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Governo M5S-Lega, i timori tedeschi: ora stop alle riforme…

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scontro a distanza con il capogruppo ppe weber

Governo M5S-Lega, i timori tedeschi: ora stop alle riforme dell’area euro

Manfred Weber, leader dei Popolari europei al Parlamento europeo (Epa)
Manfred Weber, leader dei Popolari europei al Parlamento europeo (Epa)

La Germania non intende pagare il conto del programma di governo presentato nel contratto tra M5S e Lega. E per evitare che questo accada, soprattutto nell'ipotesi in cui i conti pubblici italiani dovessero deragliare al punto da far perdere all'Italia l'accesso ai mercati per rifinanziare il debito in scadenza, in Germania si sta rafforzando a livello popolare e negli ambienti politici più di centrodestra la convinzione che andrà bloccata e rigettata in giugno «qualsiasi riforma dell'Eurozona che preveda una maggiore condivisione dei rischi».

«Interrompiamo il dibattito sulle riforme dell'euro», ha tuonato Manfred Weber, leader del Partito popolare europeo e membro della Csu, partito di centrodestra della Baviera alleato della Cdu di Angela Merkel, come reazione a quanto sta accadendo in Italia.

Il capo economista di Commerzbank Jörg Krämer, notoriamente critico su temi dell'euro, ha scritto in un'analisi recente che l’Italia è l'ultimo chiodo nella bara per i piani di Emmanuel Macron. Ovvero: se l’Italia si mostrerà irresponsabile, non potrà andare avanti la discussione sulla condivisione dei rischi in Europa, prevedendo che non ci sarà alcuna riforma di quel tipo sull'Eurozona in giugno.

Era prevedibile che questa alzata di scudi sarebbe arrivata e che il nervosismo sul caso Italia sarebbe montato in maniera preoccupante in Germania. Il governo di Angela Merkel osserva per ora in silenzio l’ascesa di quello che la stampa tedesca descrive giornalmente ai suoi lettori (e in Germania i giornali cartacei e digitali conservano un ampio pubblico) con titoli forti e inequivocabili sul governo italiano M5S-Lega «populista, anti-establishment e che va contro il rispetto delle regole europee pur con un debito/Pil tra i più alti al mondo».

Citatissimo da tutti i grandi giornali il richiamo alle regole europee su deficit e debito del ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, rivolto all’Italia, e altrettanto citata la risposta piccata di Matteo Salvini, che lo invitava a farsi gli affari suoi.

Tanto più il rischio-Italia sale, come segnala il nervosismo dei mercati nello spread e nell’indice di Borsa, tanto più la Germania si arrocca nella sua ancestrale posizione che è sempre stata quella di non volersi «accollare il debito pubblico degli italiani» descritto e richiamato continuamente per le sue dimensioni monstre, inchiodato al 130% del debito/Pil e con uno stock da 2.400 miliardi che fa impallidire quello della Grecia. La Germania, che al picco della crisi dell'euro aveva uno stock di debito pubblico superiore a quello dell’Italia, sta per sforare al ribasso la soglia di Maastricht del debito/Pil, scendendo al 58% nel 2019 dall'85% circa del 2012: un traguardo che la porterà a sbandierare come, senza inflazione, con surplus di bilancio, avanzo primario, crescita e una gestione dei conti pubblici disciplinata, il debito/Pil può scendere molto velocemente.

Debito pubblico, BTp e mercati: perchè lo spread è così importante per gli italiani

«Se il governo M5S-Lega dovesse ricattare l'Europa, l'unica risposta al ricatto sarà quella di indicare all’Italia la porta dell'uscita dall'euro», ha affermato Clemens Fuest, il rigoroso economista a capo dell'istituto Ifo. «La Germania non deve pagare il conto del programma di governo M5S-Lega», gli ha fatto eco sulla stampa tedesca il politico Csu Alexander Dobrindt.

“Se il governo M5S-Lega dovesse ricattare l'Europa, l’unica risposta al ricatto sarà quella di indicare all’Italia la porta dell’uscita dall’euro”

Clemens Fuest, presidente dell’istituto Ifo 

Preoccupa in Germania un'Italia che non ha intenzione di rispettare le regole europee e che non si impegnerà più a mettere in sicurezza i conti pubblici, ma che al contrario progetta una spesa pubblica con deficit oltre il 3% del Pil (senza la certezza di alimentare le maggiori spese da una poderosa crescita che manca all’appello da oltre un ventennio): la Germania teme il rischio di un'Italia che presenterà un conto molto salato ai partner europei. Ha fatto notizia anche in Germania l'idea M5S-Lega, poi ritirata, di poter chiedere alla Bce la cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico. Il solo fatto che questa ipotesi sia finita su un tavolo condiviso dai partiti che andranno al governo basta e avanza a far rizzare i capelli a quei tedeschi, che sono tanti e anche al governo, che vivono nell'angoscia di essere chiamati un giorno a ripagare il debito pubblico degli italiani.

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