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Trump-Xi Jinping, scatta la tregua nella guerra commerciale

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War trade Usa-Cina

Trump-Xi Jinping, scatta la tregua nella guerra commerciale


BUENOS AIRES - La cena di Donald Trump e Xi Jinping che si è svolta sabato sera primo dicembre a margine del G 20 argentino, con le due delegazioni composte da una ventina di persone, si è conclusa positivamente. In un clima estremamente cordiale. Era il primo faccia a faccia tra i due presidenti dall'inizio della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Ed è stata raggiunta una importante tregua, primo passo di un cessate il fuoco che potrebbe diventare pace definitiva tra novanta giorni. Secondo l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua le due delegazioni hanno convenuto che «dal primo gennaio non verranno imposte tariffe addizionali». Gli Stati Uniti non aumenteranno, come previsto, i dazi su 200 miliardi $ di prodotti cinesi dal 10 al 25%. Il Consigliere economico Larry Kudlow ha confermato che l'incontro è “andato molto bene”. E ha aggiunto che “i negoziati continueranno”. La Casa Bianca qualche ora dopo ha diffuso una nota ufficiale in cui parla di un “highly successful meeting”: un incontro di grande successo dunque. Questa la cronaca.

La tregua all'Hyatt di Baires
La cena si è svolta al Park Hyatt di Buenos Aires, dove il presidente Trump ha soggiornato durante il G 20. Un lungo tavolo bianco, con una scia centrale di piante e fiori. Le due bandiere cinese e americana ai due lati. Le delegazioni sedute una di fronte all'altra, con Trump e Xi al centro del tavolo, il segretario di Stato Mike Pompeo e il segretario al Tesoro, Stephen Mnuchin, principale artefice di questo successo diplomatico, seduti a fianco del presidente. Con la controparte cinese, il vice premier Liu He, giusto di fronte, accanto al presidente Xi. La Casa Bianca ha diffuso anche il menù della cena: insalata di stagione con una salsa a base di basilico ed emulsione di parmesan (fan fatica con i nomi dei prodotti italiani), accompagnato da uno Chardonnay del 2009. Il piatto principale è stato un filetto alla griglia (il presidente argentino Macrì nella conferenza stampa finale del G 20 ha raccontato che il leader cinese va matto per la carne e i vini argentini) con cipolle rosse, ricotta di pecora e datteri, un Malbec del 2014. E il dessert: pancakes caramellato, con crispy di cioccolata e gelato.

Trump: Xi Jinping un amico speciale
Più degli aspetti calorici e della qualità dei cibi interessano i contenuti che si sono sviluppati durante e subito dopo la cena pacificatrice: “La mia amicizia con Xi è davvero speciale” ha detto Trump all'inizio del pasto. “Ed è la ragione per cui oggi decideremo qualcosa di buono sia per la Cina che per gli Stati Uniti”. Attraverso la voce del traduttore Xi ha risposto dicendo “che solo attraverso la cooperazione tra di noi possiamo contribuire ad aumentare la pace e la prosperità. Ed è ciò che io mi auguro esca fuori da questo meeting”. Così è stato. Il documento diffuso qualche ora dopo dalla Casa Bianca disegna il cammino delle relazioni ritrovate, con tutta una serie di impegni, una sorta di road map tra Cina e Stati Uniti.

Primo punto: la lotta al Fentanyl
La nota della Casa Bianca al primo punto esordisce con un argomento che non riguarda il commercio ma le droghe sintetiche prodotte illegalmente in Cina ed esportate negli Stati Uniti: “Il presidente cinese in un meraviglioso gesto umanitario, ha accettato di includere il Fentanyl tra le sostanze vietate in Cina. Ciò significa che le persone che vendono il Fentanyl agli Stati Uniti saranno soggette alla massime pene previste dalla legislazione cinese”.

Niente aumento dei dazi a gennaio
Sul commercio da parte americana, scrive la nota, “il presidente Trump ha confermato che dal primo gennaio lascerà le tariffe su 200 miliardi di prodotti cinesi al tasso del 10% e non verranno aumentate al 25% in questa data”. Un'apertura a cui corrisponde un equivalente passo cinese: “La Cina si è impegnata ad aumentare in maniera sostanziale gli acquisti negli Stati Uniti di prodotti agricoli, energia, prodotti industriali e altri prodotti per ridurre il disavanzo commerciale tra i due paesi”. A partire dai prodotti dei farmer americani: “Gli acquisti cinesi di prodotti agricoli cominceranno immediatamente”. Questi gli aspetti principali della tregua, il cessate il fuoco nella guerra commerciale raggiunta durante la cena argentina e nel vertice bilaterale che l'ha preceduto.

La road map per la pace commerciale
La pace arriverà, o almeno questi sono gli auspici: sempre la nota ufficiale della Casa Bianca, disegna il percorso per i prossimi mesi. Un percorso che va nella direzione di una riduzione delle tensioni e di un chiarimento progressivo delle tante e complesse questioni ancora aperte tra i due paesi. Quello che esattamente si aspettavano i mercati finanziari: lo S & P 500 venerdì ha chiuso la migliore settimana di contrattazioni da dicembre 2011, in previsione degli esiti positivi dell'incontro tra Cina e Stati Uniti. Esiti confermati: si aprono scenari di rasserenamento tra i due fronti che di sicuro toglieranno un importante elemento di instabilità dall'orizzonte dei mercati che ha contribuito alla volatilità degli ultimi due mesi.

