Ufficialmente il “caso Italia”, dopo la decisione della Commissione europea di ritenere giustificata l’apertura nei confronti del paese di una procedura per disavanzo eccessivo causato dal mancato rispetto della regola del debito, non era all’ordine del giorno - sul tavolo il futuro bilancio dell’area euro - ma nella riunione dei 18 ministri delle Finanze della zona euro, o Eurogruppo, che si è aperta giovedì pomeriggio in Lussemburgo, il dossier è stato una sorta di “convitato di pietra”, soprattutto nel bilaterale tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis a margine della riunione.
Dopo dodici ore discussione alle prime luci dell’alba i ministri europei delle finanze hanno raggiunto un accordo sul bilancio della zona euro che avrà lo scopo di sostenere gli Stati nella convergenza economica e a migliorare la loro competitività.
In parallelo, nei colloqui tra i partecipanti al vertice riflessioni e considerazioni sul “dossier Italia” non sono mancate, come era peraltro prevedibile. Il messaggio arrivato a Tria è stato: sì al dialogo, la porta della Commissione Ue è aperta, ma servono misure sostanziali per correggere i conti per il 2019 e il 2020.
L’Eurogruppo «ha ascoltato le proposte della Commissione Ue sull’Italia e sostiene la richiesta di prendere le misure necessarie per rispettare le regole di bilancio», ha spiegato il presidente Mario Centeno. «Accolgo con favore gli impegni di Tria e Conte, so che agiscono in buona fede e con buona volontà per un accordo, ma ci servono più dati, più impegni, fatti, e misure necessarie, perché alla fine le regole sono regole e i conti devono tornare», ha detto il commissario agli affari economici Moscovici. «Non solo la Francia ma tutto l’Eurogruppo ha preso atto delle conclusioni della Commissione e invitato ad andare avanti nel dialogo. Rimango ottimista», ha sottolineato Tria.
Tria cerca sponde per evitare apertura procedura di infrazione
Per il responsabile del Tesoro la riunione è stata l’occasione per capire chi, tra i partner europei, è disposto a spingere
per trovare un accordo con il governo giallo verde, scongiurando così in extremis una prova muscolare che potrebbe condurre
all’avvio di una procedura, e chi al contrario non vede di buon occhio un approccio più flessibile nei confronti dell’Italia.
Il tutto nel contesto di una partita che si preannuncia in salita, con il percorso formale della procedura ormai avviato.
Conte e Tria puntano invece a convincere l’Europa che gli obiettivi dell’Italia non sono troppo ambiziosi e che a fine luglio
potrà vantare maggiori entrate e minori spese tali da migliorare deficit e debito.
Conto alla rovescia per scongiurare l’apertura della procedura
C’è però tempo fino all’8 luglio per evitare che i ministri dell’Economia dell’Eurozona nella riunione dell’Ecofin a maggioranza
qualificata “premano il grilletto” condannando l’Italia a un percorso forzato di riduzione del suo debito. In Lussemburgo
Tria ha cercato sponde. Ha avuto un bilaterale con Dombrovskis, al termine del quale il lettone ha ribadito che «è necessaria
una correzione notevole della traiettoria del bilancio sia quest’anno che l’anno prossimo. Questo - ha poi aggiunto - è innanzitutto
il primo interesse dell’Italia».
GUARDA IL VIDEO - Conte vuole dialogo con l’Ue: «niente prove muscolari»
A Malta possibile colloquio Conte-Macron
Dopo quello con Dombrovskis, venerdì è atteso un bilaterale con Moscovici. Sempre venerdì, a chilometri di distanza, a margine
del vertice dei paesi del Mediterraneo che si terrà a Malta, il presidente del Consiglio Conte dovrebbe vedere il presidente
francese Macron. Considerando che Parigi ha ottenuto una certa flessibilità sui conti pubblici, non è escluso che possa giocare
un ruolo a sostegno dell’Italia. Anche perché sia la Francia sia la Germania non hanno interesse a un muro contro muro con
Roma che potrebbe far impazzire lo spread e creare le premesse per un effetto contagio sui mercati.
La mediazione di Centeno e il colloquio con Tria al G20 in Giappone
Premesso che allo stato attuale la situazione è piuttosto “liquida”, una maggiore disponibilità al raggiungimento di un’intesa
con l’Italia, che scongiuri la procedura e, di conseguenza, uno showdown con Bruxelles, appare riscontrabile in Centeno. Se
da una parte Moscovici ha fatto capire di aver ottenuto dall’ex ministro delle Finanze del Portogallo un sostegno alla linea
della Commissione, è anche vero che Centeno sta mediando per raggiungere un’intesa. Sabato scorso, in occasione del G-20 dei
ministri delle Finanze che si è tenuto a Fukuoka, in Giappone, ha avuto un colloquio con Tria. A novembre, nei giorni della
trattativa tra Roma e Bruxelles sulla manovra, che si è conclusa con un compromesso, Centeno si è recato in più di un’occasione
a Roma per incontrare Conte e Tria.
A favore di un’intesa Germania, Spagna, Portogallo e Belgio
Potrebbe spingere per il raggiungimento di un accordo con l’Italia il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz (a favore
di questa ipotesi giocano i buoni rapporti tra Conte e Merkel, contro il rischio per la Germania di rovinare i rapporti con
i paesi del Nord). Una certa flessibilità è sulla carta riscontrabile anche da parte della Spagna del governo Sànchez. Con
Portogallo e Belgio, i tre paesi sono a favore di un allentamento dei vincoli di bilancio, funzionale a rendere la ripresa
economica più robusta.
Muro di Olanda, Finlandia e Austria
Su posizioni più rigide, invece, l’Olanda di Mark Rutte , Finlandia e Austria (l’Olanda ha promosso una Nuova lega anseatica, una coalizione con Danimarca, Finlandia, Svezia, Baltici e Irlanda per difendere gli interessi degli stati membri).
Moscovici: vogliamo evitare procedura
Dalla Commissione segnali di apertura. «Vogliamo evitare una procedura per debito - ha chiarito Moscovici -, credo che i ministri
ci sosterranno in questa fase, aspettiamo fatti, cifre, dati per il 2019 e 2020, le intenzioni non bastano, un sentiero chiaro
è necessario, una procedura (per l’Italia ndr) è ancora evitabile». Parole che fanno intuire che la partita non è ancora chiusa,
che l’avvio della procedura si può ancora evitare. Gioca a favore di questo scenario il fatto non irrilevante che, se alla
fine la procedura scattasse, sarebbe la prima volta, e sarebbe comunque riconducibile alla Commissione uscente, quella Juncker.
La palla ora passa, o è già passata, all’Italia. Tria ha smentito liti con Salvini sulla flat tax e ha ribadito il no alla manovra-bis. Una posizione non proprio in linea con le aperture di queste ore della Commissione. Ma le parole di Tria potrebbero essere lette come una mossa tattica, per far scoprire le carte agli altri giocatori europei.
© Riproduzione riservata