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Riparte l’asse franco-tedesco. Macron: cambiare i trattati si…

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il vertice di bruxelles

Riparte l’asse franco-tedesco. Macron: cambiare i trattati si può

Angela Merkel e Emmanuel Macron
Angela Merkel e Emmanuel Macron

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES -  È con una lunga conferenza stampa di oltre un’ora che il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno concluso oggi a Bruxelles una due-giorni di vertice europeo che ha sancito il desiderio dei due paesi di tornare a promuovere l’integrazione europea. Il summit di questa settimana ha messo in luce il desiderio di tracciare la via, anche se nel campo del commercio la linea protezionistica francese è stata visibilmente annacquata.

«Quando Francia e Germania non sono d’accordo, l’Europa non avanza. L’una o l’altra possono avere una vittoria di breve termine, ma non dura», ha detto il presidente Macron in una conferenza stampa congiunta con la signora Merkel. «La simbiosi tra la Francia e la Germania è la condizione necessaria, anche se non è sufficiente» per dare nuovo impulso all’Europa. Ci sono anche gli altri partner, «e dobbiamo quindi avere un coordinamento stretto».

A un mese dal suo ingresso all’Eliseo, Emmanuel Macron ha partecipato tra ieri e oggi al suo primo summit. Ha voluto certamente imprimere il suo marchio sulle conclusioni di un vertice segnato dal motto “l’Europa che protegge” e da una economia in ripresa. Così è stato sul fronte della difesa e in parte anche sul fronte dell'immigrazione. Su questo versante, l’impegno europeo è visibile per quanto l’azione esterna, meno nella gestione interna.Francia e Germania hanno promesso a breve «una tabella di marcia congiunta» con cui proporre una riforma dell’Unione, e in particolare della zona euro, «per i prossimi dieci anni».

Il presidente Macron ha proposto nei mesi scorsi un bilancio dell’Unione monetaria così come un ministro delle Finanze della zona euro. Due proposte che la signora Merkel ha fatto proprie questa settimana. Un primo passaggio cruciale sarà il prossimo consiglio dei ministri congiunto a Parigi il 13 luglio.
Quanto a un eventuale cambiamento dei Trattati, sia Parigi che Berlino non si sono dette contrarie. Ha detto a questo proposito Emmanuel Macron: «Non deve essere un fine in sé, e neppure un tabù». Dinanzi alle domande della stampa su una eventuale tempistica della prossima tabella di marcia franco-tedesca, il presidente francese si è schernito: «Quando saremo pronti la presenteremo». Lo sguardo si proietta a dopo le elezioni federali di settembre.
Dopo avere trattato ieri di difesa e di clima, i Ventotto oggi hanno discusso di migrazione, commercio ed economia. Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha raccontato che nel corso della riunione il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha espresso sorprendente ottimismo sulla situazione economica: «Oggi 232 milioni di persone hanno un lavoro nell’Unione. È un record», ha detto l’ex premier lussemburghese. Purtroppo molti hanno un lavoro a tempo determinato.

Sul fronte commerciale, la Francia sperava di introdurre il concetto di una scrematura degli investimenti provenienti da paesi terzi, in particolare dall’aggressiva Cina (l’idea di uno screening, in inglese). Alcuni paesi si sono opposti, come il Portogallo o la Grecia. Il risultato è che i Ventotto hanno preso atto dell’impegno della Commissione europea «di analizzare investimenti provenienti da paesi terzi nei settori strategici, rispettando pienamente le competenze nazionali».

«L’Unione resta campione del libero scambio e avversario convinto delle politiche protezionistiche – ha commentato il premier italiano Paolo Gentiloni – ma il libero commercio che noi difendiamo non può essere da parte nostra un commercio semplicemente disarmato perché questo sarebbe un errore». Attenta anche a coltivare il nuovo rapporto con Parigi, la signora Merkel ha chiesto «il rispetto della reciprocità», non solo negli investimenti ma anche nella partecipazione agli appalti pubblici.

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