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Migranti, Austria pronta a «chiudere» il Brennero.…

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dopo l’accordo in germania

Migranti, Austria pronta a «chiudere» il Brennero. Moavero: «Se ne assume la responsabilità»

L’accordo raggiunto nella notte tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer sotto la supervisione del presidente del parlamento Wolfgang Schauble sulla migrazione secondaria, ovvero sui richiedenti asilo registrati in un paese che poi si spostano altrove all’interno dello spazio Schengen, ha gettato scompiglio nelle relazioni diplomatiche tra Italia e Austria. Ad accendere la miccia la decisione di Berlino di creare campi di transito alla frontiera con l’Austria per valutare ed eventualmente respingere i richiedenti asilo che hanno registrato la propria domanda in un altro paese. Vienna ha avvertito che di fronte alle misure nazionali annunciate da Berlino per contrastare l’arrivo di migranti nel suo territorio, sarà pronta a mettere in campo delle misure per proteggere i suoi confini meridionali. Alla fine si è innescato il più classico degli effetti a catena, in un’Europa già abbstanza divisa sulla gestione dei flussi migratori.

Da Conte a Moavero: la reazione del governo italiano
L’ipotesi di una chiusura del Brennero ha determinato l’immediata reazione del governo italiano. «La nostra posizione sui movimenti primari e su quelli secondari non cambia - ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte -, i movimenti secondari sono parte del problema ma non invertiamo l’ordine logico degli eventi e se qualcuno lo pensa sbaglia, è un atteggiamento che non porta da nessuna parte». La decisione austriaca, ha aggiunto il ministro degli Affari esteri Moavero, sarebbe contro il senso delle Conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo sui migranti, pertanto se Vienna la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere le responsabilità.

Salvini: vedrò Seehofer, soluzioni condivise
I ministri dell’Interno di Italia e Germania, Matteo Salvini e Horst Seehofer, nel pomeriggio si sono sentiti telefonicamente: hanno deciso di fissare un primo incontro bilaterale l’11 luglio, alla vigilia del vertice di Innsbruck dei ministri dell’Interno Ue. La telefonata, ha spiegato il vicepremier italiano, è stata «cordiale e costruttiva. Abbiamo discusso di soluzioni condivise per il contrasto dell’immigrazione clandestina anche tra un paese e l’altro dell’Ue e la protezione delle frontiere esterne dell’Europa. L’appuntamento sarà l’occasione anche per predisporre una proposta comune contro il terrorismo e per rafforzare la sicurezza interna».

L’intesa Cdu-Csu sui migranti punta sui centri di transito
L’intesa tra Cdu e Csu prevede due cose. La prima: l’apertura di centri di transito in Germania. Si tratta di strutture nella quali si bloccheranno queste persone e si accerterà se hanno già presentato richiesta di asilo in un altro paese Ue.

L’altolà dell’Austria: pronti a proteggere il nostro confine meridionale
Una volta verificato che la persona dal paese di primo sbarco, soprattutto Italia e Grecia, ha raggiunto la Germania, scatterà la fase B. Fase B che è stata illustrata questa mattina dal bavarese Seehofer. Nel tentativo di abbassare il livello della tensione con la cancelleria austriaca, il ministro tedesco ha chiarito che i centri di transito per migranti non saranno dei centri di detenzione. E ha aggiunto: «Non rinchiudiamo la gente dentro. Le persone potranno tornare liberamente in Austria se lo vorranno. Ma non potranno entrare in Germania». Di qui la levata di scudi del governo Kurz, che ha avvertito di essere pronto a mettere in atto «misure di protezione dei suoi confini meridionali». L’Italia sarebbe pertanto coinvolta: si delineano più controlli al Brennero. Seehofer ha annunciato di voler parlare anche con Roma. «Parleremo naturalmente anche con l’Italia. Dobbiamo prima però sapere cosa vogliamo». Nel pomeriggio la telefonata con Salvini.

Migranti, Seehofer: parleremo anche con l'Italia

Vienna pronta a misure per proteggere i confini meridionali
«L’unione della Cdu e della Csu preannuncia che la Germania vuole applicare misure nazionali per contrastare il flusso migratorio. Se questa dovesse essere la posizione del governo - si legge nella dichiarazione del governo austriaco a poche ore dall’intesa in Germania - dovremmo provvedere a mettere in piedi della misure per tutelare l’Austria e la sua popolazione e il governo è pronto ad attuare misure per proteggere i nostri confini meridionali».

Il cancelliere austriaco Kurz: effetto a catena se Berlino chiude le frontiere
Intervenuto in mattinata in plenaria al parlamento europeo a Strasburgo il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha delineato la strategia del suo governo: «Su cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane non posso anticiparlo - ha spiegato -, dipende da cosa accade in Germania: se Berlino introduce misure nazionali, ciò avrebbe un effetto a catena e potrebbe voler dire che anche l’Austria dovrebbe reagire. A lungo termine, la nostra ambizione è avere un’Europa senza frontiere interne, e ciò sarà possibile nel medio e lungo periodo, mentre a breve termine dipende da quello che farà la Germania».

“Se Berlino introduce misure nazionali, ciò avrebbe
un effetto a catena e potrebbe voler dire che anche l’Austria
dovrebbe reagire”

Sebastian Kurz, cancelliere dell’Austria 

«Con il governo italiano abbiamo solide relazioni»
Quanto ai rapporti tra Italia e Austria, Kurz ha ricordato che «con l’Italia abbiamo solide relazioni e noi rispettiamo la decisione delle quote in tutti i paesi membri ed in qualità di cancelliere ho sempre cercato di avere dei buoni contatti con tutti i paesi vicini, ma anche con tutti altri partner dell’Ue. Ma naturalmente - ha aggiunto - in qualità di presidente di turno del semestre europeo è necessario cooperare con tutti i governi ed i capi di stato e di governo dell’Ue». A chi gli chiedeva se l’Austria fosse intenzionata a chiudere il Brennero. Kurz ha detto: «Ne parleremo a Vienna...».

