Scatteranno dopodomani i dazi europei anti-Trump, in ritorsione per le tariffe imposte dall'Amministrazione Usa all'import europeo di metalli: la Commissione di Bruxelles ha dato il via libera definitivo all’introduzione di dazi del 25% su un valore di 2,8 miliardi di euro di merci importate dagli Stati Uniti: dalle motociclette Harley-Davidson ai jeans Levy Strauss fino a bevande come i succhi di frutta e il bourbon made in Usa, per un totale di circa 200 categorie in svariati settori, acciaio ovviamente compreso. Una tariffa del 10% sarà imposta sulle carte da gioco. A innescare la ritorsione è infatti il dazio del 25% imposto da Trump sull'acciaio e del 10% sull'alluminio (inizialmente sospeso, ma scattato a inizio giugno).
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue avverrà domani, per una immediata entrata in vigore il giorno successivo, 22 giugno. Si tratta della prima fase di una campagna di reazione alle misure della Casa Bianca. La Ue si è già riservata di introdurre tariffe dal 10 al 50% su prodotti Usa importati in Europa per un valore di altri 3,6 miliardi di dollari non oltre il 23 marzo 20121. «Non avremmo voluto arrivare a questo punto – ha dichiarato la Commissaria al Commercio Cecilia Malmstrom – Tuttavia, le decisioni unilaterali e ingiustificate degli Usa su acciaio e alluminio non ci hanno lasciato altra scelta». A suo parere si tratta di una reazione proporzionata e in linea con le previsioni del Wto.
A colpire negativamente gli europei è stata anche la motivazione formale per i nuovi dazi Usa, in base a una imprecisata minaccia alla sicurezza nazionale. Anche il Messico ha reagito ad analoghe misure, mentre il Canada lo farà dal primo luglio. Sullo sfondo aleggia una ancora più vasta guerra commerciale tra Usa e Cina. Le conseguenze sul commercio internazionale e sui mercati finanziari cominciano a farsi sentire: gli effetti sull'economia globale, secondo gli esperti, dipenderanno dal fatto che si possa fermare o meno la spirale di mosse e contromosse ritorsive.
Trump ha anche minacciato di imporre un dazio del 25% sulle auto made in Europe importate negli States, rispetto all'attuale 2,5 per cento. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, circola la proposta tedesca di una abolizione reciproca dei dazi sul'auto, che è del 10% nella Ue: le principali case tedesche, da Volkswagen a Bmw e Daimler, non avrebbero obiezioni. Del resto, i dazi sull’import di auto nella Ue si stanno già eliminando o riducendo per costruttori di altri Paesi. Ad esempio, per le case sudcoreane, in seguito al Free Trade Agreement tra Seul e Bruxelles. Il futuro Fta tra Ue e Giappone contempla anch'esso un processo di riduzione, sia pure molto graduale, dei dazi sull'auto made in Japan. Per le case tedesche è molto più pericolosa l’introduzione di dazi americani che non una maggiore apertura del mercato europeo alle auto made in Usa. Un azzeramento reciproco implicherebbe un altro vantaggio per gli europei: la cancellazione dei dazi Usa del 25% su pickup e grandi van. Ma questo dovrebbe trovare opposizione nei sindacati americani.
Secondo i calcoli del Wsj, nonostante gli investimenti diretti negli States, ancora oggi Daimler e Bmw realizzano il 10% delle loro vendite attraverso l’export negli Usa. Anche i costruttori giapponesi sono molto spaventati dalla prospettiva di barriere all'ingresso nel secondo mercato mondiale.
© Riproduzione riservata