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Spagna crescita record in Europa. Breve storia di un «miracolo»…

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miracolo a madrid

Spagna crescita record in Europa. Breve storia di un «miracolo» economico

Gli ultimi dati Eurostat parlano chiaro: con Germania in stallo, Francia in frenata e l’Italia in recessione tecnica, nell’ultimo trimestre 2018 il maggior contributo alla crescita dell'Eurozona è arrivato dalla Spagna, il Paese che cresce di più tra le grandi economie continentali. Al quinto anno consecutivo di robusta crescita, il Pil iberico ha chiuso l’anno scorso con un rotondo 2,6%: è vero che è il tasso più basso dal 2014 ma viaggia pur sempre a una velocità quasi tripla rispetto a quella dell’Italia. E anche in futuro la crescita economica dovrebbe mantenere un ottimo passo, con la Banca di Spagna che prevede un 2,2% per quest’anno (più del doppio della Germania), un 1,9% nel 2020 e un 1,7% nel 2021.

CONTRIBUTO DEI MAGGIORI PAESI ALLA CRESCITA DELL’EUROZONA
Contributo % all’eurozona. Fonte: Eurostat

Una performance che ha dell’incredibile per un Paese che tra il 2007 e il 2014 ha bruciato 3,8 milioni di posti di lavoro, con salari reali scesi del 10% e un settore edile letteralmente imploso (dai 20mila permessi edilizi del marzo 2007 si è crollati ad appena 700 nell'agosto 2013, e ancora oggi si viaggia intorno a duemila permessi al mese).

Ma quello della Spagna è un “miracolo” ancora pieno di contrasti e interrogativi. A un mese dalle elezioni del 28 aprile, la crescita economica record si accompagna alle irrisolte tensioni autonomiste, a un panorama politico sempre più frammentato ma soprattutto al maggior numero di disoccupati dell’Unione europea (3,3 milioni) e a uno dei più alti tassi di povertà, oltre che a un tasso di senza lavoro (14%) secondo nella Ue solo a quello della Grecia.

È proprio la profondità del crollo durante la crisi che ha permesso alla Spagna un recupero così impressionante: l’occupazione iberica è cresciuta di circa il 3% in ciascuno degli ultimi quattro anni, con una creazione di posti di lavoro negli ultimi due anni di poco inferiore a quella tedesca nonostante una forza lavoro che è meno della metà.

IL BOOM DELL’ECONOMIA SPAGNOLA
Crescita del Pil reale dal 2014. Fonte: Refinitiv

La crescita dell’occupazione iberica ha creato un circolo virtuoso sul fronte del consumi delle famiglie, che con una crescita l’anno scorso del 2,2% (contro una media dell’1% nell'eurozona) hanno trainato la corsa del Pil. Anche perché la struttura economica spagnola è meno dipendente dalle esportazioni di quelle di altri grandi Paesi come Germania e Italia, che stanno soffrendo per le tensioni commerciali con la Cina. Madrid sta approfittando di quella che è sempre stata indicata come una sua storica debolezza, la dipendenza dalla domanda interna, oggi molto tonica grazie anche alla ripresa del settore bancario (con sofferenze più che dimezzate rispetto al 2013) e al boom degli investimenti, aumentati l’anno scorso di ben il 4,6%.

Fino a quando potrà durare il “milagro” spagnolo? Tutti gli esperti puntano l’indice sull’instabilità politica, testimoniata da tre elezioni in quattro anni, in un panorama confuso e frammentato in cui i due grandi partiti storici (i socialisti del Psoe e i popolari del Pp) si ritrovano oggi alle prese con la sinistra di Podemos, il centrodestra di Ciudadanos e di recente anche la destra populista e sovranista di Vox. La balcanizzazione della politica spagnola ha costretto i due grandi partiti storici a cercare improbabili alleanze per riuscire a mettere in piedi maggioranze parlamentari: l’attuale premier, il socialista Pedro Sanchez, si era dovuto appoggiare ai due partiti indipendentisti catalani con cui i rapporti non sono rimasti distesi a lungo.

L’ascesa del partito di ultradestra Vox, che di recente ha annunciato di voler candidare due generali franchisti, potrebbe complicare ulteriormente le cose: secondo un recente sondaggio di El Pais, il partito nato da una scissione a destra del PP sta crescendo a ritmi vertiginosi - grazie alle bordate sparate contro migranti e autonomisti - e potrebbe raggiungere l’11% dei consensi alle elezioni anticipate del 28 aprile. Proprio in quello che fino a pochi anni fa veniva celebrato come un modello virtuoso di stabilità politica, il pericolo numero uno del miracolo economico spagnolo oggi è proprio rappresentato dall’ingovernabilità di un Paese mai così diviso e frammentato.

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