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Brexit, stallo totale sui negoziati. Nessun accordo sul conto da pagare

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L’USCITA DALLA UE

Brexit, stallo totale sui negoziati. Nessun accordo sul conto da pagare

Michel Barnier, capo negoziatore europeo su Brexit (Ap)
Michel Barnier, capo negoziatore europeo su Brexit (Ap)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES - Potrebbero iniziare tra due mesi le trattative tra Londra e Bruxelles sul loro futuro partenariato. Il condizionale è d'obbligo alla luce di un negoziato che sta andando a rilento. Oggi il capo-negoziatore comunitario Michel Barnier ha confermato comunque che non potrà la settimana prossima annunciare ai Ventisette che vi sono stati «sufficienti progressi» nella trattativa per poter discutere della futura relazione tra i due blocchi. Gli aspetti finanziari continuano a essere un ostacolo.

Il discorso di Theresa May a Firenze in settembre, nel quale la premier inglese ha offerto alcune assicurazioni, «ha dato un nuovo slancio, ma non posso in questo momento proporre di aprire il negoziato sul futuro partenariato», ha detto l'uomo politico francese durante una conferenza stampa qui a Bruxelles dove si è svolta la quinta tornata di negoziati tra le due parti. «Abbiamo lavorato in modo costruttivo. Abbiamo chiarito alcuni punti, ma senza fare notevoli passi in avanti».

I tre punti chiave
I Ventisette hanno spiegato all'inizio dell'anno che per passare alla fase successiva del negoziato le parti avrebbero dovuto trovare una pre-intesa su tre aspetti: i diritti dei cittadini, gli impegni finanziari di Londra nei confronti di Bruxelles, e la situazione giuridica della frontiera tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord. Il nodo più controverso riguarda il capitolo finanziario. Michel Barnier ha fatto capire che le assicurazioni britanniche su questo fronte non sono sufficienti.
Il capo-negoziatore europeo ha parlato di «impasse estremamente preoccupante». I Ventisette vogliono che Londra versi tutti gli impegni presi, anche quelli che vanno al di là del bilancio comunitario che termina nel 2019. Il Regno Unito è volutamente ambiguo su questo aspetto. «Noi speriamo che i 27 riconoscano i progressi fatti», ha ribattuto David Davis, il capo-negoziatore britannico, presente anch'egli alla conferenza stampa odierna qui a Bruxelles. Ha esortato gli europei al “pragmatismo”.

Barnier ottimisa, nonostante tutto
Ciò detto, Michel Barnier si è voluto ottimista: «Sono ancora convinto che con la volontà politica, un progresso decisivo sia a portata di mano nel giro dei prossimi due mesi. Con David Davis, organizzeremo numerose tornate negoziali da qui alla fine dell'anno». Il problema è l'atteggiamento britannico. Nei fatti il capo-negoziatore inglese ha spiegato che il mandato ricevuto da Michel Barnier non è sufficientemente ampio e ha detto di sperare che i Ventisette ne prendano atto in occasione del loro prossimo vertice.

I possibili alleati di Londra
«Nell'ottica del summit di ottobre la settimana prossima - ha detto David Davis - spero che i capi di Stato e di governo riconosceranno i progressi che abbiamo compiuto e facciano un passo in avanti». Per certi versi, Londra è più preoccupata del futuro partenariato che del divorzio in sé. In questo contesto, sa di poter contare sull'appoggio di alcuni paesi, vale a dire gli stati membri più piccoli che più hanno legami commerciali con il Regno Unito, e possibilmente anche la Francia.

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