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Turchia, arrestato l’editore del quotidiano 'Cumhuriyet'

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giro di vite su media e curdi

Turchia, arrestato l’editore del quotidiano 'Cumhuriyet'

Akin Atalay, editore di Cumhuriyet, arrestato dalla polizia turca
Akin Atalay, editore di Cumhuriyet, arrestato dalla polizia turca

Approfittando della disattenzione delle cancellerie mondiali concentrate sulle elezioni americane il governo di Ankara ha portato avanti un nuovo giro di vite sui media turchi, incurante delle pressioni di vari paesi europei volte a bloccare l’accesso della Turchia all’Unione europea in risposta alla svolta autoritaria in atto sul Bosforo. Akin Atalay, presidente del Consiglio di amministrazione del quotidiano turco Cumhuriyet, è stato arrestato con la solita accusa generica di terrorismo, al suo arrivo in Turchia, all'aeroporto di Istanbul, dalla Germania. Lo riferisce il quotidiano turco filo-governativo Sabah.

L'arresto di Atalay arriva dopo che, a fine ottobre, era stato arrestato il direttore del quotidiano, Murat Sabuncu, ed era stato spiccato un mandato nei confronti di Atalay e di 13 giornalisti di Cumhuriyet. La triste vicenda riguarda presunti legami tra il quotidiano laico e il predicatore islamico Fethullah Gulen (da sette anni in esilio volontario in Pennsylvania), accusato senza prove da Ankara di essere la mente del tentato golpe del 15 luglio.

L'ex direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, da qualche mese residente in Germania, era stato condannato in primo grado insieme al capo della redazione di Ankara, Erdem Gul, a cinque anni e 10 mesi di carcere per aver pubblicato la notizia su un camion dell'intelligence di Ankara, il Mity, carico di armi e diretto in Siria. Dundar era anche scampato ad un attentato da parte di un estremista nazionalista proprio davanti al tribunale di Istanbul.

Arresto degli assistenti dei deputati Hdp - Dopo l'arresto nei giorni scorsi di 10 deputati, la polizia turca ha fermato cinque assistenti parlamentari del partito filo-curdo Hdp, sospettati come al solito di sostegno ai “terroristi” del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Lo fa sapere lo stesso partito, secondo cui un blitz è stato compiuto nelle case di 6 consiglieri, 5 dei quali sono poi stati detenuti. «L'accesso all'assistenza legale è stato negato per 5 giorni e i loro dossier sono mantenuti segreti», denuncia l'Hdp in una nota. Tra i fermati, c'è anche il consigliere della co-leader Figen Yuksekdag, già arrestata insieme all'altro responsabile del partito, Selahattin Demirtas.

Cambio della Costituzione. In Turchia «cambieremo la Costituzione insieme al Mhp (nazionalisti, ndr) e approveremo il sistema presidenziale». Lo ha detto il premier di Ankara, Binali Yildirim, dopo aver incontrato il leader dell'opposizione nazionalista, il professor Devlet Bahceli, che ha dato un nuovo via libera al superamento del sistema parlamentare in favore di uno presidenziale, fortemente voluto dal capo dello stato Recep Tayyip Erdogan.

Il sostegno del Mhp - un partito di estrema destra che nasce dalla formazione dei “Lupi Grigi” di Ali Agca, l’attentatore del Papa - , è necessario alla maggioranza di governo per superare la soglia minima di 330 voti (su 550) per approvare in Parlamento modifiche costituzionali, da sottoporre poi a un referendum popolare, che l'Akp di Erdogan vorrebbe tenere entro aprile. L’arresto dei deputati del partito della minoranza curda Hdp, secondo alcuni analisti locali, è prodromico al raggiungimento della soglia minima dei 330 voti in Parlamento in quanto gli arrestati non vengono sostituiti dal primo dei non letti della stessa formazione ma si deve tornare ad elezioni suppletive. Tutto questo mentre il deficit delle partite correnti annualizzato del paese si è allargato a 32,4 miliardi di dollari nel mese di settembre, pari a oltre il 4% del Prodotto interno lordo, da 30,6 miliardi di dollari registrato nel mese di agosto.

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