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Il Governo tedesco blocca la vendita del gruppo hi-tech Aixtron ai cinesi

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Il Governo tedesco blocca la vendita del gruppo hi-tech Aixtron ai cinesi

I vertici della Cdu riuniti oggi a Berlino. (Afp)
I vertici della Cdu riuniti oggi a Berlino. (Afp)

FRANCOFORTE - Il Governo tedesco ha bloccato temporaneamente l’acquisizione della Aixtron, un fornitore di tecnologia all’industria dei semiconduttori, da parte del fondo cinese Grand Chip Investment. L’iniziativa è un segnale del disagio, negli ambienti politici e industriali tedeschi, nei confronti della crescente ondata di acquisizioni cinesi in Germania soprattutto nel settore dell’alta tecnologia. Il ministro dell’Economia, Sigmar Gabriel, che ha competenza sulla materia, sta spingendo per l’allargamento dei poteri a livello europeo per bloccare le operazioni da parte di imprese di Stati che non appartengono all’Unione Europea.

L’operazione Aixtron, concordata nel maggio scorso, attribuisce all’azienda un valore di 670 milioni di euro ed era stata approvata dal ministero ai primi di settembre. Ora, secondo una comunicazione di venerdì scorso, di cui la Aixtron ha dato notizia ieri, il Governo ha ritirato il “certificato di non obiezione” e ha riaperto la revisione del caso. La procedura dovrà stabilire se l’operazione «può disturbare l’ordine pubblico». Al momento, la legislazione tedesca prevede che le acquisizioni possano essere bloccate per minaccia alla sicurezza, alla difesa o alla stabilità finanziaria. Alla Aixtron si sono detti «sorpresi» della decisione, che ha causato un’immediata caduta in Borsa del titolo di oltre il 7 per cento. L’azione era salita del 32% nei mesi scorsi sulle notizie della vendita.

L’annuncio si inquadra in una più vasta opposizione al crescente numero di acquisizioni cinesi in Germania. Secondo cifre raccolte dall’agenzia Bloomberg, queste hanno superato gli 11 miliardi di euro quest’anno. Ma, più dei volumi, a preoccupare è il contenuto tecnologico delle aziende acquisite. Quando nei mesi scorsi la cinese Midea ha acquistato la Kuka, uno dei produttori di robot più avanzati, che rifornisce tutta l’industria tedesca, per 4,5 miliardi di euro, c’era stata una levata di scudi. Tuttavia, un tentativo da parte di Gabriel di trovare un “cavaliere bianco” tedesco o europeo che potesse sostituirsi alla Midea non era andato in porto.

Un’altra operazione che è sotto la lente del ministero è la vendita della Osram, il produttore di lampadine, materiale elettrico e semiconduttori, per la quale sarebbero in corsa due potenziali acquirenti, entrambi cinesi, la Sanan Optoelectronics e il fondo di private equity Go Scale.

Gabriel, che è anche vicecancelliere e leader del partito socialdemocratico, sta cercando ora di riacquistare l’iniziativa politica su questo fronte, in Germania e in Europa. Ha fatto una proposta per un riforma della legislazione tedesca, che per ora non è ancora arrivata al vaglio dell’esecutivo, e spinge per un intervento europeo. «L’Unione Europea – ha detto recentemente all’assemblea della Confindustria tedesca, la Bdi – deve prendere una posizione chiara sulla Cina».

Secondo Gabriel, la Ue dovrebbe dotarsi dei poteri di veto sull’acquisizione di quote superiori al 25% di imprese europee da parte di compratori di Paesi non-Ue, quando in questi Stati manca la reciprocità (una circostanza che era stata lamentata anche dal cancelliere Angela Merkel non caso della Kuka), cioè l’apertura ad acquisizioni da parte di imprese europee, o quando il compratore riceva ordini o finanziamenti dal Governo dello Stato extra-europeo.
La posizione di Gabriel ha trovato il sostegno del commissario europeo all’economia digitale, Guenther Ottinger. Questi è tedesco e appartiene alla Cdu, il partito del cancelliere Merkel e il suo appoggio potrebbe essere un’indicazione che un accordo sulla questione è in vista anche nella grande coalizione di governo.

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