Alla fine del 2016, appena il 29% delle persone arrivate in Italia per mare sono passate dai 4 hotspot, i centri post-sbarco voluti dall'Unione Europea (Lampedusa, Pozzallo, Taranto e Trapani) dove gli stranieri, una volta arrivati nei porti italiani, sono assistiti e svolgono le procedure di identificazione . Tra i paesi appartenenti all'area Ocse che nel 2016 hanno ricevuto il maggior numero di richieste di asilo, l'Italia si posiziona al terzo posto con 122.120 domande, dietro agli Stati Uniti (261.970) e alla Germania (722.360). È quanto emerge dal report sui migranti pubblicato questa mattina dall'Ocse.
Nonostante l’indagine Ocse, giunta alla 41esima edizione, fornisca una fotografia del fenomeno a livello internazionale, le indicazioni sull’Italia non mancano. Eccone alcune.
2.700 persone su 25mila ricollocate in altri Paesi europei
Tra settembre 2015 e dicembre 2016, sono giunte dal mare in Italia più di 25mila persone che avevano i requisiti per essere ricollocati negli altri Paesi europei. Di queste, 2.700 richiedenti asilo, corrispondenti al 6,7% dell’obiettivo che andrà raggiunto entro settembre di quest'anno (39.600 persone), sono stati ricollocati dall'Italia negli altri paesi europei.
Nel 2016 oltre 120mila persone hanno chiesto asilo in Italia
Nel 2016 gli stranieri che hanno chiesto asilo in Italia sono stati 122.120 (+47% rispetto all'anno precedente), contro i 722mila nella sola Germania, i 261.970 degli Stati Uniti, gli oltre 77mila della Francia, i 38.380 del Regno Unito e i circa 16mila della Spagna.
Per quanto riguarda l’Italia, il dato relativo al 2016 è quello più alto dal 2004. Una forte crescita nelle richieste di asilo si è manifestata nel 2014 (63.660) e nel 2015 (83.240).
Le richieste accettate
Per quanto riguarda le oltre 122mila domande del 2016, il 38% delle richieste effettuate in Italia è stato accettato: il 5% sono stati riconosciuti rifugiati, il 12% hanno ricevuto un sussidio e il 21% tutela a livello umanitario.
Le prime tre nazionalità a inoltrare richiesta di asilo sono state la Nigeria (26.698 domande, il 22% del totale), il Pakistan (13.516, l'11%) e il Gambia (8.874, il 7%). Dal 2007 al 2017 gli immigrati permanenti in Italia sono diminuiti del 67%.
La fotografia dell'immigrazione in Italia nel 2015
Nel 2015 in Italia vivevano circa cinque milioni di stranieri, ovvero l’8,3% del totale della popolazione. Circa un terzo erano nati nei Paesi dell’Unione Europea. I principali paesi di provenienza erano la Romania (oltre un milione di persone), l’Albania (467mila), il Marocco ((437mila), la Cina (271mila persone) e l’Ucraina (230mila). La regione con la più alta presenza di migranti era la Lombardia, seguita dal Lazio e dall’Emilia Romagna. Sempre con riferimento al 2015 - si legge nel report dell’Ocse - 159mila cittadini extra Ue hanno ottenuto la cittadinanza italiana (il 42% dei naturalizzati erano albanesi e marocchini), una cifra che supera di tre volte quella registrata nel 2011.
L’UNHCR: nel 2016 oltre 180mila migranti irregolari hanno raggiunto l’Italia
In base ai dati forniti dall’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, nel 2016 oltre 180.000 migranti irregolari hanno raggiunto le coste italiane (soprattutto da Nigeria, Eritrea e Guinea), con una crescita del 18% rispetto all’anno precedente.
Italia tra i primi Paesi anche per emigrati
Non solo approdo di migranti: l'Italia è tornata a essere ai primi posti mondiali come Paese d'origine degli immigrati. Secondo l'Ocse, la Penisola è ottava nella graduatoria mondiale dei Paesi di provenienza di nuovi immigrati. Al primo posto c'è la Cina, davanti a Siria, Romania, Polonia e India. L'Italia è subito dopo il Messico e davanti a Viet Nam e Afghanistan, con un aumento degli emigrati dalla media di 87mila nel decennio 2005-14 a 154mila nel 2014 e a 171mila nel 2015, pari al 2,5% degli afflussi nell'Ocse. In 10 anni l'Italia è “salita” di 5 posti nel ranking di quanti lasciano il proprio Paese per cercare migliori fortune altrove.
L'Ocse: il picco dell'emergenza umanitaria è alle spalle
Secondo l’Ocse, il picco nell'arrivo di immigrati sulle coste europee e quindi dell'emergenza umanitaria è stato nella seconda metà del 2016 (cinque milioni di persone giunti nei Paesi Ocse, +7% rispetto al 2015). Nei primi sei mesi del 2017, gli arrivi sono stati 72.000, leggermente sotto il flusso registrato nel 2014 e oltre 12 volte in meno di quello che si è verificato nella seconda metà del 2015.
Il commissario Avramopoulos: grave crisi, non lasciamo sola l'Italia
A margine della presentazione del report dell’Ocse il commissario Ue agli Affari Interni, Dimitris Avramopoulos ha ammesso che sull’emergenza sbarchi l'Italia è in una “pessima” situazione. «Sono in contatto permanente con il governo italiano, oggi e domani ci sentiremo ancora - ha spiegato -. La cosa più importante è che l’Unione europea non lasci l'Italia da sola, siamo al fianco dell'Italia, capiamo perfettamente la situazione sul terreno e sono sicuro che la risolveremo», incluso con «nuove soluzioni di aiuto.»
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