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La Francia vuole vietare le auto a benzina e diesel entro il 2040

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IL PIANO DEL MINISTRO HULOT

La Francia vuole vietare le auto a benzina e diesel entro il 2040

Il ministro dell’Ecologia francese Nicolas Hulot (Reuters)
Il ministro dell’Ecologia francese Nicolas Hulot (Reuters)

La Francia intende porre fine alla vendita di auto a benzina e diesel «entro il 2040». Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente francese, Nicolas Hulot, rilevando che Parigi punta a «proporre» questo obiettivo anche a livello europeo. La misura prevede «un premio di transizione», non ancora definito, per aiutare le famiglie a sostituire un'auto diesel che risale a prima del 1997 oppure una a benzina di prima del 2001 con un veicolo più efficiente nuovo o di occasione.

Il Piano sul clima
Questa iniziativa fa parte del «Piano sul clima» del nuovo Governo francese, che punta in particolare a tradurre in pratica la volontà del presidente Emmanuel Macron di difendere l'accordo di Parigi sul clima e di permettere alla Francia di trovare un equilibrio tra le emissioni dei gas serra e la capacità dell'ecosistema di assorbirne una parte.

Hulot ha anche confermato l'obiettivo che la Francia «ponga fine a tutta la produzione di energia a partire dal carbone, principale fonte di emissione di CO2 «entro il 2022» e che porti dal 75% al 50% la quota del nucleare nella produzione di energia elettrica al 2025, il che include la necessità di fermare «un certo numero di reattori in funzione di criteri di sicurezza sociali ed economici».

Blocco ai nuovi permessi di estrazione
Per sviluppare le energie verdi (eolico, solare) il Governo prenderà inoltre misure per semplificare il quadro normativo, mentre gli edifici che non sono isolati adeguatamente e consumano troppa energia dovranno essere eliminati «tra 10 anni», ha detto Hulot, rinviando all'utilizzo dei 4 miliardi di euro del piano di investimenti annunciato dal premier Edouard Philippe.

Hulot ha anche detto che sarà proposta una legge «a fine estate o inizio autunno» per bloccare tutti i nuovi permessi per sfruttare petrolio, gas e carbone, mentre è previsto «un prezzo all'inquinamento» attraverso una maggiorazione del prezzo di una tonnellata di carbone, non ancora stabilito, ma con l'obiettivo di superare i 100 euro nel 2030.

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