Tre mesi di tempo
I prossimi passi sono questi: “Il presidente Trump e il presidente Xi - spiega la nota - si sono impegnati a cominciare immediatamente i negoziati sui cambiamenti strutturali”. Cambiamenti da apportare a temi come “il trasferimento di tecnologie, la protezione della proprietà intellettuale, le barriere non tariffarie, la lotta agli hacker e alle minacce cibernetiche, i servizi all'agricoltura”. Viene indicata una data precisa per arrivare a un ulteriore accordo sulle questioni rimaste aperte: “Le parti hanno convenuto di completare i negoziati entro i prossimi 90 giorni”.

I cinesi pragmatici e previdenti avevano già programmato, in caso di accordo, di inviare a Washington una delegazione di 30 persone da metà dicembre per continuare i negoziati. Così sarà. Oltre alla data di scadenza dei negoziati è stata introdotta una postilla per spingere i cinesi, probabilmente, a decidere: “Se alla fine di questo periodo (tre mesi dall'inizio dei negoziati) le parti non riusciranno a raggiungere un accordo, i dazi del 10% verranno alzati al 25 per cento”. E via via, nel caso evidentemente, si riprenderà con la guerra, con il nuovo round di dazi sui restanti 250 miliardi di dollari di prodotti cinesi rimasti fuori dalle tariffe che Trump da ottobre si dice pronto a decidere. Tutto però lascia pensare a cieli blu e panorami sereni. Almeno sulla carta. E per il momento.

Si riapre l'acquisizione Qualcomm-Nxp
L'ultimo punto sul quale gli americani sono riusciti a strappare un sì dai cinesi è quello legato al settore dei semiconduttori. Nello specifico gli americani vogliono che venga approvato il deal tra Qualcomm-Nxp, bocciato dalle autorità regolamentari di Pechino nel luglio scorso dopo la decisione di Trump sui dazi. L'americana Qualcomm aveva rinunciato all'acquisizione da 44 miliardi di dollari per la rivale olandese Nxp semiconductors dopo lo stop. L'accordo per il merger, annunciato a ottobre 2016 e rinnovato ad aprile, è stato una delle vittime sacrificali delle tensioni commerciali sull'asse Washington-Pechino. “Il presidente Xi – è scritto nel documento americano - si è detto aperto ad approvare il deal precedentemente bocciato di Qualcomm-NXP se verrà di nuovo presentato”. Un'altra vittoria sul fronte tecnologico che riequilibra ulteriormente la bilancia a favore degli americani. E dimostra la grande apertura da parte cinese per tentare di stemperare le tensioni con l'amministrazione Trump.

I precedenti e la telefonata di Trump
Trump e Xi si erano già visti una volta a Mar-a-Lago, la casa di vacanze del presidente in Florida, nell'aprile 2017. Il faccia a faccia nella cena di ieri sera a Buenos Aires è il primo incontro dall'inizio della guerra commerciale. All'inizio di novembre, dopo mesi di dichiarazioni infuocate, dazi, contro-dazi e negoziati interrotti, Trump ha telefonato a Xi per riaprire il dialogo.

L'escalation della trade war
La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti ha caratterizzato il 2018, creato turbolenze nei mercati finanziari e causato il rallentamento della crescita economica globale. La tensione è andata via via crescendo, a partire dai dazi imposti da Trump a luglio su 253 miliardi $ di prodotti cinesi: acciaio, prodotti industriali e beni di consumo cinesi. Misure alle quali la Cina ha risposto con tariffe all'import su prodotti americani come soia, auto e gas.

L'atto di accusa di Lighthizer
A marzo il Rappresentante al commercio Robert Lighthizer aveva pubblicato un report di 215 pagine che è un lungo atto di accusa verso la Cina per le politiche di aggressione economica, in particolare sull'acciaio e sul capitolo delle acquisizioni di tecnologie e società americane. Grazie a un sistema sleale di sussidi alle aziende statali, è la tesi del report di Lighthizer, la Cina vuole dominare il futuro dell'industria.

I dazi e l'avvicinamento di novembre
Nonostante l'escalation della guerra commerciale e le tariffe americane “la Cina non ha alterato in modo sostanziale le sue pratiche sleali, irragionevoli di distorsione del mercato”, aveva detto in ottobre Lighthizer. Ma dai primi di novembre, dopo la telefonata di Trump, le posizioni hanno cominciato lentamente ad avvicinarsi. Con le due delegazioni che ogni giornio in video conferenza tra Pechino e Washington hanno lavorato a un documento in 162 punti con tutte le questioni da chiarire. Lo stesso Lighthizer ieri alla vigilia della cena aveva detto che si aspettava un accordo. “Mi sorprenderebbe il contrario se non si dovesse arrivare a un'intesa. Sarà un successo i due leader si piacciono”, ha detto il responsabile commerciale americano. Il clima è cambiato.

Il documento del G 20 e la firma di Trump
A proposito delle conclusioni contenute nel documento approvato al termine del G 20 fonti americane, a margine della cena, hanno fatto sapere che il comunicato finale è in armonia con molti dei grandi obiettivi della Casa Bianca in particolare il punto che spinge sulla riforma della Wto. La conferenza stampa prevista da Trump alla fine del G 20, si è saputo, è stata annullata in rispetto alla memoria del presidente George H. W. Bush scomparso ieri a 94 anni. Subito dopo la cena il presidente americano è ripartito per Washington.

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