Non ci sarà bisogno di un vero e proprio handover tra vecchio e nuovo, perché a prendere il posto del pensionato Zhou Xiaochuan a capo della Banca centrale cinese sarà il suo vice, Yi Gang. Yi ricopre l’incarico da un decennio e da tempo, almeno dai giorni del G20 di Hangzhou, gioca il ruolo di frontman del predecessore, almeno nei confronti dei mass media e dell’opinione pubblica.
Xi Jinping evita, pragmaticamente, di occupare una casella cruciale con il nome, in effetti, più atteso: Liu He, la sua eminenza grigia in tema di economia, l’inviato a Washington al quale gli americani hanno chiesto un taglio di 100 miliardi di dollari nel deficit. Liu, richiamato al Governo, prenderà a sua volta il posto di vice premier finora occupato da Wang Yang. La scelta di Yi Gang consentirà un passaggio dolce dai tre lustri a guida di Zhou Xiaochuan. Il neo governatore, finora, ha gestito i dossier più caldi della Banca centrale, stando sempre un passo indietro rispetto al leggendario Zhou.
Rispetto al predecessore, Yi è una figura meno carismatica, ma è molto probabile che lavorando in tandem con Liu He possa essere, in effetti, la scelta migliore. Certo, la mossa non rispecchia la dinamica della liturgia cinese perché Yi Gang è “solo” un membro supplente tra i 170 del Comitato centrale (mentre gli effettivi sono 204). Questo implica che la scelta è di questi giorni, non certo premeditata, nessuna investitura politica nei confronti di Yi Gang il quale tuttavia è stato dal 2009 fino al 2016 quando Pan Gongsheng ha preso il suo posto, il gran capo della nevralgica agenzia Safe, che monitora i flussi valutari per contro della Banca centrale.
Liu Kun, intanto, sarà il nuovo ministro delle Finanze, al Mofcom confermato Zhong Shan, fedelissimo di Xi, mentre He Lifeng è stato confermato capo dell’ormai depotenziata NDRC.
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