DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Attacco terroristico nel cuore di Parigi. In uno dei luoghi più simbolici della capitale francese, gli Champs Elysées. Alla vigilia del voto per il primo turno delle elezioni presidenziali, domenica. In una Francia dov'è tutt'ora in vigore lo stato di emergenza.
Poco prima delle nove di ieri sera un'auto si è affiancata a un furgone della Prefettura – all'altezza dell'angolo con la Rue de Berri, nella parte alta della famosa strada che collega la place de la Concorde a quella dell'Etoile, nei pressi del negozio Marks&Spencer – un uomo è sceso e ha sparato contro la pattuglia con un kalashnikov, uccidendo un agente e ferendone altri due.
Ha poi cercato di colpire, correndo, gli altri poliziotti della pattuglia che erano sul marciapiede. Questi ultimi hanno risposto al fuoco e ucciso l'assalitore. Nella sparatoria è stata ferita leggermente una passante. Secondo alcune fonti ci sarebbe stato anche un complice, tutt'ora ricercato, ma la notizia non è stata confermata. In serata l'inchiesta è stata affidata alla sezione antiterrorismo della Procura di Parigi. Poco dopo è arrivata la rivendicazione dello Stato islamico: «L'attacco è stato realizzato da un nostro combattente».
Sugli Champs, una delle strade più commerciali e turistiche al mondo, ci sono ovviamente state scene di panico, con la gente che scappava dal luogo della sparatoria, cercando di rifugiarsi nei negozi e nei ristoranti. In pochi minuti l'intera zona è stata evacuata e blindata, mentre un elicottero sorvolava la zona e i corpi speciali del ministero dell'Interno rastrellavano l'intera zona per accertarsi che non ci fossero oggetti esplosivi. O altri terroristi all'opera. La Prefettura ha invitato la popolazione a evitare il quartiere degli Champs e tutte le stazioni della metropolitana lungo l'avenue sono state chiuse. Un vertice di crisi, con la partecipazione del premier Bernard Cazaneuve e del ministro dell'Interno Matthias Fekl, si è riunito all'Eliseo. Al termine del quale il presidente François Hollande ha confermato la matrice terrorista e assicurato «la massima vigilanza sulle elezioni».
Il terrorista sarebbe un francese di 39 anni, Karim C., nato a Livry Gargan, cittadina della Seine-Saint-Denis, nella cintura Est della capitale, e residente poco lontano, a Chelles, con la madre. Nel 2003 era stato condannato a vent'anni per aver sparato, nel 2001, a dei poliziotti che lo inseguivano mentre era a bordo di un'auto rubata, ferendone due. Durante il fermo aveva inoltre aggredito un agente, sottraendogli la pistola, e aveva cercato di ucciderlo prima di essere immobilizzato. Nel 2005 la pena era stata ridotta a cinque anni.
Da tempo era nel mirino della polizia per aver espresso l'intenzione di uccidere dei poliziotti. Com'è purtroppo accaduto ieri sera. Secondo fonti interpellate dall’agenzia Ap, l’uomo era stato fermato lo scorso febbraio per avere minacciato la polizia ed era poi stato rilasciato per mancanza di prove. Tre membri della sua famiglia sono stati fermati questa mattina.
Le immagini impressionanti degli Champs, illuminati dai lampeggianti di decine di mezzi delle forze dell'ordine, hanno ovviamente fatto ripiombare la capitale francese e l'intero Paese nella paura dell'attentato. È inevitabile che il pensiero di tutti sia tornato agli attacchi del 2015, quelli di gennaio contro Charlie Hebdo e quelli di novembre con le stragi al Bataclan e sulle terrazze dei caffè.
Il gravissimo episodio avviene peraltro due giorni dopo l'arresto a Marsiglia di due potenziali terroristi che stavano per commettere un attentato. E il tema della sicurezza – su cui dall'inizio della settimana insiste soprattutto la leader del Front National, Marine Le Pen – torna a essere centrale nelle ultime ore di una campagna elettorale che si era concentrata soprattutto sugli argomenti economici.
La Le Pen e il candidato della destra François Fillon – i più a rischio secondo l'intelligence francese – hanno deciso di cancellare i loro impegni elettorali di oggi. È probabile che entrambi utilizzeranno il dramma di ieri sera nelle ultime battute della campagna. Tanto più che è legittimo chiedersi com'è possibile che una persona con i trascorsi di questo Karim – e il pericolo potenziale che rappresentava – fosse liberamente in circolazione.
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