Mondo

Juncker: «Sui migranti nuovi aiuti a Italia e Grecia»

  • Abbonati
  • Accedi
L’emergenza nel mediterraneo

Juncker: «Sui migranti nuovi aiuti a Italia e Grecia»

Un gruppo di migranti sbarca dalla nave spagnola “Rio Segura” al porto di Salerno
Un gruppo di migranti sbarca dalla nave spagnola “Rio Segura” al porto di Salerno

TALLINN – La Commissione europea ha confermato stamani di essere a fianco dell’Italia nella drammatica gestione degli arrivi di migranti sulle coste del Mediterraneo centrale. I ministri degli Interni si riuniranno giovedì e venerdì della settimana prossima, e la speranza è di gettare le basi almeno politiche per una nuova collaborazione regionale nel tentativo di alleviare la pressione sulle autorità italiane, dopo che nei primi sei mesi dell'anno gli arrivi hanno registrato un forte aumento.

«Ripeto che l’Italia e la Grecia non possono rimanere sole – ha detto il presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker in una conferenza stampa qui a Tallinn, dove le autorità comunitarie hanno inaugurato il semestre di presidenza estone –. Intendo parlare (della nuova emergenza, ndr) con i primi ministri di Italia e Grecia la prossima settimana». L’ex premier lussemburghese ha parlato di azione «eroica» da parte delle autorità italiane.

Il presidente Juncker e il premier Paolo Gentiloni si vedranno ad Amburgo il 7 e 8 luglio in occasione di un incontro tra i Paesi del Gruppo dei Venti. Colloqui con il premier greco Alexis Tsipras potrebbero avvenire al telefono. Al centro delle discussioni, il ruolo delle organizzazione non governative (ONG) che nel Mediterraneo centrale stanno salvando migranti, trasferendoli sistematicamente nei porti italiani, spesso i più vicini e i più sicuri, secondo le norme del diritto internazionale. Il governo italiano sta cercando di trovare alternative, ridistribuendo gli sbarchi delle ONG in altri porti, al di là di quelli italiani. La Commissione europea è d’accordo, ma vuole che ciò avvenga in modo coordinato. Lo sguardo va ai due principali Paesi della regione: la Francia e la Spagna. Corre voce di un possibile incontro a tre – Roma, Madrid e Parigi – a livello di ministri degli Interni nei prossimi giorni, prima della prossima riunione a Ventotto qui a Tallinn tra giovedì e venerdì.

Le pressioni del governo italiano sui suoi partner si basano su una frase delle conclusioni del recente summit della settimana scorsa. Si legge nella dichiarazione della necessità di «rafforzare la cooperazione regionale nelle attività di ricerca e di salvataggio», un aspetto che viene definito «altamente prioritario». A Roma, si fa notare che finora l’impegno italiano in questo campo è stato condizionato a una ridistribuzione degli arrivi in tutta Europa, un aspetto su cui molti Paesi trascinano i piedi.

Roma vuole quindi rivedere le norme che regolano il ruolo delle ONG; condividere l'impegno di accoglienza con i Paesi della regione; rilanciare il principio del ricollocamento dei rifugiati arrivati in Italia e in Grecia, secondo un’intesa del 2015. Ha detto la portavoce comunitaria Natasha Bertaud: «Qualsiasi cambiamento sul disimbarco deve essere comunicato per tempo alle ONG perché possano prepararsi». Bruxelles ha già spiegato che l’Italia potrà contare su nuovi aiuti finanziari.

È da tenere presente, inoltre, che le missioni europee Sophia e Triton prevedono lo sbarco delle persone solo in Italia. Per modificare la situazione è necessario correggere il mandato. In cuor suo, il governo italiano non si fa illusioni sulle difficoltà a introdurre una collaborazione regionale, almeno nel breve. Parigi e Madrid sono stati finora molto cauti. Roma ha minacciato di chiudere i suoi porti agli sbarchi delle ONG, pur di ottenere i suoi obiettivi. Minaccia che spesso non viene ritenuta realistica.

Secondo il ministero degli Interni a Roma, i migranti arrivati in Italia da gennaio al 27 giugno ammontano a oltre 73mila, con un incremento del 14,3% rispetto al 2016. Nella conferenza stampa di stamani, Juncker ha ricordato che tra il 2016 e il 2017 Bruxelles ha dedicato 10,2 miliardi di euro alla questione migratoria, e che nel contempo ha dispiegato forze europee in Grecia (800 persone), Italia (300 persone), Bulgaria (200) e Spagna (100).

© Riproduzione riservata