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intervista

Dmitriev (Fondo sovrano russo): «Puntiamo sul potenziale delle imprese italiane»

Tra Medio Oriente, Cina ed Europa: Kirill Dmitriev (al centro), leader del Fondo russo per gli investimenti diretti
Tra Medio Oriente, Cina ed Europa: Kirill Dmitriev (al centro), leader del Fondo russo per gli investimenti diretti

MOSCA - Là dov’è Putin, Kirill Dmitriev non è mai troppo lontano. È vero anche in occasione della visita del premier Giuseppe Conte a Mosca. Il Fondo russo per gli investimenti diretti presieduto da Dmitriev (Rdif) è stato voluto dal Cremlino per convogliare sul Paese flussi di investimento e fiducia degli imprenditori stranieri. Lavoro non semplice, in particolare di questi tempi: e tuttavia Dmitriev e il suo fondo sovrano, creato nel 2011 e dotato di un capitale riservato di 10 miliardi di dollari, hanno creato importanti partnership con i grandi fondi globali, dall’Europa a - in misura crescente - Medio Oriente e Cina. Ieri Dmitriev ha firmato tre progetti con partner italiani.

Kirill Aleksandrovich, nel corso della visita del premier italiano a Mosca avete rilanciato la collaborazione con il Fondo strategico italiano. In quali progetti voi e i vostri partner italiani intendete concentrarvi?

Russia e Italia sono da tempo partner ad ampio raggio, compresa la collaborazione economica e gli investimenti. I leader dei nostri Paesi giocano qui un ruolo importante, nell’appoggiare queste iniziative. Nel 2016, durante la visita del premier italiano (di allora, ndr), Matteo Renzi, il Fondo russo per gli investimenti diretti concluse un accordo con il gruppo Pizzarotti per la progettazione, la costruzione e lo sviluppo tecnico di un padiglione di un ospedale di San Pietroburgo. Nel 2017, nel corso del viaggio in Russia del premier Paolo Gentiloni, l’Rdif e la società Anas annunciarono un accordo per la gestione congiunta di un progetto pilota, lo sviluppo di un tratto dell'autostrada M4 “Don” (tra Mosca e Krasnodar, ndr).
L’arrivo del premier Giuseppe Conte apre la possibilità alla realizzazione di nuovi progetti. Amplieremo la nostra partnership con Anas riguardo alla realizzazione del Piano di modernizzazione e ampliamento delle infrastrutture stradali. E investiremo nel gruppo Adler, leader mondiale nella produzione di componentistica per auto, presente nel portfolio del nostro antico partner, il Fondo strategico italiano. Un altro accordo investe nello sviluppo di nuovi materiali per la costruzione di navi con il gruppo Ferretti, leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht e navi da diporto.
Insieme a Cdp Equity lavoriamo attivamente al rilancio degli investimenti nell’ambito delle nostre piattaforme comuni.

Come valuta la sua partecipazione a progetti con partner italiani?
La risposta migliore a questa domanda sono i nostri nuovi progetti! Insieme a Pizzarotti, per esempio, non soltanto realizzeremo la costruzione dell’ospedale, ma anche la creazione di tratte ferroviarie nella regione di Mosca. Con l’Anas, il successo del lavoro sulla tratta M4 “Don” porterà ad altri progetti chiave nello sviluppo della rete autostradale in Russia. Un altro esempio potrebbe essere la nostra partnership con Enel nello sviluppo della compagnia Enel Russia. È una delle principali compagnie di generazione elettrica, che per prima ha lanciato in Russia progetti innovativi sul fronte ambientale con investimenti per 476 milioni di euro. Ed è anche entrata nel mercato dell’energia rinnovabile con un programma di investimenti da più di 400 milioni di euro.

L’Italia è uno dei Paesi europei che si dichiara più vicina alla Russia nell'opporsi alle sanzioni. Eppure altri Paesi - come Francia o Germania - sembrano più presenti in Russia, più attivi nel sostenere i propri investitori. È d’accordo?
Che le sanzioni siano controproducenti è sempre più evidente. E per consuetudine il business si oppone alle barriere che costringono a lasciare posizioni ai concorrenti di altri Paesi. La risposta dell’economia russa a queste sfide esterne è stata un’accelerazione della crescita in settori quali l’agricoltura e le tecnologie. Noi constatiamo un crescente interesse per una partnership più attiva con la Russia da parte dei partner europei - la voce sempre più distinta del business in Francia, Italia, Germania. Il lavoro del centro creato dall’Rdif per attirare investimenti nelle regioni della Federazione Russa mostra che sta crescendo la quantità di progetti regionali russi, realizzati con investitori europei. Si creano le infrastrutture necessarie agli investimenti comuni in nuovi progetti. Per questo invitiamo chiunque sia interessato a questa collaborazione.

