Perché il leader della Csu e ministro degli Interni Horst Seehofer vuole dimettersi?
Seehofer è entrato in rotta di collisione con Angela Merkel dal 2015, quando la cancelliera aprì le frontiere tedesche per accogliere 1 milione circa di rifugiati da Siria, Iraq, Afghanistan, Balcani e anche Nord Africa.
Divenuto ministro degli Interni lo scorso marzo, Seehofer ha fin da subito criticato aspramente la politica sull’immigrazione ed è entrato in disaccordo con la Merkel in più occasioni.
Per esempio, ha detto che il sistema tedesco sta collassando, che l’Islam non fa parte della Germania, che bisogna mettere un tetto agli immigrati accolti ogni anno e che bisogna frenare il flusso altrimenti salirà.
Qualche settimana fa Seehofer ha presentato un Master Plan in 63 punti su rifugiati e richiedenti asilo, che però non è stato pubblicato: l’ultimo punto di questo piano prevede la chiusura delle frontiere tedesche e il respingimento unilaterale dei rifugiati che sono stati registrati in altri Paesi e hanno chiesto asilo in altri Paesi. Secondo Seehofer, questi rifugiati sono la responsabilità di altri Paesi e non della Germania, quindi vanno rimandati indietro alle frontiere, bloccati e senza accesso in Germania neanche per ulteriori controlli. Su questo punto, è scoppiata la rottura con Merkel: la cancelliera accetta 62 punti del Master Plan ma non il 63esimo. La cancelliera è favorevole solo a soluzioni europee o ad accordi bilaterali o multilaterali, è contraria ad azioni unilaterali.
Seehofer ha minacciato di andare avanti con la chiusura delle frontiere contro la volontà della cancelliera, ma questa minaccia è rimasta per ora sul tavolo perché così facendo Seehofer sarebbe licenziato dalla cancelliera oppure messo nella condizione di dimettersi, con un voto di fiducia in Parlamento. Seehofer ha atteso l’esito del Summit del Consiglio europeo e non ha portato avanti la chiusura delle frontiere, ma nel corso del week-end ha fatto sapere che non reputa sufficiente l'accordo, che non “equivale” alla chiusura unilaterale delle frontiere per alcuni tipi di rifugiati come da lui richiesto. La Merkel ha risposto che equivale a quanto richiesto dalla Csu. Per questo Seehofer è pronto ora a dimettersi.
Quali sono le alternative alle dimissioni di Seehofer?
Oggi Seehofer e Merkel si incontrano nel tardo pomeriggio (forse alle 17) per tentare di risolvere i punti di disaccordo. Seehofer ha dato al suo partito Csu tre opzioni e intanto mantiene la richiesta delle sue dimissioni pronta e da utilizzarsi entro i prossimi tre giorni. Anche alla Merkel è prevedibile esponga i tre scenari, con le loro conseguenze:
1) La Csu accetta la politica della Merkel sulla migrazione
2) La Csu rifiuta la politica della Merkel e della Cdu sulla migrazione e quindi procede alla scissione dei due partiti Csu e Cdu che hanno un’alleanza in base alla quale dal Dopoguerra si presentano assieme alle elezioni generali ripartendosi il territorio dei voti e della campagna elettorale: Csu solo in Baviera, Cdu solo nel resto della Germania.
3) La Csu accetta le dimissioni di Seehofer da leader Csu e da ministro degli Interni. In questo caso la Csu nomina un altro leader e un nuovo ministro e resta nella Grande Coalizione ma non è chiaro con quale linea sulla migrazione.
Quali sono gli scenari ora? Cosa può accadere oggi e quale sarebbe l'impatto sull’Italia?
Improbabile: Merkel e Seehofer si mettono d'accordo oggi. La Cancelliera ha detto e ripetuto fino a ieri che non indietreggia dalla sua posizione, nessuna azione unilaterale sui rifugiati e sui confini, interventi solo nell’ambito di accordi europei o bilaterali. La Cdu è tutta con la Merkel su questo punto. Se Seehofer indietreggia, perde la sua credibilità politica.
Probabile: Seehofer si dimette, Merkel accetta le sue dimissioni, ma la Csu resta nella GroKo: la grande coalizione ne esce indebolita, i malumori e i dissensi restano tra i partiti che formano il governo ma non si apre una vera e propria crisi politica con caduta del governo.
Poco probabile: Seehofer si dimette e la Csu lascia la coalizione e chiude l’alleanza con la Cdu. Il governo della Merkel Cdu-Csu-Spd crolla perché senza Csu non ha più la maggioranza in parlamento. La Merkel può andare avanti con un governo di minoranza appoggiato dai Verdi e/o dalla stessa Csu in Parlamento su alcune politiche.
Altamente improbabile: ritorno alle urne e nuove elezioni
Perché è scoppiata questa crisi?
Il flusso dei rifugiati in Germania è stimato attorno ai 200 ingressi al mese, stando ai commentatori politici tedeschi. L’anno scorso la polizia federale ha bloccato centinaia di rifugiati irregolari alle frontiere in Baviera (quasi 900). Il problema va oltre la migrazione e riguarda il calo del consenso elettorale alla Csu. Il 14 ottobre la Csu deve affrontare elezioni regionali nel Land Baviera con la partecipazione per la prima volta del partito di estrema destra Alternative fur Deutschland che al momento su scala nazionale raccoglie il 15% dei consensi. La Csu nelle ultime elezioni locali nel 2013 ha ottenuto il 47,7% dei voti e governa con una maggioranza nel Parlamento locale. I sondaggi la vedono in calo al 40% se non oltre. Merkel continua ad essere molto popolare in Baviera. Tutti i partiti in Germania sono in crisi, nelle elezioni lo scorso settembre Cdu-Csu e Spd hanno avuto il peggior risultato dal Dopoguerra.
Non è chiaro se la Csu può diventare un partito nazionale e aumentare così i suoi voti. La Cdu invece può guadagnare voti entrando in Baviera.
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