È passato il fatto che la procedura era sbagliata ma non ne sono state tratte le conseguenze, vale a dire che la corsa per l’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) avrebbe dovuto essere riaperta.
Il voto della Commissione per gli affari costituzionali dell'Europarlamento sul regolamento per la nuova sede dell'Ema non è andato secondo le previsioni di chi puntava sulla riapertura dei giochi tra Amsterdam, Milano e magari altre città che volevano rientrare nella competizione. L'emendamento della relatrice Mercedes Bresso, europarlamentare del Pd nel Gruppo S&d, è stato bocciato. A tradire, secondo Bresso, è stato il Ppe che ha votato contro.
Quello votato era un emendamento orale, deciso con il tedesco Ermal Brok, co-relatore ombra del Ppe, il Partito popolare europeo. L'emendamento prevedeva che «al fine di rispettare pienamente le prerogative del Parlamento europeo, la decisione sull'ubicazione dell'Agenzia, necessaria e giuridicamente vincolante, deve essere presa secondo la procedura legislativa ordinaria, a norma della quale il Parlamento europeo e il Consiglio sono eguali co-legislatori, dopo ulteriori consultazioni tra le istituzioni per tenere conto delle nuove informazioni emerse sul luogo temporaneo selezionato per l'agenzia».
Niente da fare, l'emendamento è stato bocciato e ora Mercedes Bresso punta il dito proprio contro il Ppe. «Il Ppe ha votato contro nonostante il testo fosse stato scritto da me e dal relatore ombra Brok. Evidentemente molti europarlamentari sono succubi del Consiglio e non hanno avuto il coraggio di trarre le conseguenze dovute, vale a dire riaprire i giochi».
I voti con cui è stato bocciato l’emendamento sono stati 14 no, 7 sì e un'astensione. Hanno votato a favore i Socialisti e democratici (S&d), di cui
il Pd fa parte, e il M5S. Contrari invece il Ppe e i liberali di Alde.
Quel che è passato, alla fine, è un impegno a futura memoria affinché vengano pienamente rispettate le prerogative del Parlamento europeo, a norma del quale Parlamento europeo e Consiglio sono uguali co-legislatori.
Dure le parole di Mercedes Bresso nell’intervento che ha preceduto la votazione: «C'era stato un accordo inter-istituzionale che definiva le regole per la scelta delle agenzie, e che tuttavia chiariva che non veniva messo in discussione il ruolo di co-legislatore. La procedura - ha ribadito Bresso - è andata avanti in maniera completamente opaca. Non è stata fornita nessuna informazione al co-legislatore Parlamento, anzi è stata gestita dai 27 Stati membri del Consiglio. Il tutto si è concluso con una estrazione a sorte di cui non c'è neanche il processo verbale, di cui non si sa nulla, una estrazione non formalizzata e avvenuta in condizioni sostanzialmente ignote».
Il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, ha proseguito Bresso, ritiene che non sia stato rispettato l'accordo e che per il futuro dovrà essere rispettato il ruolo di co-legislatore del Parlamento.
«La proposta che vi facciamo - ha poi spiegato l'europarlamentare del Pd - è quella di ribadire la necessità immediata di revisione di questo approccio ribadendo che bisognerà in futuro coinvolgere completamente il Parlamento nel processo deicisionale. In secondo luogo, proponiamo uno statement che ribadisca con chiarezza questi principi, ribadendo che i criteri di selezione non sono stati soddisfacenti e deploriamo che si siano conclusi con un'estrazione a sorte, che peraltro non era stata da nessuna parte chiarita nelle sue procedure e chiediamo venga riformata in futuro».
«Possiamo protestare ma se alla fine ratifichiamo quel che è stato deciso, la protesta si riduce a poco», ha concluso Bresso.
Prima della discussione nella Commissione per gli affari costituzionali del regolamento per la nuova sede dell'Ema, Bresso era più che mai convinta che la partita non fosse ancora chiusa. Era stato affidato a lei, infatti, il parere della Commissione sull'affidamento ad Amsterdam dell'Agenzia europea del farmaco che, una volta approvato, sarà trasmesso alla Commissione Ambiente dello stesso parlamento (Envi). Quest'ultima dovrà votarlo per girarlo poi alla sede plenaria.
«Quel che ci hanno garantito giovedì scorso ad Amsterdam - ha confermato al ilsole24ore.com Mercedes Bresso verso le 13, quattro ore prima della votazione - sono solo promesse. Non parlo tanto per l'edificio che ospiterà provvisoriamente l'Ema, vale a dire lo Spark building, quanto per il Vivaldi building, sede definitiva. Resto dell'idea che gli olandesi non faranno in tempo a consegnare in tempo l'opera».
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