LUSSEMBURGO - Dopo 12 ore di negoziato notturno i ministri delle Finanze della zona euro hanno trovato un primo e parziale
accordo per dotare l'unione monetaria di un proprio bilancio. A 20 anni dalla nascita della moneta unica, non sarà lo strumento
propugnato dal presidente francese Emmanuel Macron, ma è un nuovo passo avanti per rendere più coesi tra loro i paesi della
zona euro. Il nuovo strumento deve servire alla convergenza e alla competitività, come chiesto soprattutto dall'Olanda.
Obiettivo: chiudere entro l’anno, poi le ratifiche nazionali
«Si tratta di un ulteriore passo per rafforzare la zona euro», ha detto stamani in una conferenza stampa qui in Lussemburgo
il presidente dell'Eurogruppo Mário Centeno. «Dettagli pratici devono però ancora essere decisi e c'è ancora lavoro da fare.
Rimane aperta la delicatissima questione del finanziamento del bilancio». L'obiettivo dei paesi membri della zona euro è di
finalizzare il pacchetto giuridico entro la fine dell'anno per poi far scattare l'iter di ratifica nazionale.
Durante la stessa conferenza stampa, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha spiegato che l'accordo «sui contorni
del nuovo bilancio della zona euro è un passo importante». Ha poi aggiunto: «Non sottostimiamo l'aspetto simbolico, ma senza
eccessive auto-congratulazioni poiché alcuni aspetti restano aperti». Il commissario ha definito l'accordo raggiunto sugli
aspetti principali «il miglior risultato possibile in questa fase». L'uso del bilancio sarà volontario.
Due visioni a confronto
In questi sei mesi di trattative si sono affrontate due visioni. La prima è stata quella francese. Per Parigi il nuovo bilancio
doveva servire a finanziare la crescita economica e a stabilizzare eventuali paesi in crisi. La seconda visione è stata guidata
dall'Olanda. L'Aja ha spiegato di temere che uno strumento troppo generoso avrebbe indotto i paesi ad alto debito a frenare
il risanamento di bilancio. Ha quindi insistito, con successo, per evitare che il bilancio abbia una esplicita funzione di
stabilizzazione.
Fondi per riforme e investimenti
Come detto, il nuovo strumento servirà alla convergenza e alla competitività, per finanziare riforme e investimenti. In un
primo tempo andrà a recuperare denaro nella posta del bilancio comunitario 2021-2028 riservata alle riforme economiche. Secondo
la proposta della Commissione europea, questa posta dovrebbe avere una dotazione di 22 miliardi di euro per l'intera Unione
europea. Si presume che la parte riservata alla zona euro possa essere di 17 miliardi di euro.
Nella notte qui in Lussemburgo, i ministri delle Finanze hanno discusso del modo in cui permettere di aumentare la dotazione
del bilancio con risorse proprie, come chiesto da Parigi e Berlino. Come detto, manca a questo riguardo un accordo tra i 19
paesi della zona euro. Spetterà ai capi di Stato e di governo offrire possibili strade da percorrere. «Non sarà un bazooka,
ma potrebbe crescere nel tempo», riassumeva questa settimana con una espressione militaresca un esponente comunitario.
Possibile co-finanziamento nazionale
Secondo quanto riferito dal ministero delle Finanze francese, i paesi potranno usare il nuovo bilancio presentando progetti
che associno riforme e investimenti. È stato deciso che nel singolo paese il tasso di co-finanziamento nazionale possa essere
adattato nel caso di crisi economica. Come detto, la funzione di stabilizzazione è stata esclusa, salvo per quest'ultima particolarità
che nei fatti potrà servire a usare il bilancio nelle fasi di rallentamento economico.
Secondo un comunicato dell'Eurogruppo, il denaro verrà distribuito sotto forma di sussidi. I ministri devono ancora decidere
la metodologia di distribuzione dei fondi, «in relazione ai contributi dei singoli paesi». Nel caso le riforme non fossero
adottate «in modo soddisfacente» i pagamenti verrebbero sospesi, e cancellati se la situazione dovesse persistere. L'uso del
bilancio sarà demandato alla Commissione sotto la supervisione del Parlamento, mentre la Corte dei Conti sarà chiamata a un
controllo ex post.
Sì all’uso dell’Esm per le banche
Nel contempo, i ministri hanno anche finalizzato l'intesa che prevede l'uso del Meccanismo europeo di Stabilità (ESM) in quanto
paracadute finanziario del Fondo europeo di risoluzione bancaria (SRF). Un accordo di massima era già stato trovato, ma i
governi hanno dovuto accordarsi sul modo in cui modificare il trattato dell'ESM. Il pacchetto approvato alle 4 di questa mattina
verrà presentato ai capi di stato e di governo in un vertice previsto la settimana prossima a Bruxelles.
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