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Italia e Ue divise sulla riforma degli strumenti di difesa commerciale

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ANTIDUMPING

Italia e Ue divise sulla riforma degli strumenti di difesa commerciale

«La Cina non è un'economia di mercato, non lo sarà domani e non lo sarà neppure entro la fine dell'anno. Le misure antidumping sono già oltre 40 trattati e ci tutelano. Noi vogliamo riformarli per renderli più forti e adeguati». Così ha spiegato il commissario Ue al Commercio internazionale, Cecilia Malmstrom, a Milano, nel corso di un dibattito sulle prospettive di politica commerciale, accordo con Usa e Canada e politiche antidumping.

Pochi giorni fa la Ue ha imposto nuovi dazi anti-dumping preliminari sui tubi senza saldatura in ferro e acciaio provenienti da Pechino. Tuttavia, il comparto produttivo italiano è a dir poco scettico davanti alla proposta della Commissione sulle nuove misure di difesa commerciale, che eliminando la divisione tra economie di mercato e non, non promuove ufficialmente la Cina ma rischia di rendere, nei fatti, più costoso, più lungo e farraginoso il processo che porta all'applicazione di misure punitive per i Paesi che operano in regime di distorsione del mercato.

«Noi - ha detto Malmstrom - abbiamo fatto una proposta che amplia i criteri per arrivare a una migliore tutela dei nostri produttori. Ora tocca a Consiglio e Parlamento Ue approvare la riforma».

Ma, sul punto, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel dialogo con Malstrom, è stato netto. Noi dobbiamo essere estremamente aperti verso i partner corretti ma altrettanto duri e inflessibili su chi opera in regime di dumping e distorsione del mercato. Siamo profondamente contrari all'attuale testo di riforma dei criteri antidumping così come sullo status di economia di mercato alla Cina». «Questa è la ragione - ha concluso Calenda - per cui noi abbiamo dato un parere fortemente negativo sia sulla proposta di compromesso di riforma degli strumenti di difesa commerciale sia sullo status di economia di mercato alla Cina».

Malmstrom ha poi glissato su altri due temi caldi, ovvero Brexit e Ttip.
«Per quanto riguarda Brexit - ha detto - attendiamo che Londra faccia il primo passo», così come «staremo a vedere - ha concluso Malmstrom - quale sarà la linea del neo presidente Trump. Sul Ttip non si è ufficialmente espresso. Per ora mi pare congelato e fuori dalle priorità del l'agenda politica».

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