Non ci sarebbe alternativa a un duello fra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron al ballottaggio per le presidenziali di aprile-maggio: questo il risultato dell'ultimo sondaggio uscito oggi in Francia, dell'istituto OpinionWay. Secondo lo studio l'ex ministro dell'Economia - che si è dimesso e non è passato attraverso le primarie socialiste - raccoglierebbe il 23% delle intenzioni di voto al primo turno, dietro la presidente del Front National (26%). François Fillon, travolto dallo scandalo dei presunti impieghi fittizi dei familiari, raggiungerebbe soltanto il 20%. Il candidato socialista Benoit Hamon sarebbe fermo al 14% e quello della “France insoumise”, il radicale Jean-Luc Melenchon, all'11%.
Al secondo turno, poi, Macron batterebbe in modo ampio Marine Le Pen, con il 65% dei voti contro il 35%. La leader del Fn sarebbe comunque battuta, sempre secondo il sondaggio (metodo che, peraltro, di recente ha riservato cocenti delusioni a chi gli ha attribuito massima credibilità) anche dal Fillon “azzoppato” dallo scandalo, secondo il sondaggio, con il 61% di voti contro il 39%.
Lo stesso Fillon ha fatto sapere di non voler assolutamente rinunciare alla candidatura dopo le accuse di impieghi fittizi alla moglie. In una conferenza stampa nel pomeriggio l’ex primo ministro ha chiesto scusa ai francesi («è stato un errore, mi dispiace molto») ed ha ammesso di avere utilizzato la moglie come collaboratrice ( «per 15 anni, per un importo medio netto di 3.677 euro, un salario perfettamente giustificata per una laureata in legge e lettere») oltre che di avere assunto i figli per 15 mesi come collaboratori parlamentari con un salario di 3.000 euro netti l'uno. «Tutte le somme sono state dichiarate al fisco e i contratti sono legali», ha esposto Fillon, che peraltro è crollato nei sondaggi d'opinione per il “Penelopegate” dopo essere stato inizialmente in testa. «Non sta al sistema mediatico giudicarmi, spetta ai francesi decidere», ha aggiunto.
Durante la conferenza stampa c’è stato spazio anche per uno scambio molto duro fra una giornalista del sito Mediapart e Fillon. Alla domanda della cronista, «lei ha detto al telegiornale che sua moglie Penelope aveva lavorato gratis per lei fino al 1998», il candidato ha risposto attaccando il sito, che ha avuto problemi con il fisco: «io non ho mai avuto accertamenti fiscali». Poi ha ammesso di essere stato «impreciso» perché «per 5 giorni» ha «accusato un colpo allo stomaco»: «Mi sono fidato dei dati diffusi fino ad allora dal Canard Enchainé».
Quanto a Penelope Fillon, avrebbe dichiarato ai magistrati di non avere « mai ufficializzato la funzione di assistente parlamentare». La moglie di Fillon ha tentato di dare una spiegazione plausibile circa i periodi in cui lavorava per lui all'Assemblée Nationale. «Preparavo delle schede», a volte «mi capitava di fare le sue veci», in particolare, in occasione di eventi culturali», ha assicurato. Penelope ha spiegato, ancora, che si occupava dell'agenda del marito e preparava la rassegna stampa.
Sull’incarico con Marc Joulard, il supplente che sostituì Fillon in parlamento dal 2002 al 2007, quando lui divenne premier, Penelope è stata piuttosto sibillina. Joulard «aveva bisogno di me per rafforzare la sua autorità», ha detto. Fillon riconobbe di aver chiesto a quest'ultimo di assumere la moglie in parlamento. Un modo per lui di «mantenere una presenza» nella sua circoscrizione elettorale. Secondo Le Monde, Penelope incontrava Joulard una volta a settimana a Parigi, poi nel week-end per colloqui «molto informali» nel collegio elettorale di Sablé-sur-Sarthe. (Al.An.)
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