha avvisato Siria e Russia che i bombardamenti di civili ad Aleppo sono «crimini contro l’umanità». Kerry, assieme al capo del Foreign Office, Boris Johnson, di cui è ospite a Londra, ha auspicato che Mosca colga l’occasione di dimostrare compassione per le vittime. Ma «l’Occidente non ha fame di opzioni militari in Siria», ha spiegato Johnson al termine dei colloqui a Londra sul conflitto nel Medio Oriente. Per il capo del Foreign Office non è percorribile l’imposizione di una no fly zone e ci sono solo «strumenti diplomatici» da utilizzare per risolvere la crisi umanitaria di Aleppo.

Dal fronte europeo, però, il capitolo sanzioni è affrontato con toni differenti: nessun paese membro dell’Ue ha proposto di inasprire sanzioni alla Russia a causa della crisi siriana, pertanto l’argomento «non è sul tavolo» del Consiglio affari esteri. Questa precisazione giunge dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini, al suo arrivo a Lussemburgo. Notizie sulla richiesta di nuove sanzioni alla Russia sono apparse sulla stampa, ma non alle riunioni dei Paesi Ue, ha osservato Mogherini.

Decine di miliziani dell'Isis sono scappati in Siria con le famiglie dopo l'inizio dell'offensiva irachena per la riconquista di Mosul. Lo rivela la tv satellitare curda Rudaw, secondo la quale ci sono dai 3.000 ai 4.500 combattenti jihadisti a difendere la seconda citta' irachena, che controllano da piu' di due anni.

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