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Servizio |MA IL CASO ITALIAno RESTA IL PIù GRAVE

Non solo Italia: lettere di Bruxelles ad altri 5 Paesi Ue (tra cui Francia e Spagna)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Il governo italiano non è stato l'unico governo della zona euro a ricevere una richiesta di ragguagli da parte della Commissione europea a proposito del bilancio per il prossimo anno. Cinque altri paesi hanno ricevuto una lettera dall'esecutivo comunitario per ottenere precisazioni, informazioni, dettagli. La procedura è prevista dalle regole europee e così è stato fatto negli anni passati. Ciò non toglie che il caso italiano rimane eccezionale.

Le richieste di ragguagli sono state inviate anche ai governi di Francia, Slovenia, Spagna, Portogallo e Belgio, come ha annunciato la Commissione a Bruxelles. Esponenti comunitari sottolineano che nessuno di questi casi è grave quanto quello italiano. Non è banale se la lettera all'Italia sia stata trasmessa brevi manu direttamente al ministro dell'Economia Giovanni Tria dal commissario agli affari monetari Pierre Moscovici appena quattro giorni dopo la presentazione del bilancio.

La Commissione aveva una settimana di tempo per chiedere maggiori informazioni al governo Conte. L'accelerazione denota da un lato la gravità del caso e in secondo luogo anche il tentativo di evidenziare le differenze con le altre lettere che sono state mandate per canali più tradizionali. Nella sua missiva al governo italiano, Bruxelles parla di “non rispetto particolarmente serio degli obblighi di bilancio”, “senza precedenti” nella storia dell'unione monetaria.

DA LEGGERE: Il testo della lettera della Commissione Ue all'Italia

Gli altri paesi che hanno ricevuto richieste di informazioni giocano una partita assai meno seria. Spagna, Belgio e Francia si sono dati obiettivi di riduzione del deficit strutturale inferiori agli impegni. Il Portogallo prevede una crescita della spesa primaria nel 2019 del 3,4% del Pil, rispetto a un tetto dello 0,7%. Alla Slovenia, Bruxelles esorta la rapida presentazione di un bilancio aggiornato dopo il cambio di governo. Nessuno di questi paesi rinnega d'emblée l'impegno al risanamento dei conti pubblici.

E' interessante notare che queste cinque lettere, oltre a non denunciare deviazioni significative nella traiettoria di finanza pubblica dei paesi in questione, sono firmate non dal commissario Moscovici e dal vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, come nel caso italiano, ma dal direttore generale per gli affari economici Marco Buti. Le missive peraltro non sono inviate ai ministri, ma tendenzialmente a funzionari dello Stato. Come spesso accade, la forma è sostanza.

Roma ha inserito nel suo bilancio un deficit nominale del 2,4% del Pil nel 2019, rispetto a un target precedente dello 0,8% del Pil. «L'Unione è un'economia e una comunità di valori, e funziona perché ci sono regole comuni a cui tutti devono aderire», ha commentato a Bruxelles il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, sottolineando che «se si violano queste regole (…) allora significa che l'Italia si mette in pericolo, ma ovviamente mette a rischio anche gli altri» paesi della zona euro.

Mentre le lettere che sono state inviate ad altri partner europei non verranno seguite da bocciature, la lettera trasmessa all'Italia si tradurrà con ogni probabilità in una seconda missiva entro la fine del mese che sancirà la contestazione formale del bilancio italiano. Se il governo Conte e il Parlamento italiano non dovessero modificare la Finanziaria, la Commissione presenterà probabilmente una sua opinione al Consiglio, aprendo le porte in ultima analisi a possibili sanzioni.

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