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Voci di rimpasto nel governo Tsipras in calo di popolarità

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Voci di rimpasto nel governo Tsipras in calo di popolarità

Il premier greco Alexis Tsipras (Afp)
Il premier greco Alexis Tsipras (Afp)

Il premier greco Alexis Tsipras ha detto recentemente a margine di un vertice europeo al cancelliere tedesco Angela Merkel che la Grecia vorrebbe tornare sul mercato dei capitali al più presto ma l'ultima emissione nel 2014 fatta dall'ex premier conservatore Antonis Samaras non è andata molto bene per gli investitori visto che il bond ellenico è sotto la parità. Ma che sta succedendo sotto il Partenone? Tsipras sta considerando da giorni un rimpasto di governo per cercare di invertire un crollo nella popolarità di alcuni ministri che oggi vede come seri ostacoli per ottenere l'agognata riduzione del debito pubblico dalla troika.

Tsipras vorrebbe far passare le riforme chieste dai creditori al più presto così da realizzare la ristrutturazione del debito e poter accedere al programma di allentamento quantitativo della Banca centrale europea da cui oggi la Grecia è esclusa pur essendo il paese che ne avrebbe più bisogno. La riduzione del debito e l'ingresso nel Qe potrebbe placare la rabbia dei greci estenuati da sette anni di austerità e persuaderli che anni di sacrificio economico stanno dando finalmente dei risultati.

Il ministro dell'Energia, Panos Skourletis, che si oppone ad alcune privatizzazioni chiave richieste dai creditori, tra cui la vendita di una partecipazione nella società elettrica greca Dei , è tra i ministri che potrebbero essere sostituiti. Il ministro delle Finanze Euclide Tsakalotos potrebbe prendere il suo posto, dicono fonti raccolte da Reuters. Alla domanda di commentare un possibile rimpasto, la portavoce del governo Olga Gerovassili ha detto a Skai TV che l'obiettivo del governo è solo «l'efficace» gestione del paese. Insomma non ha risposto.

Un rimpasto potrebbe aiutare Tsipras nel continuare a cercare un difficile equilibrio tra l'attuazione delle dolorose riforme strutturali, tagli al welfare e il calo di popolarità per Syriza, in corso da mesi da mesi. Syriza perde terreno, nelle rilevazioni più recenti, nei confronti di Nea Dimokratia. Secondo i dati raccolti dalla società Alco per newsit.gr la settimana scorsa Syriza può contare su un 15,1% di gradimento rispetto al 21,5% per il partito conservatore.

Tsipras è stato eletto la prima volta 21 mesi fa promettendo di porre fine ad anni di austerità imposta dai creditori internazionali in cambio di tre piani di salvataggio. Ma il premier è stato costretto a invertire la rotta nel luglio scorso a causa della minaccia di essere cacciato fuori dalla zona euro e ad accettare nuove riforme in cambio di un terzo piano di salvataggio internazionale da 86 miliardi di euro a cui il Fmi non ha ancora partecipato pienamente. Poi Tsipras è stato rieletto nel settembre dello scorso anno. A questo punto però il premier potrebbe decidere un rimpasto entro un mese ad Atene per dare un segnale di discontinuità.

“Tsipras è stato eletto la prima volta 21 mesi fa promettendo di porre fine ad anni di austerità imposta dai creditori internazionali in cambio di tre piani di salvataggio”

 

Intanto la troika è tornata ad Atene per far approvare una riforma sul mercato del lavoro e in particolare sui licenziamenti collettivi, altri aumenti di tasse e nuove privatizzazioni. Già oggi le imposte sugli immobili in Grecia sono aumentate di ben sei volte, secondo i calcoli della società di revisione PwC. Un passo decisamente molto impopolare per un partito di sinistra come Syriza ma forzata dai creditori se si vuole arrivare al taglio del debito.

Nell'ambito del terzo piano di prestiti da 86 miliardi di euro concordati nel 2015, la Grecia si è impegnata a portare avanti la vendita di asset statali per raccogliere 14 miliardi di euro entro il 2022e ridurre il debito pubblico che viaggia al 177% del Pil.

Atene però è già in ritardo nella privatizzazione della Dei, la società elettrica. Lo stato, che ora possiede il 51 per cento della Dei per un valore di mercato di 684 milioni di euro, prevedeva di vendere entro settembre il 17 per cento della società. La data è poi slittata a novembre mentre il ministro Skourletis ha detto che la società elettrica non sarebbe stata ceduta in fretta e furia ma con i tempi adeguati.

Nel tentativo di riconquistare la popolarità perduta, Tsipras ha deciso di attaccare il sistema televisivo ellenico in mano a pochi potentati economici del paese, forze che l'ala sinistra di Syriza considera i responsabili veri del disastro in cui è finita la Grecia. Ma la mossa, sebbene per la prima volta la messa all'asta delle licenze tv abbia generato milioni di entrate per l'Erario, non ha risollevato le sorti della popolarità del governo. Almeno per ora.

Ora tutti aspettano il Consiglio di Stato che dovrebbe pronunciarsi la prossima settimana su un'asta per le concessioni televisive lanciata nel mese di settembre. La decisione potrebbe determinare il futuro di uno degli uomini più vicini a Tsipras, il ministro di Stato Nikos Pappas, che ha supervisionato l'asta tv e potrebbe, in caso di sentenza sfavorevole, passare ad un altro ministero nel prossimo rimpasto.

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