Una riduzione «significativa» delle imposte. Il ritorno della indicizzazione delle pensioni inferiori ai 2mila euro. La riforma radicale - in sostanza la soppressione - dell’Ena, la scuola delle élites. Confermando le indiscrezioni Emmanuel Macron ha voluto rispondere alla protesta, ormai radicalizzata e tutta politica, dei Gilets jaunes rafforzando il proprio programma, e l’impostazione che egli stesso ha definito un radicalismo di centro. Il tentativo è quello di conquistare il consenso di alcuni tra i “dimenticati” della sua politica - il presidente ha parlato di un «sentimento di abbandono» - tra quali anche le famiglie monogenitoriali, che sono le più in difficoltà .
Piena indicizzazione delle pensioni inferiori ai 2mila euro
Le numerose misure già varate a difesa del potere d’acquisto dei francesi - tra le quali il forte aumento dei salari minimi
- saranno dunque arricchite dal primo gennaio con la piena indicizzazione delle pensioni inferiori ai 2mila euro, che lo stesso
Macron aveva congelato (aumentando contemporaneamente anche i contributi sociali a carico dei pensionati): si è trattato di
un errore politico che ha fortemente alimentato la protesta dei Gilets, nella sua prima fase, a cui ora Macron intende ovviare.
Analogamente, lo sforzo di incentivare gli investimenti - attraverso l’abolizione dell'Impôt sur la Fortune, confermata -
e quello per aiutare i più poveri aveva fatto dimenticare le difficoltà del ceto medio, ormai globali ed emerse con forza
durante il Gran débat.
Macron guarda a questa grande fascia sociale quando propone un taglio per 5 miliardi delle imposte sul reddito da finanziare
attraverso l’abolizione di alcune detrazioni a favore delle imprese, e una lotta più dura all’evasione. Il presidente però
vuole che i francesi lavorino di più, perché vivono più a lungo. Il presidente pensa soprattutto a incentivi che allunghino
la vita lavorativa, mentre non sarà toccata la legge sulle 35 ore. Saranno riviste però le regole dei Pôles emploi, che non
funzionano bene come in Germania, anche a favore delle madri lavoratrici.
Il Grand Débat, in grandissima parte svolto con i sindaci, ha evidenziato un forte bisogno di decentralizzazione, a cui Macron
intende rispondere; ma anche un profondo attaccamento ai servizi pubblici territoriali, la cui revisione sarà oggetto di un
«patto territoriale» che impedirà la chiusura di scuole e ospedali senza l’accordo del sindaco.
Si riforma la funzione pubblica (senza toccare le «élites»)
L’intera funzione pubblica sarà riformata senza toccare l’«elitismo repubblicano»; e la formazione passerà attraverso un’Ena
rivista radicalmente.L’obiettivo di tagliare 120mila posti da funzionario potrebbe essere però rivisto. L’unica parziale concessione
ai Gilets, che insistono nel chiedere il réferendum d’iniziative citoyenne, di amplissima applicazione, è una revisione delle regole per favorire il voto popolare, al momento di iniziativa presidenziale,
come parte della riforma costituzione che Macron intende riproporre con misure non diverse da quelle predisposte un anno fa,
come la previsione di una quota proporzionale e la riduzione del numero dei deputati. Il Conseil économique, social et environmental
- corrispondente al nostro Cnel - sarà inoltre trasformato e i suoi componenti saranno estratti a sorte.
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