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Francia, Fillon stravince al secondo turno delle primarie della destra

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Francia, Fillon stravince al secondo turno delle primarie della destra

L’apertura delle schede con le preferenze alle primarie della destra in Francia (Reuters)
L’apertura delle schede con le preferenze alle primarie della destra in Francia (Reuters)

Certo era più facile, ma questa volta sondaggisti ed esperti non hanno sbagliato. Il candidato della destra alle presidenziali francesi del 2017 sarà il sessantaduenne François Fillon, l'uomo della Sarthe, liberista in economia e conservatore sui temi della famiglia e della società.

Con oltre il 65% dei consensi è lui il vincitore, il trionfatore di una battaglia che ha appassionato la Francia. Come dimostra la forte partecipazione al primo turno di una settimana fa (oltre 4,2 milioni di persone) e ancor più al ballottaggio (circa 4,5 milioni di persone, il 12% dei votanti alle presidenziali del 2012 e ben il 27% degli elettori che quattro anni fa hanno scelto Nicolas Sarkozy). E anche l'eccezionale audience dell'unico dibattito televisivo tra i due contendenti (giovedì scorso, con quasi 9 milioni di spettatori).

Numeri che evidenziano d'un lato l'interesse che conserva la politica nel Paese e dall'altro la presa di coscienza che il candidato dei Républicains ha buone probabilità (stando almeno ai tanto criticati sondaggi) di essere il futuro ospite dell'Eliseo. Perché per i socialisti risalire dall'abisso di impopolarità in cui si trovano ha il sapore dell'impresa impossibile. Perché sembra difficile che l'outsider Emmanuel Macron, alla guida di un partito appena nato, possa raccogliere i consensi sufficienti. E perché l'estrema destra di Marine Le Pen, che potrebbe virare in testa al primo turno delle presidenziali, non pare ancora in grado di avere un adeguato serbatoio di voti in vista del ballottaggio.

Fillon sbaraglia Juppe', correra' per Eliseo

Sulla carta non c'era partita. Fillon, nella sorpresa generale, ha vinto il primo turno con il 44% dei voti. Distanziando di quasi 16 lunghezze il favorito Juppé. E costringendo a un umiliante (seppure dignitosissimo) ritiro dalla vita politica attiva l'ex presidente Nicolas Sarkozy. Il quale ha subito annunciato che avrebbe votato per il suo ex premier (tra il 2007 e il 2012), invitando i suoi seguaci (21% dei voti) a fare lo stesso.

Ma anche al di là degli scenari aritmetici, un po' elementari, Fillon aveva dato l'impressione di essere riuscito a costruire nelle ultime settimane una dinamica positiva, quella che l'ha portato al successo. Pur essendo in politica da sempre (nel 1981, a 27 anni, è diventato il più giovane deputato della storia francese), avendo fatto il ministro per sei volte e guidato il Governo per cinque anni (appunto con Sarkozy, tra il 2007 e il 2012), è riuscito nella straordinaria operazione di presentarsi all'opinione pubblica come un personaggio relativamente nuovo. Abbinando peraltro a questa immagine quella di una figura comunque dotata di esperienza, seria, rassicurante, all'ascolto. Uno del quale magari non condividi tutte le idee ma a cui affideresti i tuoi risparmi.

Si è proposto come leader di una “vera destra”, avendo capito che alla fine i francesi apprezzano la contrapposizione netta tra due schieramenti, due visioni della società, due proposte politiche chiaramente identificabili. Senza ambiguità o incertezze. Sostenuto dalle componenti più radicali del cattolicesimo (quelle che alla “Manif pour tous” sono riuscite a portare in piazza milioni di persone e che con “Sens commun” gli hanno garantito l'impegno di 9mila volontari sul campo), ha infine avuto la brillante idea di pubblicare, alla vigilia delle primarie, un libro il cui titolo non lascia dubbi quanto ai contenuti e agli intenti: “Sconfiggere il totalitarismo islamico”.

In questa settimana, a parte gli scontati slogan tipici della campagna elettorale, Alain Juppé (l'avversario che da favorito si è trasformato in outsider) ha dato quasi l'impressione di aver ormai alzato bandiera bianca. Il bruciante risultato del primo turno – quando tutti lo davano da tempo per vincente – gli ha fatto capire che il suo progetto “centrista” e moderato non ha convinto un elettorato che si è già radicalizzato in vista dello scontro per l'Eliseo (tant'è che esiste la possibilità di una candidatura del leader centrista François Bayrou, sostenitore del sindaco di Bordeaux).

In Francia sarà Fillon il candidato del centrodestra all'Eliseo

E proprio collocandosi in quella prospettiva, il segretario del sindacato più importante (e più radicale), Philippe Martinez della Cgt, ha già lanciato un avvertimento: Fillon deve prepararsi a una grande mobilitazione contro di lui e il suo programma. Nel mirino ci sono soprattutto l'aumento dell'età pensionabile a 65 anni (con l'allineamento del trattamento dei dipendenti pubblici su quello, meno favorevole, dei privati), l'abolizione delle 35 ore, il taglio di 500mila dipendenti pubblici e l'aumento a 39 ore (dalle 32-35 attuali) dell'orario settimanale effettivo dei funzionari.

Un'ultima considerazione, infine, sulle primarie, che grazie a una partecipazione ben più elevata del previsto (a quelle della sinistra nel 2011 hanno votato in 2,5 milioni) sono state un successo anche sul piano finanziario: poiché ogni elettore doveva versare due euro, sono stati incassati oltre 17 milioni. Una volta detratti i costi dell'organizzazione (circa 8 milioni) ne restano circa 9 che serviranno a finanziarie la campagna presidenziale, cioè poco meno della metà (22 milioni) del tetto fissato dalla legge per i candidati al ballottaggio.

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