Una vecchia faida tra Airbus e Boeing sugli aiuti di Stato ha riacceso le tensioni commerciali tra Europa Stati Uniti. La Commissione Ue ha preparato una lista di prodotti americani da sottoporre a dazi sull'import per un valore di 12 miliardi di euro. Sempre per le stesse ragioni nei giorni scorsi il presidente Trump aveva preannunciato tariffe per un simile ammontare sulle importazioni dall'Unione europea. Nel mirino dell'Amministrazione Usa, aerei, elicotteri, motociclette, ma anche prodotti agroalimentari, molti dei quali italiani, dal prosecco al pecorino. Tra i prodotti americani oggetto di potenziali tariffe da parte di Bruxelles, merluzzo surgelato, salmone, prugne, pere, aerei, trattori e componenti per auto.
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Elicotteri e prosecco contro merluzzo e trattori
Il momento è particolarmente delicato per le relazioni transatlantiche poiché lunedì dovrà essere formalizzato dai governi
europei il mandato alla Commissione per avviare negoziati commerciali con gli Stati Uniti. L'obiettivo formale della trattativa
è un'intesa di libero scambio sui prodotti manifatturieri che escluda però l'agricoltura. In realtà si tratta di un modo –
l'unico modo – per evitare che Trump imponga dazi del 25% sulle auto europee esportate in America, cosa che ha più volte minacciato.
Non c'è dubbio che l'annuncio di potenziali tariffe da entrambe le parti renderà ancora più difficili le trattative, a maggior
ragione se dovessero partire dopo la firma della tregua commerciale tra Cina e Stati Uniti, che renderebbe il presidente americano
ancora più ostile e incline ad alzare la posta per arrivare a un compromesso. Gli Stati Uniti nei mesi scorsi hanno già applicato
dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio dall'Europa e su import americano dalla Cina per oltre 250 miliardi di dollari.
L'ultimo round di dazi potenziali trae origine dalla disputa tra Boeing e Airbus sugli aiuti di Stato, una “guerra” scoppiata
nel 2004 e proseguita da entrambe le parti davanti alla Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio. Ed è proprio da due
decisioni della stessa organizzazione, una a favore di Boeing e un'altra, più recente, a favore di Airbus, che scaturisce
il nuovo confronto transatlantico.
La “faida dei cieli” tra Airbus e Boeing
L'esatto ammontare dei dazi compensativi dovrà essere indicato proprio dalla Wto, sulla base di calcoli che tengano conto
delle perdite derivanti da minori vendite, e danni correlati, subite dai due gruppi in conseguenza del loro comportamento.
La decisione relativa alla controparte americana è attesa entro l'estate, mentre la procedura europea sconta un ritardo di
nove mesi. La sentenza definitiva dell'Organizzazione mondiale del commercio favorevole ad Airbus è infatti del 28 marzo e
stabilisce che Boeing non aveva completamente eliminato i programmi di aiuti pubblici ricevuti a vario titolo e in particolare
un pacchetto di agevolazioni fiscali da parte dello Stato di Washington per la produzione del modello Dreamliner (valore stimato
dei benefici circa 900 milioni di dollari).
Quella invece favorevole al gruppo americano risale a maggio del 2018. In quell'occasione la Wto stabilì che Airbus aveva ricevuto miliardi aiuti pubblici illegali per la produzione sia dell'A320 sia del superjumbo A380, modello del quale è stato appena decisol o stop della produzione. Ad avviare la disputa fu il governo americano, nel 2004, con un ricorso all'Organizzazione mondiale del commercio. Seguì nove mesi dopo il contro-ricorso dell'Unione europea finché nel 2010 e nel 2011 la Wto stabilì che entrambi avevano erogato aiuti pubblici illeciti alle rispettive società.
Quanto alle possibili conseguenze per l'Italia le tariffe contemplate dall'Amministrazione Trump colpirebbero pesantemente le esportazioni dei prodotti agroalimentari verso gli Stati Uniti, cresciute l'anno scorso a un livello record di 4,2 miliardi. Secondo Coldiretti, almeno metà di questo export sarebbe penalizzato dalle tariffe.
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