Moavero: se Austria chiude se ne assume la responsabilità
«Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazione è una questione europea e serve uno sforzo condiviso - ha sottolineato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi -. Se questo è lo spirito, dovremmo entrare in una fase di cooperazione. Ma la decisione austriaca di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito e allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere le responsabilità».

“La decisione austriaca di chiudere il Brennero sarebbe contro lo spirito del Consiglio europeo e allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere le responsabilità”

Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari esteri 

Salvini: sono per i confini aperti
L’ipotesi che Vienna decida di adottare misure di controllo alla frontiera Sud ha spinto Salvini a chiarire, già nella mattinata di oggi, la posizione del governo giallo verde. «Io sono per i confini aperti, per il sorriso, per l'Erasmus, perchè ognuno vada dove vuole andare. Chi entra in Italia deve chiedere permesso e per favore. Se l’Austria vuole fare questo ha tutto il diritto di farlo: noi abbiamo tutto da guadagnarci perché sono più quelli che entrano in Italia che quelli che passano il confine verso l’Austria».

Conte: sui ricollocamenti non cambio posizione
Un commento all’intenzione espressa dall’Austria di chiudere le frontiere meridionali è arrivato anche da palazzo Chigi. «La nostra posizione sui movimenti primari e su quelli secondari - ha chiarito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - non cambia, i movimenti secondari sono parte del problema ma non invertiamo l’ordine logico degli eventi e se qualcuno lo pensa sbaglia, è un atteggiamento che non porta da nessuna parte».

“I movimenti secondari sono parte del problema ma non invertiamo l’ordine logico degli eventi e se qualcuno lo pensa sbaglia”

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio  

Mattarella: nessun paese può affrontare da solo il fenomeno migranti
Sul tema è intervenuto anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Da Riga ha messo in evidenza che il problema dei migranti «è un fenomeno di così grande portata che nessun singolo paese può affrontarlo da solo».

Il rischio di una lunga permanenza nei centri di transito
All’interno dei centri di transito in territorio tedesco i migranti verranno identificati per capire se hanno già chiesto asilo in altri paesi europei. Se così fosse, servirà comunque un consenso amministrativo dello Stato Ue di primo ingresso perché si possa procedere alla ripresa in carico di queste persone. Considerato che il via libera del paese di primo sbarco è tutt’altro che scontato, i tempi di permanenza dei migranti all’interno di queste strutture potrebbero allungarsi. E questa constatazione potrebbe convincerli dell’opportunità di rimanere nei paesi di primo sbarco, e quindi (anche) in Italia.

Dopo i risultati soft del Consiglio europeo ora la stretta tedesca
Dopo i risultati poco rilevanti registrati nelle Conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno - al punto 11 Berlino ha ottenuto che si riconoscesse che i movimenti secondari rischiano di compromettere l’integrità del sistema europeo d’asilo e di Schenghen e che gli Stati membri, per questo motivo, dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative necessarie per contrastarli - la Germania punta ora su soluzioni più concrete, che di fatto limitano il principio della libera circolazione delle persone all’interno dell’Ue. Una strategia che nasce dalla necessità di salvare il governo.

L’altra carta della Merkel: gli accordi bilaterali (ma Roma ha detto no)
La misura dei centri di transito a tempo indeterminato si accompagna, nel’ambito della strategia tedesca, a un’altra soluzione, che è quella degli accordi bilaterali che i tedeschi hanno concluso in occasionbe dell’ultimo vertice europeo con Spagna e Grecia per far tornare indietro a Madrid e ad Atene le persone che, dopo aver presentato richiesta d’asilo in quei paesi, hanno raggiunto la Germania. Con l’Italia Merkel non è riuscita a sottoscrivere un accordo analogo.

Juncker: l’accordo di Berlino è conforme a diritto Ue
Intanto l’Ue mette in evidenza che l’accordo raggiunto all’interno del governo tedesco è conforme al diritto comunitario. «Non abbiamo ancora studiato nel dettaglio la proposta tra la Cdu e la Csu - ha chiarito il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker - e lo abbiamo chiesto al servizio legale della Commissione, ma a prima vista penso che sia conforme al diritto comunitario ma quello che comporta per gli altri non è visibile o prevedibile adesso. Dopo la conferenza stampa in una riunione del Collegio prenderemo una posizione».

“A prima vista penso che la proposta tra la Cdu e la Csu sia conforme al diritto comunitario ”

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea  

Il nodo dei diritti umani: cosa faranno i socialdemocratici tedeschi?
Rimane il fatto che i centri di transito potrebbero non garantire il rispetto dei diritti umani. La spalla confermata in extremis dai bavaresi della Csu al governo, che altrimenti sarebbe andato in minoranza, potrebbe non bastare: la soluzione potrebbe essere criticata, proprio nei suoi passaggi che sembrerebbero mettere a repentaglio i diritti delle persone, dalla terza gamba della coalizione che sostiene l’esecutivo, la Spd. Se da una parte i socialdemocratici hanno salutato positivamente la fine dello scontro fra Cdu e Csu sui respingimenti al confine,dall’altra hanno preso tempo. Chiedono di sottoporre ai loro esperti la soluzione dei centri-transito per i migranti registrati in altri Paesi.

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