BRUXELLES - Agli occhi dell'establishment comunitario, è terminato nel modo migliore, viste le circostanze di partenza, il primo turno delle presidenziali francesi. La vittoria di Emmanuel Macron è ritenuta positiva per il futuro dell'Europa. Lo sguardo corre ora al ballottaggio contro la presidente del Fronte Nazionale Marine Le Pen, nella speranza che la corsa finisca come nel 2002 quando Jacques Chirac ottenne l’82% dei voti, battendo l’allora candidato del Fronte Nazionale, Jean-Marie Le Pen.
Secondo una portavoce qui a Bruxelles, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker «si è congratulato con Emmanuel Macron, augurandogli buona fortuna per il seguito» della sfida politica. Il socialista Pierre Moscovici, commissario agli affari economici, ha commentato su Twitter, riferendosi al ballottaggio del 7 maggio: «Emmanuel Macron è il rappresentante ormai di tutti i democratici e di tutti gli europeisti. Nessun voto deve mancargli. Avrà il mio».
Il neogollista Michel Barnier, capo negoziatore per le trattative con la Gran Bretagna in vista della sua uscita dall’Unione, è stato altrettanto chiaro, sempre su Twitter: «Patriota ed europeo, il 7 maggio avrò fiducia in Emmanuel Macron: la Francia deve restare europea». Prima del voto di oggi, numerosi esponenti comunitari avevano spiegato in privato che un successo di Macron sarebbe stato il migliore esito possibile per un rilancio dell'integrazione europea (si veda Il Sole 24 Ore del 23 aprile).
La partita, però, non può dirsi conclusa. L’elezione all’Eliseo del candidato del movimento En marche! appare probabile, ma naturalmente non ancora sicura. Dovrà affrontare la signora Le Pen, che secondo le prime stime questa sera avrebbe ottenuto il 21,7% dei voti al primo turno, rispetto al 23,9% registrato da Macron. Molti esponenti politici, a destra come a sinistra, hanno già annunciato di voler votare per il candidato centrista pur di contrastare il Fronte Nazionale.
Una portavoce della Commissione ha rinviato a domani commenti esaustivi sul primo turno delle elezioni presidenziali francesi. Lo stesso ha preferito fare il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Da Berlino, il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel si è detto «felice» dell'affermazione di Emmanuel Macron, «l'unico candidato veramente europeista». Secondo una prima stima IFOP, al ballottaggio di inizio maggio Macron potrebbe ottenere il 61% dei voti, rispetto al 39% che andrebbe alla signora Le Pen.
Come detto, alla vigilia del voto di oggi molti esponenti comunitari avevano spiegato in privato di sperare in una vittoria del giovane leader di En Marche! Emmanuel Macron ha fatto campagna elettorale a favore di una maggiore integrazione europea. Intervistato a Berlino dalla rete televisiva tedesca Phoenix, Norbert Röttgen, presidente democristiano della commissione Affari Esteri del Bundestag, proponeva questa sera una nuova iniziativa franco-tedesca a favore dell'Unione.
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