Giù il centrodestra e il centrosinistra, nessuna “onda verde” e una crescita vigorosa dei partiti nazionalisti. A partire dalla Lega di Salvini. Le prime proiezioni ufficiali dell'Europarlamento sul voto di maggio 2019, elaborate in collaborazione con la società di ricerca Kantar Public, consegnano un ritratto dell'Eurocamera che conferma i cambi di equilibrio sullo scenario europeo.
I due principali gruppi politici rappresentati a Bruxelles, Popolari e il Partito socialista europeo, sono dati in calo rispettivamente di 34 seggi (da 217 a 183) e di 51 seggi (da 186 a 135), a fronte di un leggero progresso dei liberali dell'Alde (da 68 a 75, ma mancano al conteggio i deputati di En Marche) e del
EUROPEE 2019 - IL DOSSIER DE IL SOLE 24 ORE
ridimensionamento di Conservatori e riformisti europei (da 75 a 51 seggi, anche se il dato è “drogato” dall'uscita di scena del drappello dei deputati conservatori britannici). Il boom dei verdi sembra essere rimandato, ribaltandosi in un calo da 52 a 45 seggi.
L'unico exploit degno di nota è quello dell'Europa delle nazioni e delle libertà (Enf), il gruppo di destra populista che ospita al suo interno il Rassemblement national di Marine Le Pen e, appunto, la Lega: da 37 a 52 seggi, ascesa che condurrebbe il gruppo a incidere sull'8% degli scranni dell'Eurocamera. Cresce in maniera più tenue anche l'Europa della libertà e della democrazia diretta, il raggruppamento euroscettico che include il Movimento cinque stelle: da 41 a 43 seggi. Sommati a quelli dei sovranisti, si arriverebbe a poco meno di 100 seggi in mano a forze di opposizione alla maggioranza popolare e socialista dell'unico organo europeo a elezione diretta dei cittadini.
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I populisti trainati dalla Lega
La proiezione dell'Europarlamento è sviluppata in base ai dati raccolti dagli istituti di statistica dei vari stati membri
e si applica per la prima volta a una Camera “post Brexit”, con 705 seggi anziché i tradizionali 751 (ammesso che il divorzio
vada in porto entro il voto di maggio). Le intenzioni di voto che emergono dalle statistiche lasciano presagire un cambio
di rotta sensibile rispetto al voto del 2014, anche se il terremoto populista temuto da alcuni è più attutito del previsto.
Popolari, socialisti e liberali, i tre gruppi più apertamente europeisti della Camera, conterebbero comunque su 393 seggi,
l'equivalente di circa il 55% dei seggi. Il tutto con l'appoggio eventuale dei Verdi (pur inchiodati a 45 seggi, contro le
attese di exploit dovute al buon momento dei tedeschi Die Grünen) e delle correnti più liberali dei conservatori e riformisti (anche se reduci, secondo le previsioni, da un calo di 24 seggi).
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Euroscettici al traino dell’Italia
Le due sigle più ostili all'establishment, Europa delle nazioni e delle libertà e Europa delle libertà e della democrazia
diretta, arriverebbero comunque a incidere sul 14% complessivo del parlamento di Bruxelles. Una quota che aumenta il potere
negoziale con i gruppi di maggioranza, magari corteggiando le correnti più conservatrici dello stesso Ppe. Il maggiore incremento
delle forze euroscettiche arriva proprio dall'Italia, dove si dovrebbero registrare un aumento di 22 seggi per la Lega (destinati
Europa delle nazioni e delle libertà) e otto per i Cinque stelle (accorpati dall'Europa delle libertà e della democrazia diretta).
Nel suo complesso, secondo i dati raccolti da otto istituti di ricerca (inclusi Ipsos e Swg), il partito di Salvini dovrebbe
attestarsi sul 32,5% dei consensi, pari a 27 seggi, contro il 25,7% dei Cinque stelle (22 seggi). L'Italia detta la linea
anche sul tracollo del centrosinistra europeo, con il Pd in calo al 17,3% dei consensi: l'equivalente di 15 seggi, 16 in meno
rispetto ai 31 del 2014. Il tonfo più grave su scala Ue.
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