La missione del Fondo sovrano russo è attirare investimenti stranieri e rafforzare la fiducia degli investitori verso la Russia. A causa delle sanzioni e delle controsanzioni che frenano gli scambi tra i nostri Paesi, ora la Russia incoraggia la sostituzione dell’import e le localizzazioni. Produrre qui non è sempre facile per le piccole imprese. Che consiglio dà loro?

La sostituzione dell’import e la realizzazione delle potenzialità delle compagnie russe a esportare è una delle strategie di investimento chiave per il Fondo Rdif. Ci focalizziamo sulle tecnologie che più garantiscono la concorrenzialità delle compagnie russe e delle loro produzioni a livello mondiale. Oltre a questo, noi creiamo nuove possibilità per lo sviluppo del business sul fronte della logistica, dei trasporto e di altre infrastrutture.E questo permette di creare catene di forniture e di ottimizzare le spese delle compagnie, compreso nell'utilizzo dell'outsourcing.

Molti ora temono una nuova ondata di sanzioni americane, che possano riguardare il debito sovrano russo, le banche, il settore energetico. La Russia sarà in grado di reggere questo tipo di sanzioni?
L’economia russa ha dimostrato di poter sopportare shock esterni. Grazie alla competenza del governo e della Banca centrale, la situazione è rimasta stabile, e i principali indicatori sono solidi. Quasi tutti riconoscono che l’isolamento non è riuscito. Per questo dobbiamo indirizzare ogni sforzo nella ricerca delle possibilità di partnership e di collaborazione, e non in manifestazioni distruttive.

Come nel caso delle sanzioni all’Iran, i governi e le imprese europee si preoccupano di entrare in rotta di collisione con gli Stati Uniti legandosi a entità sanzionate. Mentre la Russia sta riducendo i legami con l'economia americana, la dipendenza dal dollaro. Ha senso parlare di “de-dollarizzazione” dell’economia russa?
Il Fondo sovrano russo e i suoi partner danno un contributo significativo al consolidamento dell'economia russa. Come ho notato prima, lavoriamo attivamente sulla localizzazione delle produzione, sostituendole alle importazioni. I progetti realizzati nell'ambito di questa strategia nella sfera della costruzione di macchinari, della farmaceutica, della petrolchimica, dell'agricoltura e delle tecnologie ci porteranno a essere meno dipendenti dai pagamenti in valute di Paesi terzi. Pensiamo inoltre che nelle relazioni bilaterali dovranno giocare un ruolo importante i pagamenti nelle valute nazionali. Per questo siamo pronti a creare con i partner cinesi alcuni fondi in yuan. Pensiamo di lanciare il primo già il prossimo anno.

In questo momento complesso per l’Italia sui mercati internazionali, alcuni nostri economisti hanno evocato la possibilità che lo Stato russo sostenga il governo italiano acquistando titoli sovrani italiani. Le sembra un’ipotesi realistica? Se la Russia riduce gli asset americani, potrebbe essere più disponibile a rafforzare i legami finanziari con l’Italia?

Non abbiamo alcun dubbio sul potenziale e le prospettive dell’economia italiana. Insieme ai partner italiani siamo convinti che la collaborazione negli investimenti sia uno dei driver della sua crescita. E constatiamo inoltre che indirizzando le risorse del Fondo al finanziamento di progetti all’interno della Russia otteniamo non soltanto un effetto positivo dal punto di vista socio-economico, ma anche una maggiore redditività a confronto delle obbligazioni statali di altri Paesi. Il mandato del Fondo russo sono gli investimenti diretti congiunti. Per questo sarà il lavoro con i partner italiani nei progetti attuali e futuri a dare un contributo sostanziale allo sviluppo della cooperazione bilaterale e al rafforzamento delle economie della Russia e dell’Italia.

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