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Dossier Brexit, i cittadini Ue rischiano di perdere lo status

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Dossier | N. 20 articoli Brexit, il lungo addio

Brexit, i cittadini Ue rischiano di perdere lo status

(Epa)
(Epa)

LONDRA - I 3,7 milioni di cittadini Ue residenti in Gran Bretagna rischiano di trovarsi in una «situazione incerta» dopo Brexit e potrebbero perdere il diritto a restare nel Paese. Il sistema di “settled status” o residenza permanente che è stato loro offerto infatti non offre sufficienti garanzie e va modificato urgentemente. Questo l'allarme lanciato dalla Commissione Parlamentare Interni in un rapporto pubblicato oggi a Westminster.

C'è un rischio concreto di un “altro scandalo Windrush”, afferma il rapporto, facendo riferimento alle rivelazioni che lo scorso anno avevano portato alle dimissioni del ministro dell'Interno Amber Rudd.

Migliaia di cittadini della “generazione Windrush”, così chiamata dal nome della nave che li aveva portati in Gran Bretagna negli anni Cinquanta dalla Giamaica e altri Paesi caraibici, si erano trovati privati della cittadinanza britannica e del loro diritto a vivere nel Paese. Persone che per decenni avevano vissuto, lavorato e pagato le tasse nel Regno Unito sono state dichiarate “indesiderabili” e in molti casi deportate nel loro Paese d'origine. Molti altri hanno perso il lavoro, la casa e il diritto ai sussidi statali e all'assistenza sanitaria.

Una volta scoppiato lo scandalo, il ministero dell'Interno si era scusato per l'errore commesso, ma oggi la Commissione parlamentare insiste che se non ci sarà maggiore chiarezza anche i cittadini europei tra qualche anno potrebbero trovarsi in una situazione simile a quella della generazione Windrush. «Le difficoltà e le ingiustizie patite dalla generazione Windrush sono state vergognose e dobbiamo imparare la lezione per evitare che i cittadini Ue debbano soffrire conseguenze simili», avverte il rapporto.

Il problema, sottolinea la Commissione, è che «il Governo ha optato per un sistema che non concede il diritto di residenza a chi ha i requisiti, ma esige che siano gli interessati a fare domanda, e il ministro dell'Interno ci ha detto che i cittadini europei otterranno la residenza permanente solo nella misura in cui saranno in grado di dimostrare di averne diritto».

Inevitabilmente ci saranno molte persone che per diverse ragioni «non saranno in grado di dimostrare in modo adeguato di avere i requisiti necessari», soprattutto bambini e anziani che vivono qui da molti decenni e potrebbero avere perso i documenti. Inoltre il rapporto sottolinea che il sistema ha avuto problemi tecnici che hanno causato difficoltà con la registrazione online.

La Commissione Interni critica apertamente la scelta del Governo: «Noi non siamo d'accordo con questa linea -, dichiara il rapporto -. Riteniamo che i diritti dei cittadini Ue che sono legittimi residenti in Gran Bretagna prima dell'uscita dall'Unione Europea dovrebbero essere tutelati e il loro diritto a restare dovrebbe essere protetto dalla legge».

Chi vive e lavora in Gran Bretagna da almeno cinque anni e ha un passaporto valido può chiedere e ottenere il “settled status” o diritto di residenza permanente senza restrizioni o limiti. Chi invece è qui da meno di cinque anni può richiedere il “pre-settled status”, una forma di residenza transitoria, e poi allo scadere dei cinque anni di permanenza nel Paese potrà modificarla in residenza permanente.

Le procedure sono semplici e rapide, assicura l'Home Office, che incoraggia i cittadini Ue a fare domanda online scaricando l'apposita app, che però è disponibile solo su cellulari Android e non sugli i-Phone. Sul sito sono disponibili informazioni dettagliate in tutte le lingue Ue.

Per richiedere la residenza permanente bisogna dimostrare la propria identità, dichiarare eventuali precedenti penali e inviare una foto. Il ministero controllerà i dati, il periodo di residenza in Gran Bretagna e le banche dati su terroristi e criminali e poi se tutto è in regola concederà il “settled status”.La scadenza per fare domanda è il 30 giugno 2021 se l'accordo di recesso verrà approvato e il 31 dicembre 2020 in caso di “no deal”.

«I piani attuali del Governo per i cittadini Ue dimostrano che le lezioni dello scandalo Windrush non sono state imparate -, ha dichiarato oggi la deputata laburista Yvette Cooper, presidente della Commissione Interni -. Windrush ha rivelato quanto sia facile che un errore burocratico del Governo possa distruggere le vite di molte persone del tutto innocenti».

Il ministero dell'Interno ha replicato stamani di «non essere affatto d'accordo con il rapporto della Commissione Interni. Il sistema sta funzionando bene. Oltre 600mila domande sono state ricevute a fine aprile e centinaia di migliaia di persone hanno già ottenuto l'approvazione per la residenza permanente. Lo status digitale concesso, al contrario di un documento, non può essere alterato, perso o rubato».

Michael Gove, attuale ministro dell'Ambiente e uno dei candidati a diventare premier dopo le dimissioni di Theresa May, ha detto che se eletto intende abolire il sistema “settled status” e la necessità per i cittadini Ue di fornire prove del loro diritto a restare in Gran Bretagna. Gove offrirebbe anche la cittadinanza britannica gratuita ai cittadini Ue. Con la confusione su Brexit e l'elezione entro poche settimane di un nuovo leader del partito conservatore e premier britannico, la situazione per i cittadini Ue resta più incerta che mai.

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