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Fallisce la Wow Air, a rischio la stagione turistica islandese

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low cost in crisi

Fallisce la Wow Air, a rischio la stagione turistica islandese

«Non mi perdonerò mai di non aver agito prima», ammette in una lettera ai dipendenti l’imprenditore islandese Skuli Mogensen, che nel 2011 aveva fondato la compagnia aerea low cost Wow Air, che da oggi resta a terra. Lo stop ai voli, comunicato improvvisamente, sta creando molti disagi ai passeggeri in partenza e in arrivo per l’Islanda: tutti i 29 voli di Wow Air previsti per oggi, giovedì 28 marzo, sono stati cancellati e ai 2.700 passeggeri è stato chiesto di controllare con altre compagnie aeree per raggiungere le loro destinazioni.

Il fallimento di Wow Air rischia di creare problemi anche all’economia turistica dell’Islanda, che da qualche anno sta vivendo un vero e proprio boom (anche, ma non solo, grazie a programmi televisivi come Game of Thrones). Secondo l’aeroporto internazionale di Keflavik, quest’anno per la prima volta in un decennio i visitatori in Islanda scenderanno. Stefan Broddi Gudjonsson, economista di Arion Banki, sostiene che la debacle di Wow Air potrebbe causare un calo del 16% dei turisti nel 2019.

Per salvare la compagnia low cost, il patron Skuli Mogensen aveva da tempo tentato colloqui con diversi potenziali soccorritori, tra cui Icelandair, la più grande rivale, e la società di private equity statunitense Indigo Partners. «Abbiamo esaurito il tempo e purtroppo non siamo stati in grado di garantire i finanziamenti per l’zienda», ha scritto Mogensen in una lettera ai dipendenti. «Non potrò mai perdonarmi per non aver agito prima».

Wow Air aveva recentemente guadagnato tempo quando gli obbligazionisti avevano accettato di convertire il debito in capitale, e la compagnia aerea aveva proposto un piano di ristrutturazione da 160 milioni di dollari. Ma le società di leasing aereo alla fine hanno staccato la spina mentre cercavano di collocare i loro aerei altrove prima dell’inizio dell’alta stagione.

Lo scorso anno Wow Air ha trasportato 3,5 milioni di passeggeri. È l’ottava compagnia aerea europea a fallire negli ultimi mesi, a causa dei margini schiacciati dalla fluttuazione del costo del carburante e dalla sovraccapacità che ha scatenato una guerra tariffaria a livello continentale.

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