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(dis)unione europea

Migranti, effetto domino: perché l’accordo tedesco penalizza Austria e Italia

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Un accordo trovato tra i democristiani tedeschi lunedì sera sulla futura gestione di migranti irregolarista mettendo a dura prova il rapporto tra gli stati membri dell'Unione. Preoccupata per eventuali respingimenti alla frontiera con la Germania, l'Austria ha chiesto urgenti spiegazioni a Berlino. Nel frattempo, anche l'Italia è preoccupata. Il ministro degli Interni Matteo Salvini parlerà a breve con i suoi omologhi nei due paesi del Nord Europa.

Parlando a Strasburgo nell'aula del Parlamento europeo, il cancelliere austriaco ha detto che studierà «attentamente» il provvedimento tedesco reso noto lunedì sera a Berlino. «Nel caso prenderemo le misure appropriate», ha detto il giovanissmo Sebastian Kurz, 31 anni, il cui paese è presidente di turno dell'Unione dal 1° luglio. L'uomo politico democristiano ha preannunciato che oggi a Vienna avrà contatti con il partner di coalizione, il partito nazionalista FPÖ, sul daffarsi.

In buona sostanza, l'accordo tra CDU e CSU, ossia tra il cancelliere Angela Merkel e il suo ministro degli Interni Horst Seehofer, prevede la costruzione di campi di transito ai confini tedeschi. Immigrati senza autorizzazione saranno rinviati nel paese di primo sbarco, come vuole la legislazione europea, sulla base di accordi bilaterali tra paesi membri. Nel caso di una mancata intesa, l'accordo prevede in ultima analisi il respingimento verso l'Austria, se questi migranti giungono da Sud.

L'intesa, che dovrebbe servire a mettere fine a una grave crisi politica nel governo federale, è di difficile applicazione. La Germania ha un accordo bilaterale con l'Austria; ma non con l'Italia, da cui potrebbero in realtà provenire molti dei migranti irregolari, i cosiddetti movimenti secondari nell'Area Schengen. Il rischio che si tocca con mano è di assistere al respingimento alla frontiera con l'Austria e a un successivo respingimento alla frontiera con l'Italia.

La signora Merkel è consapevole dei pericoli politici di un effetto-domino di questo tipo. Ha dovuto inserire la clausola nella sua intesa con il ministro Seehofer per evitare che questi abbandonasse il governo. La partita tra i due non è certo finita. Il ministro sa che la cancelliera dipende dal suo appoggio; al tempo stesso la cancelliera sa anche che, prima di abbandonare l'alleanza con la CDU, la CSU ci penserà due volte. Una tale scelta trasformerebbe il partito bavarese in un mero movimento regionale.

Il ministro degli Interni italiano Matteo Salvini ha già preannunciato contatti telefonici con i suoi omologhi in Germania e in Austria. Dal canto suo, il cancelliere Kurz si è voluto accomodante, promettendo davanti ai deputati di cercare compromessi in Europa. Al tempo stesso, è parso particolarmente combattivo nei confronti della Germania, tanto l'intesa tra la signora Merkel e il ministro Seehofer è controversa nei paesi a Sud della Repubblica Federale.

L'Europa è quindi appesa alla fragile situazione in Germania. Lo sfilacciato compromesso tedesco, che peraltro deve essere approvato dal terzo partner di coalizione (il partito socialdemocratico), dipende sia dagli accordi bilaterali che dall'intesa raggiunta dai Ventotto la settimana scorsa . Questa prevede la creazione di piattaforme regionali di sbarco sul territorio extra-comunitario, così come una redistribuzione degli stessi sbarchi tra paesi europei.

Quanto più velocemente questa intesa verrà messa in pratica, tanto più facile sarà per la signora Merkel evitare i respingimenti e risolvere la questione riducendo drasticamente gli arrivi. Nel contempo, però, vorrà trattare un accordo bilaterale con l'Italia, così come ha fatto con l'Austria e più recentemente con la Spagna e la Grecia. Questi due paesi hanno firmato venerdì due intese parallele, che dimostrano la voglia di Madrid e Atene di cooperare a una soluzione europea.

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