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Gli Usa e Seul: «Pyongyang ha davvero lanciato un missile…

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Oggi il Consiglio di Sicurezza Onu

Gli Usa e Seul: «Pyongyang ha davvero lanciato un missile Icbm». Oggi vertice Onu

L’annuncio del lancio su un’emittente nordcoreana (Ap)
L’annuncio del lancio su un’emittente nordcoreana (Ap)

TOKYO - Questa volta la Corea del Nord non ha bluffato: è stato proprio un missile intercontinentale quello lanciato ieri da Pyongyang, il primo ordigno balistico nordcoreano in grado di colpire il territorio continentale americano. Lo ha confermato il segretario di Stato Rex Tillerson, dopo che in un primo momento il Pentagono aveva parlato di un missile intermedio.

«Il test di un missile ICBM rappresenta una nuova escalation della minaccia agli Stati Uniti, ai nostri alleati e partner, all'area regionale e al mondo intero», ha detto il capo della diplomazia statunitense, preannunciando più severe misure per contrastare i piani di Pyongyang, finalizzati sicuramente, in prospettiva, a minacciare gli States con testate nucleari miniaturizzate in grado di essere montate su missili intercontinentali.

Dopo la ferma condanna, Tillerson ha sottolineato che gli Usa - Con Corea del Sud, Giappone e altri paesi - non accetteranno mai una Corea del Nord nuclearizzata: «Tutte le nazioni devono dimostrare pubblicamente alla Corea del Nord che ci sono conseguenze per la sua ricerca di armi nucleari». Il ministero degli esteri giapponese ha rivelato che gli inviati di Usa, Giappone e Corea del Sud per le questioni nucleari hanno tenuto consultazioni telefoniche, concordando sulla necessita' di rafforzare le pressioni su Pyongyang in un momento in cui la prospettiva di un dialogo va esclusa.

Manovre militari
Oggi i media del regime hanno sottolineato che il missile intercontinentale lanciato ieri è in grado di portare una testata nucleare e che nell'occasione è stata testata con successo anche la tecnologia necessaria ad assicurare un perfetto rientro nell'atmosfera. Le autorità militari sudcoreane ne dubitano, ma hanno anch'esse confermato che si e' trattato di un missile intercontinentale, con una gittata tra i 7 e gli 8mila chilometri, probabilmente una versione migliorata del Hwasong-12 (o KN-17) che Pyongyang ha lanciato a metà maggio. All'alba di oggi, ci sono state manovre militari congiunte delle forze armate sudcoreane e americane sulla costa orientale del Paese, come monito al Nord.

Oggi vertice Onu
Oggi è prevista una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mentre al G20 di Amburgo che inizia venerdì la questione nordcoreana sara' al centro dell'agenda collettiva e di una trilaterale tra i leader di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. Le opzioni efficaci appaiono limitate, tanto più alla luce del recente raffreddamento dei rapporti tra Pechino e Washington.

Ombre sull'Indipendence day
Ieri, 4 luglio 2017 sarà ricordato non tanto per le tradizionali e festose celebrazioni dell'Independence Day, ma perché Pyongyang ha annunciato la vulnerabilita' del territorio continentale statunitense ai suoi missili: i media del regime hanno trionfalmente annunciato il successo del primo test missilistico ICBM, esagerando fino a dichiarare che il Paese è ora in grado di colpire “in ogni parte del mondo”.

Alle 2.40 ora italiana di ieri, un missile denominato Hwasong-14 è partito dall'area di Banghyon, nella provincia nordoccidentale di North Pyongyan: ha percorso una traiettoria volutamente al massimo angolo acuto fino a raggiungere una altitudine di 2.802 km per poi inabissarsi dopo 39 minuti – un tempo molto lungo per percorrere circa 933 chilometri – nel Mar del Giappone, dentro la zona economica esclusiva marittima nipponica. Vari esperti e da ultimo anche fonti ufficiale statunitensi hanno dichiarato che il missile sarebbe stato in grado di raggiungere l'Alaska. «Non avrebbe potuto raggiungere i 48 stati principali o le isole principali delle Hawaii, ma con una traiettoria standard fino a oltre 6.500 km avrebbe potuto colpire tutta l'Alaska», ha opinato l'esperto David Wright sul sito della Union of Concerned Scientists. In ogni caso, si tratta di un passo avanti importante verso quello che appare come l'obiettivo ultimo del regime: poter colpire gli Usa con un missile in grado di veicolare una testata nucleare miniaturizzata.

Incongrui tweet di Trump
«La Corea del Nord ha appena lanciato un altro missile. Questo qui non ha niente di meglio da fare nella vita?», è stata la frase iniziale del primo tweet di Trump (in riferimento al leader Kim Jong Un), continuata con una incongrua considerazione “Difficile credere che Corea del Sud e Giappone sopporteranno ancora a lungo”.
Poi la frase finale: ”Forse la Cina si muoverà con più forza sulla Corea del Nord e metterà fine a questo nonsense una volta per tutte!”. Cosi' Trump ha ancora una volta dimostrato i rischi del suo uso frequente e poco ponderato dei Tweet. Un “nonsense” appare a molti la presa in giro del dittatore nordcoreano con una battuta da bar, a parte il fatto che molti commentatori intravedono una lucida e a suo modo razionale strategia nordcoreana: proprio perche' Trump ha esordito alla Casa Bianca dichiarando la fine della “pazienza strategica” caratteristica dell'Amministrazione Obama e minacciando un interventi militare unilaterale, un regime suscettibilissimo fino alla paranoia puo' trovare ragioni ancora piu' valide per accelerare il suo programma missilistico-militare come assicurazione contro attacchi e tentativi di “regime change”. Ancora piu' incongruo il riferimento al fatto che a dover perdere la pazienza sarebbero Tokyo e Seul, che sono gia' da molto tempo sotto il tiro dei missili nordcoreani: la novita' non riguarda loro, ma gli Usa e la vulnerabilita' del loro territorio.

In questo senso, la considerazione finale, peraltro dubitativa, su un ruolo decisivo della Cina dà l'impressione di abbassare la statura internazionale della leadership americana. Tanto piu' che Trump e' reduce dalla dichiarazione secondo cui le pressioni cinesi “non stanno funzionando” e che la presunta luna di miele con il presidente Xi Jinping seguita al vertice di Mar-a-Lago appare naufragata sull'annuncio americano della vendita di armi a Taiwan per 1,4 miliardi di dollari (proprio alla vigilia del 20esimo anniversario della restituzione di Hong Kong) e sull'ultima operazione “Freedom of Navigation” nel Mar Cinese meridionale (il passaggio dello USS Stethem entro le 12 miglia nautiche dall'isola di Triton, che lunedi' ha provocato un'aspra reazione cinese). Il ministero degli esteri cinese si e' limitato a dichiarare la sua generica opposizione all'iniziativa di Pyongyang in quanto contraria alle risoluzioni Onu, raccomandando soprattutto la calma.

La questione al G20
Di sicuro la questione nordcoreana sarà al centro dell'agenda collettiva del G20 di Amburgo, come ha preannunciato il premier giapponese Shinzo Abe, in partenza per l'Europa gia' oggi per la probabile firma di domani a Bruxelles dell'accordo politico con l'Unione Europea su un Free Trade Agreement bilaterale, che intende rilanciare il processo di liberalizzazioni commerciali frenato da Trump. Ad Amburgo Abe avrà il suo primo faccia a faccia con il nuovo presidente sudcoreana Moon Jae-in, oltre a una trilaterale con Moon e il presidente Usa.

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