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Presidenziali francesi, avanza Mélenchon, il «populista di sinistra»

Il candidato della sinistra radicale e populista Jean-Luc Mélenchon (Reuters)
Il candidato della sinistra radicale e populista Jean-Luc Mélenchon (Reuters)

Parigi - Sembra ormai delinearsi nettamente una corsa a quattro per le presidenziali francesi (primo turno il 23 aprile, ballottaggio il 7 maggio). In una campagna che continua a riservare nuove sorprese. L'ultima delle quali è la forte crescita nei sondaggi del candidato della sinistra radicale e populista Jean-Luc Mélenchon. Che secondo l'ultima rilevazione (di Kantar Sofres per il quotidiano di centro-destra “Le Figaro”) guadagna sei punti in una settimana e, con il 18%, supera per la prima volta il leader della destra François Fillon, stabile al 17 per cento. Perdono invece due punti ciascuno Marine Le Pen, presidente del partito di estrema destra “Front National”, e l'indipendente centrista Emmanuel Macron (entrambi al 24%). Va aggiunto che mentre la percentuale di chi è sicura del proprio voto è molto alta per la Le Pen e Fillon (intorno al 70%), gli elettorati potenziali di Macron e Mélenchon rimangono abbastanza mobili (con una certezza di voto intorno al 55%).

Una corsa a quattro

Stando ai sondaggi, l'incertezza rimane quindi molto alta (alimentata tra l'altro da un livello molto alto, e inedito, di indecisione degli elettori). E con quattro candidati che potrebbero ritrovarsi in un fazzoletto alla vigilia del voto, non si può escludere alcuno scenario. Nemmeno quello, disastroso, di un duello finale tra l'estrema destra e l'estrema sinistra, cioè tra la Le Pen e Mélenchon. Con due programmi che paradossalmente hanno molto in comune, con la denuncia dei Trattati europei, l'uscita dalla Nato, un forte aumento della spesa pubblica (e quindi del deficit).
Anche se certo l'ipotesi più probabile rimane al momento quella di un ballottaggio tra la Le Pen e Macron. E apparentemente vittoria finale assicurata per il secondo.

Ex socialista

Mélenchon – 65 anni, uscito dal partito socialista nel 2008 per fondare il “Parti de gauche”, con cui ha ottenuto l'11% cinque anni fa – è alla guida di un movimento appositamente costituito per le presidenziali (“La Francia ribelle”) che ha l'appoggio dei comunisti. Ed è riuscito a conquistare un terzo del potenziale elettorato socialista (con il candidato ufficiale del partito, Benoit Hamon, che veleggia ormai intorno al 9%). Tribuno abilissimo, ancora ieri ha fornito una impressionante prova di forza, con 70mila persone che hanno partecipato al suo meeting all'aperto al Vecchio Porto di Marsiglia.

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