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Pence fischiato a teatro

Al golf resort di Trump sfilano i candidati: c’è anche Romney. Il vice Pence fischiato a teatro

Romney e Trump oggi  al Trump National Golf Club di  Bedminster, nel New Jersey (Reuters)
Romney e Trump oggi al Trump National Golf Club di Bedminster, nel New Jersey (Reuters)

Weekend di intenso lavoro nel suo golf resort in New Jersey per Donald Trump, impegnato nel non facile compito di scegliere gli uomini più influenti della sua squadra di governo. Dopo le controverse nomine del ministro della Giustizia (Jeff Sessions), del Consigliere per la sicurezza nazionale (il generale Michael Flynn) e del direttore della Cia (Mike Pompeo), tre nomi considerati «hardliners» (“falchi”) dalla maggior parte dei media e degli osservatori indipendenti americani, ora il presidente eletto deve riempire altre caselle cruciali del suo puzzle, come quella del segretario di Stato, del ministro del Tesoro e del capo del Pentagono. L’attesa di molti esponenti di primo piano del partito repubblicano è che la seconda tornata di nomine sposti il baricentro del suo governo da destra verso posizioni più moderate.

Nel pomeriggio di venerdì Trump si è trasferito dal suo grattacielo di Manhattan nel golf club di Bedminister, nel New Jersey, mandando il tilt il traffico della città, affollata di turisti per le festività del Ringraziamento. Tutti i riflettori erano puntati sull'incontro con l'ex candidato repubblicano alla presidenza, Mitt Romney, suo fiero oppositore durante la campagna elettorale al quale, secondo anticipazioni di stampa, vorrebbe offrire la poltrona di segretario di Stato. Romney, al termine del faccia a faccia, si è limitato a definire «produttivo» lo scambio di idee. L'ex governatore del Massachusetts, che sfidò senza successo il presidente Barack Obama nel 2012, pronunciò un discorso di fuoco contro Trump lo scorso marzo, definendolo «una frode» e invitando il partito a non nominarlo. Trump ricambiò la cortesia descrivendolo come «un perdente» e sicuramente «non un amico». Non è chiaro se Romney vorrebbe un posto nell'amministrazione Trump, date le differenze pronunciate sulla politica commerciale e sui rapporti con la Russia. Da segretario di stato, seppur cercando di moderare i toni, Romney dovrebbe portare avanti politiche a cui è contrario e la sua disponibilità a farlo è tutta da vedere. Nel 2012, Mitt Romney perse contro Barack Obama con quasi 60 milioni di voti, un risultato che ne fa il candidato repubblicano più votato degli ultimi 20 anni.

Non c’è solo Romney nell’agenda del presidente eletto. Al golf club è andata in scena oggi, e continuerà domenica, una parata di personaggi di primo piano. Oggi Trump ha ricevuto, tra gli altri, Steve Mnuchin, favorito per il posto di segretario al Tesoro, il generale a quattro stelle in pensione, James Mattis, l'amministratore delegato dei ristoranti Cke, Andrew Puzder, papabile ministro del Lavoro secondo alcuni media, Michelle Rhee, possibile ministra dell'Istruzione. Ieri invece ha visto Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas nonché candidato alle primarie repubblicane nel 2008 e 2016, che potrebbe essere stato sondato come futuro segretario alla Sicurezza interna.

Domenica la fitta agenda del presidente eletto prevede un incontro con Wilbur Ross, il miliardario investitore specializzato in acquisizioni e ristrutturazioni di società in crisi, che potrebbe essere scelto come segretario al Commercio. Un incarico cruciale su un tema che stando agli annunci di Trump potrebbe segnare una forte discontinuità rispetto ai precedenti governi, con un ritorno a pratiche commerciale protezionistiche e con la rinegoziazione di Trattati internazionali come il Nafta (l’Accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico). Sempre domenica sono previsti anche incontri con Chris Christie, ex governatore del New Jersey estromesso pochi giorni fa dalla guida del team di transizione (secondo i maligni perché quando era procuratore del New jersey aveva fatto condannare il padre di Jared Kushner, genero di Trump e suo consigliere in ascesa), l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani e Kris Kobach, segretario di Stato del Kansas che ha sposato una linea intransigente in materia di immigrazione.

Intanto il magnate newyorkese, sempre molto attivo sui social media anche dopo le elezioni, si è scagliato su twitter contro il cast di Hamilton, il primo musical della storia a vincere il premio Pulitzer. «Il nostro meraviglioso vice presidente Mike Pence è stato molestato ieri sera a teatro. Questo non dovrebbe accadere», ha scritto Trump dopo che il suo numero due - presente oggi nel New Jersey - è stato accolto a fischi al Richard Rodgers Theater di Broadway dove andava in scena il popolarissimo show di Lin-Manuel Miranda ispirato alla vita del primo segretario al Tesoro americano Alexander Hamilton e ai Founding Fathers.

«Il Teatro dovrebbe essere un posto sicuro. Il cast di Hamilton è stato molto maleducato con un uomo buono. Si scusi!», ha proseguito Trump in un secondo micro-messaggio. Pence aveva ricevuto pochi applausi ma soprattutto boati di disapprovazione all'ingresso a teatro. Alla fine dello show il vice di Trump aveva tentato di andarsene alla chetichella ma, a sipario calato, lo aveva raggiunto la voce di un attore, Brandon Dixon, con un monologo fuori programma. Dixon, un afroamericano, nello show ha la parte del vice-presidente di due secoli fa, Aaron Burr. Autore del testo, lo stesso Miranda: «Noi siamo l'America diversa, che è allarmata e ansiosa dalla possibilita' che la nuova amministrazione non ci protegga, non protegga il nostro pianeta, i nostri figli e i nostri genitori. Che non ci difenda e che non faccia rispettare i nostri diritti inalienabili», ha detto Dixon dopo aver chiesto al pubblico di smettere di fischiare: «Mike Pence, sei benvenuto. Ci auguriamo che lo show sia stato fonte di ispirazione per lavorare per tutti noi».

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