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Europee, Francia: Le Pen sorpassa Macron ma non «sfonda» e perde un seggio

Una innegabile sconfitta. Una vittoria apparente. Emmanuel Macron e Marine Le Pen conquistano lo stesso numero di seggi: 23, dopo Brexit. I dati definitivi del voto francese mostrano che Prenez le pouvoir, la lista sostenuta dal Rassemblement National di Le Pen è il primo partito con il 23,31%, dal 24,86% del 2014: perde un seggio (due, fino a Brexit) da 24, ma supera di circa 200mila voti Renaissance, espressione di La République en marche! di Macron, che si è fermato al 22,4% con 21 seggi fino all’uscita della Gran Bretagna. Il partito del presidente non era presente alle europee nel 2014, ma aveva ottenuto il 32,3% al primo turno delle legislative del 2017 (il 49,1% al secondo turno). Marine Le Pen ha immediatamente chiesto lo scioglimento dell’Assemblée Nationale e nuove elezioni legislative.

Un cocente insuccesso
Per Macron è una brutta sconfitta: l’Eliseo non a caso ha parlato solo di un «risultato onorevole». In difficoltà da tempo - i Gilets Jaunes hanno eroso il suo consenso proprio nelle aree dell’Ovest Atlantico, dove il partito del presidente aveva conquistato molti voti - Lrem si era data un obiettivo molto poco ambizioso: superare i sovranisti. Sarebbe stato un risultato simbolico, dal momento che Macron aveva costruito attorno a sé l’immagine di leader degli europeisti e aveva individuato come avversari Rn, in Francia, ma anche Salvini in Italia e Orban in Ungheria.

Sondaggi confermati
Non è andata così: i sondaggi hanno sempre dato Lrem e Rn testa a testa, ma dopo gli ultimi annunci di riforma - con un taglio alle imposte per 5 miliardi a favore delle famiglie della classe media - è paradossalmente diventato molto più probabile un sorpasso, sia pure di misura, di Rn. La scelta come capolista di Nathalie Loiseau - competente ex ministro per gli Affari Europei, ma personaggio grigio - non ha certo aiutato Macron: anche lei, come il presidente, si è mostrata incline alle gaffe , e non ha retto il confronto con il giovanissimo Jordan Bardella, 23 anni, di Rn.

Rn ai livelli del 2014
Rn festeggia, quindi. Il risultato è stato un «sussulto popolare», ha detto Bardella, e una «lezione di umiltà» per Macron. Il partito è riuscito a evitare che il presidente raggiungesse l’obiettivo. Non segna però reali progressi rispetto al 2014: anche nelle scorse europee - sia pure in un contesto politico molto diverso - il partito era risultato primo, ma con un risultato pari al 24,86%.Non ha sfondato quindi (malgrado abbia guadagnato 570mila voti in più): non tra i Gilets Jaunes, probabilmente, e neanche nelle banlieues, malgrado la scelta di Bardella, figlio di emigrati italiani residenti alla periferia di Parigi. Anche la svolta moderata non avrebbe quindi prodotto risultati, senza arricchire i sovranisti più radicali di Debout la France!, che hanno conquistato il 3,5% ma nessun seggio.

Ecologisti terzo partito
È un po’ una sorpresa il terzo posto dei Verdi (Europe Écologie-Les Verts), con un 13,5% (pari a 13 seggi dopo Brexit, e 12 prima, dai 6 conquistati nel 2014) contro il 9% delle precedenti europee: è però più di quanto facessero immaginare gli ultimi sondaggi, che li vedevano testa a testa con la lista della France Insoumise del socialista radicale Jean-Luc Mélenchon (ma guidata da Manon Aubry) finito quinto con il 6,3% (dall’11% del primo turno delle legislative del 2017) e sei seggi.

Partiti tradizionali in difficoltà
Male i partiti tradizionali: i neogollisti dell’Union de la droite et du centre finiscono quarti, con un 8,5% e 8 seggi che non soddisfano certo i Rèpublicaines, mentre i socialisti, confluiti in Envie d’Europe écologique et sociale sotto la guida di Raphaël Glucksmann, figlio del filosofo André, sono risultati sesti con il 6,2% e sei deputati (da 13). Génération.s di Benoît Hamon, fuoriuscito dal Ps, pur avendo superato la soglia minima del 3%, portandosi al 3,3%, non ha conquistato seggi. I due partiti che si ispirano ai Gilets Jaunes - l’Ensemble patriotes et gilets jaunes : pour la France, sortons de l'Union européenne! guidato da Florian Philippot, ex portavoce di Le Pen, e Alliance jaune, la révolte par le vote - dovrebbero aver ricevuto rispettivamente lo 0,7 e lo 0,6 per cento, senza superare i 150mila voti.

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