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    Dossier | N. 11 articoliLa Germania al voto

    Alexanderplatz, la festa di AfD: così i populisti diventano terzo partito

    Alexander Gauland e Alice Weidel di Afd festeggiano i risultati (Ap)
    Alexander Gauland e Alice Weidel di Afd festeggiano i risultati (Ap)

    BERLINO - Drei, Zwei, Eins. Un collettivo conto alla rovescia, per l'ingresso in una nuova fase della storia politica tedesca. In Alexanderplatz, un boato- alle 18 in punto – festeggia i primi exit poll, che spalancano le porte del Bundestag all'estrema destra. Un boato, sempre più forte, quando sul maxischermo dalla Cdu, si passa all'Spd con la percentuale più bassa di sempre e poi ecco l'AfD, Alternative fuer Deutschland: 13%. Ecco il nuovo terzo partito della Germania, con 87 possibili deputati nella Camera bassa. Come nelle previsioni e con ancora più voti, secondo i primi segnali. La Germania si è “fidata di sé stessa” e di loro, per dirla con lo slogan che tappezza questo discoclub.

    Diffusi gli exit poll, una pioggia di palloncini cade sul palco tra i politici, che squadre di poliziotti faticano a tenere a distanza dalla selva di microfoni e telecamere da tutto il mondo. “Da oggi, siamo in Parlamento e cambieremo il Paese”, annuncia Alexander Gauland, il candidato alla cancelleria insieme ad Alice Weidel. L'inno nazionale, intonato dai sostenitori, dà solennità al momento, considerato invece, fino alla fine dai partiti tradizionali “un pericolo per la democrazia”. Ma loro ribaltano la scena, convinti che “prima la democrazia era ferita, ora invece ci sarà di nuovo una vera opposizione in Parlamento”, assicura Gaudel. E questo indipendentemente dall'alleanza che si formerà.

    Messaggi rassicuranti fluttuano come i palloncini, sotto i riflettori del Traffic club, la discoteca trasformata in quartier generale del terzo partito tedesco. Il soffitto si illumina di rosso, sale la temperatura tra la folla in giacca e cravatta, l'umore è alto. E la birra fa la sua parte. Fuori, nel centro della piazza che era il cuore dell'ex Berlino Est, un centinaio di giovani protestano: Nazi, raus. Fuori i nazisti. “Afd, razzisti, oggi abbiamo un motivo per vomitare”, scandiscono. “Tutta Berlino odia l'Afd”, scandiscono. E poi “allerta antifascista” e ancora “i migranti sono benvenuti”. Sono soprattutto giovanissimi, la polizia li blinda con un cordone per evitare ogni rischioso contatto.

    Dalla terrazza del locale, partono cori contrapposti: Afd, Afd. La frattura segnata dall'ingresso di questa forza xenofoba ed estremista nel Parlamento prende plasticamente forma. L'impresa tentata nel 2013 è riuscita ora.

    Dimostranti contro l’Afd (REUTERS/Wolfgang Rattay)

    “Gridano alla minaccia per la democrazia, perché temono per le loro poltrone”, prova a spiegare Beatrix von Storch, la candidata di Berlino. Veloce e fluida, fasciata nel suo talleur nero, spiega con una sfilza di dichiarazioni perfette da tg cosa cambierà con l'Afd in Parlamento: “opposizione vera su euro, famiglia, lavoro. Non vogliamo l'islamizzazione delle nostre città, li aiutiamo a casa loro”, ripete, prima di scattarsi un selfie con Gauland avendo alle spalle gli obiettivi di tutto il mondo. Un membro del partito, Matthews, indossa una spilla con la bandiera tedesca e quella israeliana: “Noi siamo con Israele”, spiega. E le simpatie neonaziste di alcuni? Le ombre del partito si allungano, sulla pista da ballo. Quando si diffonde la musica, alternata alle notizie della Zdf. L'eco dei fischi della piazza rimbalza fino a dentro, sotto lo sguardo di icone del mondo alle pareti: Marylin Monroe, Dalai Lama, Steve Jobs, James Dean, Gahandi. Qualcuno si avvicina al biliardino, al bar servono cocktails senza sosta, quasi esclusivamente però a chi indossa il braccialetto rosso, il lasciapassare per gli ospiti vip. Non c'è tempo per bere invece per la maggioranza dei presenti, col braccialetto verde mela, i cronisti.
    Per Alexanderplatz è passato ancora una volta un pezzo della storia tedesca. E il suo significato sarà ancora tutto da capire fino in fondo.

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