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Trump premia l’appoggio cinese contro la Corea: per ora niente dazi

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tutte le capriole del presidente

Trump premia l’appoggio cinese contro la Corea: per ora niente dazi

Afp
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I bellicosi propositi, lasciati trapelare una settimana fa dall’amministrazione Trump, di attivare ritorsioni commerciali contro la Cina sono già stati archiviati dal vulcanico “The Donald”. Almeno per il momento. Questo non perché Pechino in una settimana abbia improvvisamente interrotto quelle che secondo gli Stati Uniti sono pratiche commerciali scorrette - come le violazioni della proprietà intellettuale made in Usa o il dumping sull’acciaio - ma perché ha finalmente accettato di fare il muso duro contro Pyongyang.

Nell’ennesima frenata sulle ritorsioni commerciali alla Cina ha infatti giocato un ruolo decisivo l’appoggio di Pechino al Consiglio di sicurezza dell’Onu sulle
sanzioni alla Corea del Nord, come hanno ammesso fonti dell’amministrazione Usa ai media americani. L’annuncio dell’apertura dell’inchiesta sulle violazioni alla proprietà intellettuale di conseguenza slitta: potrebbe arrivare fra una settimana o più tardi, chi può dirlo? Dipende da tante cose, alcune delle quali completamente slegate dal commercio vero e proprio.

Secondo indiscrezioni, Trump stava meditando di ricorrere a un vecchio strumento normativo, il Trade Act del 1974, caduto in disuso dopo la creazione della Wto. L’articolo 301 di quella legge di 43 anni fa permetterebbe all’inquilino della Casa Bianca di imporre dazi nei confronti di Paesi stranieri che mettono in atto «pratiche commerciali scorrette», violando trattati, discriminando gli Stati Uniti o semplicemente mettendo in pericolo la proprietà intellettuale delle industrie a stelle e strisce.

Tutto sembrava pronto per un incarico ad hoc conferito a Robert Lighthizer, capo negoziatore della Casa Bianca sul fronte commerciale nonché veterano del Trade Act, usato da Washington in lungo e in largo negli anni Ottanta per ostacolare le esportazioni giapponesi di motociclette e acciaio in terra statunitense. Ma poi è arrivato il sì cinese alle sanzioni contro Pyongyang e il vecchio Trade Act dei tempi di Nixon è tornato ancora una volta nei cassetti della Casa Bianca. Fino alla prossima puntata della telenovela.

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