New York - Il direttore dell'Fbi, James Comey, non ha detto che Donald Trump, il Presidente degli Stati Uniti, e' un bugiardo. Ma poco - anzi praticamente nulla - ci e' mancato: Comey, un repubblicano finora noto per aver seguito la pista dello scandalo delle e-mail di Hillary Clinton, ha chiesto al Dipartimento della Giustizia di smentire pubblicamente che Trump sia mai stato oggetto di sorveglianza e intercettazioni ordinate dal suo predecessore Barack Obama durante la campagna elettorale. E se non e' riuscito nell'intento di ottenere una presa di posizione ufficiale contro Trump, il suo messaggio e' arrivato chiaro e netto all'esterno: alti funzionari del Ministero hanno lasciato trapelare la sua richiesta.
Comey fin da sabato ha sostenuto in privato che quelle accuse erano del tutto false e andavano subito corrette, un intervento che gia' da solo da' vita a uno scontro senza precedenti tra l'Fbi e un Presidente in carica. Anche se il direttore dell'Fbi ha evitato di uscire direttamente allo scoperto come aveva invece fatto contro Clinton.
Trump aveva scatenato una serie di tweet sabato mattina che accusavano Obama di aver ordinato un'operazione di spionaggio ai suoi danni politicamente motivata paragonandola allo scandalo Watergate. Ieri ha precisato che il Congresso dovrebbe indagare per far luce su simili sospetti. Il Presidente non ha pero' fornito alcuna prova delle intercettazioni, ne' indicato quale fosse la fonte delle sue accuse. Che sembra essere soprattutto un articolo del sito di estrema destra Breitbart News, in passato gestito dall'attuale consigliere della Casa Bianca Steve Bannon. L'articolo, citando altre fonti ultra-conservatrici, ha sostenuto che esisterebbe una decisione segreta della speciale Corte Fisa che autorizza le intercettazioni contro Trump. Un'asserzione che solleva molteplici dubbi: nessuno e' riuscito finora a trovarne traccia; se esistesse la richiesta non arriverebbe comunque da Obama ma da autorita' inquirenti; e se fosse stata approvata dai magistrati vorrebbe dire che esistevano significative prove di reati o violazioni. La BBC aveva a sua volta citato possibili richieste dell'Fbi di intercettazioni di comunicazioni di banche russe con gli Usa e il Guardian una simile richiesta per monitorare i contatti russi di alcuni collaboratori di Trump, ma entrambi gli articoli non avevano trovate conferme.
Le accuse su operazioni di sorveglianza sono subito state smentite da portavoce di Obama e anche da ex funzionari dell'intelligence, quali l'allora direttore nazione dell'intelligence James Clapper. Anche alcuni leader repubblicani, quali i senatori Marco Rubio, Ben Sasse e Lindsey Graham, hanno preso le distanze chiedendo che Trump rivelasse da dove aveva ricevuto queste esplosive informazioni. La Casa Bianca non ha risposto agli inviti e Trump e' rimasto nel weekend isolato nel suo resort del golf in Florida, Mar-a-Lago, con i suoi piu' stretti collaboratori. Trump, secondo indiscrezioni, si sentirebbe assediato dallo scandalo delle dubbie relazioni di numerosi esponenti della sua squadra con la Russia, che nei giorni scorsi ha coinvolto proprio il Ministro della Giustizia Jeff Sessions.
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